Di Andrea Buonaiuto
Rabbia e fischi a San Siro con un Conte furibondo (qualche gesto di stizza fuori posto) al triplice fischio.
I preamboli, tuttavia per riprendere la marcia dopo i due pari di fila, c’erano tutti. Ma guai a fidarsi di questo Cagliari
Conte a bordo-campo martella, per le vie centrali Barella “s’indigna e s’impegna” – per un servizio mancato fronte alla porta – ma tutto sommato strizza l’occhio tecnico al compare Sensi che, talvolta, resta vittima di un piede sapiente ma che perde conoscenza negli ultimi sedici metri. Ne vien fuori una partita piacevole ma non indimenticabile che vede l’Inter attaccare a corrente alternata e il Cagliari appeso al generatore Nainggolan, faro intermittente di un undici accorto, tendenzialmente prudente.
La squadra di Conte passa in vantaggio con Lautaro (perentorio di testa al 28′ su cross dalla destra) ma resta seduta per gran parte del primo tempo in attesa di un guizzo del singolo. Si rialza nella ripresa con quindici minuti di grande energia che producono tre palle gol (lo sciupone Sensi e il solito tandem Lukaku-Lautaro) ma l’amarezza di una giornata che nessuno – nel loggione di San Siro – aveva annusato ‘storta’. La ‘sporca’ invece Nainggolan con un sinistro poco pretenzioso da fuori che raccoglie sul tragitto una preziosa deviazione nerazzurra: Handanovic spiazzato. Al pari del “Meazza”.
Fischi finali e rabbia Conte. Il primato è ancora lontano.