di Massimo Rosa
Il body aperto di Atlanta la consacra regina di mountain bike
Al di là di ogni battuta Paola Pezzo, da Boscochiesanuova, è l’atleta che più di ogni altra ha reso un gran servigio all’industria della mountainbike con il suo caracollare tra erte salite e scoscese discese, tra cadute, fatica e sudore in groppa alla sua bicicletta, lasciando aperto quel “benedetto body” per l’afa opprimente e per la gioia dei voyeurs teledipendenti di quel memorabile giorno olimpico di Atlata, nel 1996.
Le vendite di MTB, infatti, si sono immediatamente impennate in ogni parte del mondo per quel suo gesto involontario ma fortemente comunicativo.
Al di là dell’episodio resta comunque la brillante vittoria a quell’Olimpiade, che Paola ha saputo poi capitalizzare, accrescendo la sua fama ed il suo prestigio grazie a delle prestazioni di grande atleta della specialità.
E pensare che la bionda di Bosco era nata, qualche anno prima, come fondista, arrivando addirittura alle spalle di Stefania Belmondo ai campionati italiani Juniores. Nulla quindi lasciava presagire che da lì sarebbe nata una star mondiale di altra specialità.
Chi pratica lo sci di fondo si allena correndo a piedi, macinando chilometri e chilometri, e abbinando alla corsa la bicicletta.
Ecco Paola ha sicuramente cominciato così.
Qualcuno le deve aver dato una mountainbike per allenarsi fuori strada, in modo tale che la muscolatura si abitui anche ad altri tipi di sforzo, similari sempre a quelli del fondo.
La Lessinia è bella e Paola deve aver provato forti emozioni, scoprendo un modo diverso di fare sport, ma sempre con il contatto della natura come denominatore comune.
Per lei dal 1990 in poi è un trionfo dietro l’altro: nello stesso anno conquista il suo primo titolo di campionessa italiana, che ripeterà nel ’93 e ’94.
L’atleta di Bosco ha però le doti del campione di razza ed, infatti, vince il suo primo titolo mondiale nel 1993.
E’ fuori dubbio, senza essere partigiani e senza falsa retorica, che è nata la stella mondiale della MTB; d’ora in poi Paola sarà la lepre da rincorrere per le agguerrite rivali, ma la sua potenza è tale che le altre se le lascia spesso dietro a mangiare la polvere.
Così se nel ’93 è “Top Mondiale”, nel 1994, ’96 e ’99 è la regina continentale europea aggiudicandosi i titoli continentali.
Paola è una vedette, e come tale è ingaggiata dal guru statunitense della MTB Gary Fisher, che la proietta nello star-system della specialità.
Nel 1997 non domina, ma “ stradomina “ la coppa del Mondo aggiudicandosi così, per la seconda volta, il titolo iridato, vincendo addirittura 10 prove del campionato.
Puntuale ai Giochi Olimpici di Sidney si presenta al via più agguerrita che mai. Anche questa volta la sua classe e la sua forza hanno la meglio sul nutrito gruppo delle avversarie, a cui non restano, a consolazione, che le piazze d’onore, poiché la prima ancora una volta è di Paola Pezzo, regina olimpica.
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