di Lorenzo Fabiano Della Valdonega
Due italiani al comando al termine della prima manche di un gigante di coppa del mondo non li vedevamo da domenica 20 dicembre del 2009 quando in Alta Badia Max Blardone si piazzò davanti a Davide Simoncelli. Finì poi così, perchè nulla cambiò nella seconda. Bei tempi, ma lontani purtroppo. Ad Adelboden, nel sacrario della Chuenisbärgli abbiamo almeno avuto la soddisfazione di rivivere emozioni da anni sopite. Primi due azzurri, Luca De Aliprandini (nel 2018 fu quarto e primo degli umani dietro al trio hors categòrie Hirscher, Kristoffersen e Pinturault), e dietro di lui a soli 4 centesimi Giovanni Borsotti uscito dal cancello col 53. Detto che un gigante non lo vinciamo dal 2012 (sempre lui, Blardone, a Crans Montana) diciamo che quantomeno abbiamo avuto un bel sussulto. Prima manche serratissima su dossi, balzi, balzelli e il celeberrimo muro finale da vertigine: in diciannove l’hanno chiusa racchiusi entro il secondo. Rispettivamente decimo e undicesimo i due contendenti per la sfera di cristallo, Kristoffersen e Pinturault, con il terzo incomodo Kilde in agguato. Giochi apertissimi, quindi.
JUST AN ILLUSION
Sapevamo bene che sarebbe stata durissima portarla a casa, ma il sogno lo accarezzavamo. E invece niente di più che un pugno di mosche. «Just an illusion» cantavano negli anni ’80 gli Imagination. Borsotti ha sofferto tremendamente le insidie della seconda manche e ha chiuso quattordicesimo. De Aliprandini è uscito sparato a bomba dal cancelletto deciso a giocarsela; bell’atteggiamento, perchè in queste occasioni la parte dei ragionierini contabili non paga. Ci ha provato il trentino di Cles, ha attaccato sciando al limite e anche oltre: in testa al secondo intermedio di 30 centesimi, a trequarti discesa sì è inclinato su una porta blu, e toccando il manto nevoso con lo scarpone destro è scivolato via insieme ai suoi e ai nostri sogni. Peccato, peccato davvero, perché un azzurro sciare in gigante così bene e con questo spirito aggressivo non lo si vedeva da tempo. La delusione per come sono andate le cose è ovviamente enorme; tuttavia il bicchiere lo vogliamo vedere mezzo pieno: il risultato non è venuto, certo, ma i segnali sia dal punto di vista tecnico che caratteriale sono quanto mai incoraggianti in una specialità che da anni ci riserva solo dolori. Segno che il gruppo lavora ed è seguito da mani sapienti. In slalom, già due podi quest’anno, il risveglio è evidente; continuando su questa strada lo saluteremo prima o poi anche in gigante. Rimane il rammarico, inutile negarlo. Dispiace soprattutto che un talento come De Aliprandini, a 29 anni non sia ancora mai salito una volta su un podio di coppa del mondo. Per come scia e s’impegna, se lo meriterebbe. Poteva essere oggi il suo giorno, non lo è stato ed è una brutta botta da assorbire, ma infondendo la tenacia che gli appartiene, quel giorno arriverà. Per rialzarsi da una tegola simile, deve esserne convinto lui per primo.
SI PARLA SLAVO
Ad Adelboden si parla slavo: primo lo sloveno Kranjec, uno specialista delle porte larghe al secondo centro della carriera, secondo il croato Zubcic al suo miglior risultato di sempre per la gioia del suo mentore Ivica Kostelic; i due sono risaliti rispettivamente dalla sesta e settima piazza, a dimostrazione che nella seconda manche hanno spiccato il volo. Terzi ex aequo, Henrik Kristoffersen (gran seconda manche la sua) e il francese Muffat-Jeandet. Dietro di loro Kilde, un velocista che in gigante dimostra di sapere come si fa. Solo decimo Pinturault, in vena di pasticci. Ne approfittano i due norvegesi: Kristoffersen sale ora in vetta alla classifica con 12 punti di margine su Kilde; terzo, il grande sconfitto di oggi, «Pintù» a 30 lunghezze. Gennaio è il mese delle grandi classiche, tra discese e slalom che han fatto la storia dello sci alpino. Bene che la sfera di cristallo, senza più lo strapotere di Hirscher, sia in ballo nei templi che l’han resa grande.
LA BELLA NICOL
Le belle notizie per noi, arrivano dall’Austria, dove Nicol Delago, al bis sul podio quest’anno dopo la seconda moneta guadagnata nel SuperG di Lake Louise, ci ha regalato uno splendido secondo posto a 29 centesimi dalla svizzera Corinne Suter, al primo successo in carriera; giù dal podio per tre soli centesimi Sofia Goggia, quarta; quinta Francesca Marsaglia. Tre azzurre nelle prime cinque in una discesa libera è un risultato di squadra che merita un applauso grande così. Nicol, ad Altenmarkt aveva conquistato il suo primo podio in Coppa Europa e centrato la sua prima Top Ten in coppa del mondo tre anni fa. Evidentemente è un tracciato che gradisce; di lei si parla per le sue qualità di scivolatrice; Alternmarkt è una pista molto tecnica e le cose migliori oggi le ha fatte proprio nel tratto più difficile. Segno che la ragazza di Selva di Valgardena sta crescendo e che di questo passo la prima vittoria può metterla nel mirino. Avanti così.
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