Ciao “italiano” ci lasci un vuoto incolmabile ma resti con noi e non dimenticheremo mai il tuo sorriso.
di Andrea Ceccotti
Kobe Bean Bryant nato a Filadelfia il 23 agosto del 1978 è tragicamente scomparso lo scorso 26 gennaio a causa dello schianto del suo elicottero, sui cui viaggiavano anche la figlia Gianna Maria di 13 anni e altre 7 persone.
Kobe in carriera ha giocato prevalentemente nel ruolo di guardia tiratrice ed è stato tra i migliori giocatori dell’NBA.
Figlio di Joe Bryant è cresciuto cestisticamente in Italia, dove ha imparato i fondamentali europei e ha militato per tutta la sua carriera nei Los Angeles Lakers, squadra con la quale ha conquistato 5 titoli.
Bryant è stato il primo giocatore NBA a giocare nella stessa squadra per 20 anni.
Ha vestito la maglia della Nazionale statunitense ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012.
La formazione USA del 2008 fu ribattezzata con un’assonanza al più classico soprannome Dream Team, Redeem Team (Squadra della Redenzione) poiché doveva riconfermarsi campione dopo tante vergognose sconfitte nelle competizioni internazionali precedenti.
In effetti la formazione Usa nel periodo in cui Kobe ne fece parte, si aggiudicò un mondiale e soprattutto le edizioni olimpiche del 2008 e del 2012.
Il 4 marzo 2018 Bryant vinse anche il Premio Oscar insieme al regista e animatore Glen Keane, nella categoria miglior cortometraggio d’animazione per Dear Basketball, che ha sceneggiato ispirandosi alla sua lettera di addio al basket.
Rientrava sicuramente tra gli sportivi più conosciuti al mondo e la sua carriera è ritenuta una delle migliori nella storia dello sport professionistico, facendo di lui una vera e propria “leggenda”.
Credo che per spiegare la portata della tragedia della morte di Kobe Bryant non bastino i numeri della sua splendida carriera. L’ex stella Nba, infatti, resterà sempre un’icona dello sport mondiale di tutti i tempi.
E non ci sono solo gli Stati Uniti a piangere la sua scomparsa.
Nella vita e nella formazione di Kobe c’è infatti l’Italia, a cui è sempre rimasto molto legato.
Da bambino iniziò a giocare a basket sin dai 3 anni e visse in Italia dai 6 fino ai 13 anni di età, spostandosi nelle varie città dove il padre giocava. Tra il 1984 e il 1991 passò da Rieti a Reggio Calabria, per proseguire a Pistoia e infine a Reggio Emilia.
Tante in questi giorni quindi anche in Italia le testimonianze di dolore, affetto e stima nei confronti di Kobe e della sua famiglia.
Papà Joe era una stella del nostro campionato ma nessuno poteva certo immaginare che suo figlio sarebbe diventato una leggenda assoluta anche in Nba. E dire che proprio i tifosi e gli addetti ai lavori italiani furono i primi a scoprire il talento di Kobe, che nell’intervallo delle partite del papà deliziava già i palazzetti con dei tiri a canestro.
Durante gli allenamenti settimanali invece sfidava al tiro i compagni di squadra del padre.
Un talento che si intravedeva e che lo ha portato tra i più grandi del basket, grazie ad un impegno ossessivo e maniacale.
L’amore tra Kobe e il basket nacque a Rieti prima città italiana nella quale fu ingaggiato suo padre e il piccolo Kobe proseguì l’esperienza italiana nelle giovanili di Reggio Calabria, di Pistoia e Reggio Emilia, lasciando ovunque un bellissimo ricordo.
Le testimonianze raccolte in questi giorni dai mass media da chi lo aveva conosciuto da piccolo e poi lo aveva rivisto più volte nei periodi in cui ritornava in Italia per passare le vacanze estive con moglie e figlie, sono state veramente toccanti.
Le lacrime delle persone intervistate e che lo ricordavano hanno fatto capire, se ce ne fosse stato bisogno, quanto fosse stato amato e ricordato e non solo per suoi successi sportivi ma soprattutto per le sue qualità umane e per il suo accattivante e coinvolgente sorriso.
Nel lutto generale del basket italiano, non poteva mancare il cordoglio della Fip, che ha deciso di osservare un minuto di raccoglimento su tutti i campi nel prossimo week-end.
Sulla pagina ufficiale della Federbasket è comparsa una foto di Kobe Bryant che mostrava la maglia azzurra col numero 24, un omaggio speciale per un ragazzo cresciuto e formatosi in Italia e poi diventato leggenda immortale.
Immagine accompagnata da questa bella frase: “Ciao Kobe. Non ti dimenticheremo mai”.