-Borini esordio col goal-
di Carla Riolfi –
Prima gara del girone di ritorno per l’Hellas Verona e, come all’andata alla prima stagionale, uguale il risultato finito in parità uno a uno. A caratterizzare le due compagini è come le stesse sappiano tradurre sul campo di gioco, lo spirito dei loro allenatori. In più abbiamo ancora negli occhi e nel cuore, il debutto stagionale al Bentegodi di Sinisha Mihajlovic, pronto a guidare la sua squadra in un momento di grande fragilità umana. Coraggio e combattività, doti che accomunano i due mister, l’uno serbo l’altro croato e che incarnano proprio la sofferenza e la voglia di riscatto di un popolo che nel travaglio della disgregazione della Jugoslavia hanno forgiato il loro carattere.
Una gara dai due volti quella disputata allo stadio Dall’Ara. A differenza dell’ultima partita disputata contro il Genoa, Juric presenta in attacco Di Carmine. Nel Bologna si mettono subito in evidenza sia Orsolini che Sansone e l’agressività messa in campo dalla compagine felsinea sembra annichilire Veloso e compagni che danno l’impressione di non riuscire a trovare il bandolo della situazione. Tutto ciò si traduce con il vantaggio bolognese firmato da Bani che, al terzo calcio d’angolo raccoglie il tapin della difesa gialloblu, apparsa, nell’occasione, piuttosto impacciata.
Il cronometro segnava il ventesimo e si poteva sperare quindi in un immediato riscatto da parte dell’Hellas. Così non è stato, anzi un severissimo arbitro Ayroldi ( al debutto in serie A ) già aveva sventolato due cartellini gialli sotto il naso di Amrabat e Zaccagni. Al 25° per infortunio Kumbulla lascia il posto a Dawidovic.
Molto irruenti e grintosi Sansone e Bani che subiscono anch’essi l’ammonizione, mentre l’Hellas sembra ritrovare la consueta grinta e Rrhamani impegna severamente il portiere rossoblu. Lazovic ( anche oggi prestazione superlativa ) innesta le sue serpentine, ma ad una decina di minuti dal doppio fischio arbitrale, un palo di Sansone ed un fendente di Soriano, salvano la squadra veronese dalla doppia capitolazione che, invece, getta al vento il possibile pareggio nei minuti di recupero con Pessina.
Si apre con un vero giallo la ripresa; una veloce discesa di Santander viene stoppata da Dawidovic. L’arbitro vede fallo di mano; espulsione e rigore del giocatore polacco. Quasi con calma olimpica il difensore gialloblu spiega che così non è; consultazione VAR e conferma che non ci sono nè rigore nè espulsione.
Ora l’Hellas cambia volto alla gara. Ritrova quell’intensità e quella grinta mancati nel primo tempo ed intorno al quarto d’ora Di Carmine si vede togliere il goal da una prodezza del difensore Danilo. Il Bologna cerca di allentare il gioco con alcuni interventi duri che valgono i sacrosanti cartellini gialli dell’arbitro Ayroldi che manda anzitempo negli spogliatoi Bani, per doppia ammonizione al 66° minuto. Da cinque minuti Juric aveva cambiato Veloso con il neo – arrivato Borini, ed anche Mihajlovic gettava nella mischia il neo – arrivato Barrow al posto di Sansone.
Ormai l’ Hellas aveva la gara dalla sua parte ed il solito inarrestabile Lazovic metteva al 77° sulla testa di Borini il goal del pareggio. Non di meno Di Carmine che solo con un miracolo di Skorupsi, si è visto nuovamente negare il goal. Un finale davvero arrembante che forse avrebbe visto l’Hellas meritare la vittoria.
Ma nell’arco dei novanta minuti il risultato va considerato in maniera positiva, soprattutto perchè la classifica premia ancora le qualità di questa squadra e del suo condottiero.