Inaugurato nel 1927, Wembley divenne subito uno degli stadi più importanti del mondo, un vero tempio del calcio.
Wembley : il tempio del calcio per intere generazioni
Contrariamente a ciò che potrebbe far pensare esso è figlio del secolo scorso, e non dell’Ottocento, come invece lo sono diversi stadi cittadini. La sua inaugurazione, infatti, avvenne il 28 Aprile 1923.
Per le generazioni nate negli anni tra il 1940 ed il 1960 e, naturalmente anche le precedenti, lo stadio che maggiormente evocava il Calcio era l’Empire Stadium di Londra. Era universalmente più conosciuto come Wembley: il Tempio del football (calcio), il sogno di qualsiasi persona che amava questo sport. Nei momenti di maggior fasto in quegli anni ormai lontani, l’Inghilterra allora molto spocchiosa, amava affrontare il “Resto del Mondo”, con la selezione dei migliori calciatori in circolazione a quell’epoca…Tanto amavano essere diversi, come dire: “Vi concediamo di giocare con NOI” . Poi i tempi, come tutto d’altra parte, sono cambiati e quella “Isoletta di pescatori”, come l’aveva ribattezzata la buonanima di Benito Mussolini, ha aperto le proprie porte al mondo intero. Oggi la Gran Bretagna e Londra in particolare hanno un appeal irresistibile. Ma torniamo al vecchio Wembley, un vero tempio del calcio.
Wembley piccolo borgo col parco
Wembley nel XIX secolo era ancora un piccolo borgo fuori porta, per dirla all’italiana. Era un luogo ameno, dotato di un grande ed importante parco ricco di numerose fontane e cascate, dove i londinesi andavano a passeggiare ed a fare picnic. Ma lì si giocava anche a calcio e a cricket e, si praticava pure l’atletica leggera. In quest’area doveva sorgere una torre alta 350 metri, più alta quindi della Tour Effeil di Parigi, cosa da annichilire la grandeur dei francesi. Purtroppo il terreno cedette, ed i finanziamenti per intervenire mancarono. La torre si fermò quindi a 61 metri di altezza tra la delusione dei londinesi, che in questo modo mancavano il sogno, di superare i cugini d’oltre Manica.
Facciamo un passo indietro
Da poco era terminata la 1^ Guerra Mondiale. La Gran Bretagna aveva bisogno di nuovi entusiasmi, per rifar partire il motore dell’industria e dell’economia. Così si pensò di organizzare l’Esposizione dell’Impero Britannico, che fu inaugurata nel 1924. La scelta della location cadde proprio su Wembley, poiché disponeva di ampi spazi. Tra i numerosi padiglioni, dove trovavano ospitalità le colonie del vasto dominio inglese, trovò posto anche lo stadio nazionale dello sport: quell’Empire Stadium entrato nella leggenda del calcio. Nacque dove c’era quella colonna mai terminata, e fatta saltare in aria con la dinamite nel 1907.
Come nasce
L’Empire Stadium fu progettato dagli architetti: John Simpson e Maxwell Ayerton e dall’ingegnere Owen Williams. Furono utilizzati 1500 operai per edificarlo in soli 300 giorni. Una struttura davvero all’avanguardia, che poteva solo far restare a bocca aperta, tanto era bella. Lo stile era di espressione vittoriana, e non poteva esser altrimenti in quella Londra. I reali ed i nobili Vip dell’epoca accedevano all’interno, attraversando le imponenti Twin Towers (alte 26 metri), che ricevevano gli augusti ospiti. La tribuna reale era collocata all’altezza della metà campo del terreno di gioco; da qui partivano 39 scalini che portavano al campo o viceversa. Di forma ovoidale e quasi interamente coperto, con una pista per l’atletica lungo il perimetro di gioco, poteva contenere sino a 127 mila spettatori, di questi 45 mila trovavano posto a sedere.
Collaudo e demolizione
Per farne il collaudo statico, fu chiamato un plotone di militari, con il compito di saltare sulle gradinate. Il peso di quei salti fu sopportato sino al 2000, anno della sua demolizione. Ironia della sorte chiuse la sua grande storia con una sconfitta di fronte a quella Germania, che aveva combattuto e battuto nella 2^ Guerra Mondiale ed anche nella discussa finale della Coppa del Mondo del 1966.
Quel 28 Aprile 1923
Come avete letto poco sopra, lo stadio era stato abilitato a ricevere 127 mila spettatori. Tuttavia, quel memorabile giorno dell’inaugurazione, calò sulla ridente località di Wembley una folla di appassionati valutata in circa 250 mila persone. Impossibile contenere un simile numero, nel pur capiente e moderno stadio. La partita di cartello era la finale della Coppa d’Inghilterra, più conosciuta come F.A. Cup, tra il Bolton Wanderers ed il West Ham. Il primo era arrivato alla finale grazie ai favorevoli sorteggi, mentre il secondo era il classico outsider, visto che militava nella seconda divisione. Dunque non due squadre di prima grandezza avevano attirato le masse di sportivi, ma l’appeal di quella finale disputata in quello stadio da sogno. Si giocò naturalmente alla presenza di Sua Maestà Giorgio V, che al termine consegnò quella prima prestigiosa e storica coppa al Bolton vincitore per 2-0.
Una folla incredibile
Una marea inattesa di gente si era presentata ai cancelli dell’Empire Stadium per assistere al match. Una marea impossibile da contenere all’interno. La capienza, infatti, era nettamente inferiore al numero di persone che spingevano per entrare . Dentro, stretti come sardine, si erano già assiepati 126.945 spettatori, e fuori in oltre 100 mila spingevano per entrare. Ad un certo momento i cancelli cedettero, e la marea dilagò all’interno, provocando tra l’altro 60 feriti.
Il poliziotto e il suo cavallo bianco
A quel punto gli spettatori si trovarono in campo, senza che così si potesse disputare l’atteso match. Allora per riportare l’ordine si fece ricorso alla polizia a cavallo. Quest’ultima riportò il pubblico in una posizione di sicurezza. Tra la polizia, narrano le cronache di quel giorno, si distinse George Scorey, in sella al suo cavallo bianco Billie. Riusci ad allineare ordinatamente la folla lungo la linea laterale dell’out. Così con soli 43 minuti di ritardo, la prima storica finale all’Empire Stadium tra il F.C. Bolton Wanderers ed il F.C. West Ham ebbe inizio.
Stadio di Wembley: una meravigliosa fiaba
E quella dell’Empire Stadium di Wembley fu una meravigliosa fiaba per tutti gli amanti del calcio. Infatti assistere come spettatore, o giocare sul quel terreno di gioco, voleva dire respirare la grande storia del football. Ed io quella fortuna da spettatore lo ha avuta due volte.
13 gennaio 2014
Massimo Rosa