Riforma del coni
“Non ero ottimista sulla riforma del nostro ente, ora lo sono diventato”, ha affermato il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò al termine della giornata di lavoro degli Stati Generali dello Sport, lo scorso 16 gennaio. Un segnale dunque di grande responsabilità in un momento tutto particolare: quello della candidatura ai Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina. Differentemente sarebbe stata un’inutile e dannosa diatriba. Così non è stato. Dunque Coni Servizi diverrà “SPORT & SALUTE”, sarà cioè l’emigrazione del tesoro da una parte all’altra. Con esso Scuola e Salute saranno le altre finalità del nuovo soggetto, oltre alla distribuzione dei contributi a federazioni, associazioni, enti di promozione sportiva ed associazioni benemerite.
Tra governo e coni trionfa la pax romana
Al Coni resterà il compito per cui era nato: organizzare e promuovere lo sport. Certo si tratta di una prima svolta storica dalla sua rifondazione postbellica, in cui il Coni ha amministrato sui campi lo sport e per conto di quest’ultimo i denari. Tanta acqua è passata sotto i ponti da quel lontano 1946 quando Giulio Onesti, chiamato per liquidare il Coni del quale ne era stato commissario dal 1944 al 1946, pensò invece di rilanciarlo. Usò il Totocalcio poiché i contributi di cui godeva il Coni erano stati soppressi. Così per molti anni i ricchi introiti regalati dalla schedina, hanno alimentato lo sport italiano. Ora i tempi sono cambiati, come sono cambiati gli uomini politici. Allora l’esigenza di una variazione allo status attuale si vede ch’era richiesta. “Preoccupazioni dell’intromissione della politica non esistono”, ha affermato Giorgetti ponendo l’accento finale su “abbiamo bisogno di collaborazione”. Tra Governo e Coni la Pax Romana ha trionfato, dunque la distensione ha avuto la meglio sulle solite Cassandre.