–di Francesco Schillirò-
Uomo dalle molte attività, con un eccellente intuito partenopeo, anche se era nato a Piano di Sorrento, figlio di armatore, riuscì a costruire un impero creando la Flotta Lauro, una delle più rilevanti flotte italiane .
Nel periodo fascista aveva 57 navi che dopo il conflitto bellico si ridussero a meno di una decina tra galleggianti e non.
Ma il comandante non si perdette d’animo e comprate navi da guerra americane in disarmo, le trasformò in Transatlantici.
Ebbe l’intuito di coinvolgere i suoi dipendenti nelle sue attività, creandone una maggior fidelizzazione.
Altro passo importante del suo curriculum vitae, fu l’attività politica che sempre con un fil rouge politico, l’ha portato dal 1952 al 1957 a Sindaco di Napoli a deputato e successivamente a Senatore della Repubblica.
Andiamo al profilo sportivo che è più confacente ai nostri interessi storici.
Presidente del Napoli, ha trasformato la Società in azienda in primis riducendo i costi e successivamente cercando di migliorare gli introiti.
Il mito del “Presidente “Lauro nel Calcio Napoli, nasce nel 1935.
Questa carica, tra effettiva ed onoraria, la conserverà per circa 50 anni, fino alla sua morte.
Tralasciando il periodo anteguerra del Napoli, avremmo bisogno, per tutte le vicissitudini occorse, di vergare molte pagine, andiamo al dopo guerra in una città distrutta dalle bombe e con una società allo sbando dopo la morte del Presidente Musolino.
Ed ecco il rientro in pompa magna del Presidente Lauro, osannato dal popolo ed in ascesa politica.
Lauro comprò numerosi giocatori tra cui il “Petisso” Bruno Pesaola la cui sorte si legò per sempre al Calcio Napoli ed alla città.
Altri assi sono stati acquistati dal “comandante “ma non hanno mai creato con lui un feeling, fino ad arrivare al brasiliano Louis de Menezes Vinicius, che per la sua forza è irruenza venne dai tifosi soprannominato “‘o Lione”.
Quando l’ha venduto perché gli avevano detto che Vinicio era finito ed invece vinse il titolo di goleador, pubblicamente si definì s…
I tifosi del Napoli spesso invadevano il Campo contro la terna arbitrale sia al Vecchio Stadio Collana dove erano a ridosso del campo da gioco, che al San Paolo, ove nonostante ci fosse un terrapieno, usavano a modo di ponte i cartelloni pubblicitari.
L’ascendente del Comandante sul popolo, riuscì una volta a fermare la folla inferocita che aveva “catturato “ l’arbitro De Marchi ,con una frase rimasta storica :
“Fitiente ‘e merda Jatevenne ē case vostre”.
Alterne vicende costelleranno il Napoli del Comandante negli anni successivi dove possiamo dire che si toccherà il fondo per una squadra di una Mettopoli, e a Dicembre 1967 Achille Lauro passerà la mano al figlio Gioacchino.
Arriveranno grandi giocatori nel Napoli: Dino Zoff, Sivori, Altafini, Canè ,Claudio Sala e l’indigeno Totonno Juliano ,che è stato il primo napoletano ad essere convocato nella Nazionale A ,partecipando a tre mondiali ,Inghilterra 66 (doloroso remember),Messico 1970,Germania 1974.
La morte prematura di Gioacchino Lauro, aprirà l’ascesa alla Presidenza del Napoli ad un giovane ingegnere rampante Corrado Ferlaino , napoletano di padre calabrese ,che finalmente per due volte (1986/87 e 1989/90)porterà lo scudetto nella città Partenopea.