di Adriana Balzarini
Robert Garret vince la gara reinventata da Pierre de Coubertin
Il lancio del disco fu una gara reinventata, modellata sulle statue greche e romane dove l’atleta greco risultava il favorito al concorso dei lancio. Non fu proprio così perchè il vincitore risultò all’ultimo lancio Robert Garret, uno studente americano che si era allenato con un disco costruito per lui, su sua indicazione, uno di circa 5 kg. Visto che non raggiungeva misure significative pensò di lasciar perdere questa specialità e presentarsi per il lancio del peso e i salti. Quando giunse ad Atene si accorse che il disco pesava in realtà poco più di 2 Kg. e a questo punto rientrò in gara tentando la fortuna. I primi lanci furono orrendi, perché a differenza dei greci lanciava girando su stesso, e per poco nel secondo lancio non colpì il pubblico presente ma all’ultimo lancio, allora in una pedana quadrata, il volo fu di oltre venti centimetri dal lancio del campione greco Miltiadis Gouskos lasciando così il pubblico amareggiato. Nella stessa edizione dei Giochi olimpici si classificò secondo nel salto in lungo e nel salto in alto. E’ anche doveroso ricordare che Garrett, di famiglia agiata, permise anche a tre suoi compagni di Università di poter partecipare ai Giochi perché pagò per loro il viaggio per raggiungere Atene : Frank Lane che si classificò 4º nei 100 m, Herbert Jamison ,2º nei 400 m e Albert Tyler 2º nell’asta. Partecipò anche ai Giochi di Parigi classificandosi terzo nel triplo da fermo e nel getto del peso ma abbandonò la gara del lancio del disco.
Louis Spiriton: da semplice pastore ad uomo venerato!
La maratona, gara voluta dal barone Pierre de Coubertin come rievocazione della leggendaria impresa di Filippide vide alla partenza 17 atleti: vinse il greco Louis Spiridon, umile pastore montanaro dell’Attica, che si presentò alla gara solo per sostituire un assente. Dodici furono gli uomini alla partenza e dopo una partenza lenta al trentesimo chilometro staccò il resto del gruppo. La leggenda racconta anche per riprendere fiato e forze si fermò in una “bettola” lungo il percorso e con gli amici arrivati per vederlo correre si fermò a sorseggiare del buon vino per poi ripartire veloce. Quando entrò nello stadio Panathinaiko per gli ultimi metri della gara fece esplodere un boato di gioia il pubblico e con alle sue spalle i 42 chilometri passò subito da semplice pastore ad eroe nazionale. Cibo e vestiti gratis gli furono assicurati e si racconta che una signora abbiente americana gli chiese se la volesse sposare. Louis Spiridon accettò tutti i festeggiamenti per giorni ma alla fine chiese come premio un cavallo e un carro per poter svolgere il mestiere a cui aveva sempre ambito di trasportatore di acqua e in seguito acquistò una fattoria. Nel 1936 a Berlino come membro della delegazione greca alla cerimonia di apertura dei Giochi si presentò vestito con il costume tradizionale greco e portò da Olimpia un ramoscello di ulivo in segno di pace, quella pace che invece poco dopo diventò un sogno irraggiungibile per molti. Sicuramente quel giorno della sua vittoria ai Primi Giochi dell’era de coubertiana non pensò di diventare un esempio, di essere venerato ad Atene, di poter avere uno stadio intitolato a sé, un villaggio olimpico e di ritrovarsi sui libri che trattano la storia dello sport.
Carlo Airoldi: il primo caso di professionismo!
Anche un italiano avrebbe dovuto correre la maratona, il milanese Carlo Airoldi che parti, senza nessun permesso, dai prati della Brianza a piedi per raggiungere Atene. Tarchiato e muscoloso, era un uomo resistente, era conosciuto perché dove c’era una corsa campestre lui partecipava vincendo quasi sempre portando a casa come premio qualche pollo o un coniglio; ma un giorno partecipò ad una gara a Rogoredo dove vinse un piccolo premio in denaro. Quando il giornale pubblicò che in Grecia si sarebbero tenute le prime Olimpiadi e gli atleti di tutto il mondo erano invitati a partecipare visse solo per essere presente. Affrontò il viaggio per arrivare ad Atene camminando per venticinque chilometri al giorno, arrivò felice di essere in anticipo sulla partenza al punto di dormire sotto un portico vicino al grande momento della partenza. Ma purtroppo il giorno sulla linea di partenza un distinto signore lo indicò agli starter e ai componenti della giuria. Airoldi felice pensò che gli stava succedendo qualche cosa di meraviglioso! invece alla richiesta se fosse Airoldi Carlo di Milano e al suo assenso il signore distinto iniziò a porgli delle domande sulla sua gara di Rogoredo dove aveva vinto quindici lire e nulla riuscì di fronte al richiamo di essere un professionista e pertanto escluso dalla gara. Non gli rimase altro che vedere i 17 concorrenti prendere il via, piangere sotto quel porticato che era stato il suo ultimo ricovero ad Atene prima di ritornare a casa.” Vedere arrivare il primo in mezzo a tanta festa ed io non poter correre per delle ragioni assurde, fu il più grande dolore della mia vita” dichiarò al suo rientro.