La passione sportiva
Poco nota, invece, è la sua passione per diverse discipline sportive. Egli esordì come abile spadaccino, distinguendosi, tra i dilettanti, in alcuni tornei organizzati dalla Società Bentegodi, della quale era socio ed anche revisore dei conti.
Smise di tirar di spada dopo un duello sostenuto al Chievo con Giuseppe Biasioli, cronista del giornale “L’Adige”.
Contrariamente alle leggende fiorite intorno a quella disputa, essa lasciò una triste traccia nell’animo dello scrittore, che preferì non partecipare ad altre competizioni.
Oltre che spadaccino, Salgari era anche un valido ginnasta. Soleva partecipare alle passeggiate che conducevano gli atleti, preceduti dalla banda sociale, nei paesi della provincia, nelle cui piazze l’onnipresente Bentegodi organizzava gare e prove d’ogni tipo.
Si ipotizza che egli si sia anche interessato alla diffusione della corsa.
Fra i vari sport da lui praticati, però, il romanziere prediligeva il velocipede: la bicicletta con ruote di dimensioni diverse.
Già nel 1882, una volta rientrato a Verona, sua città natale, dopo un periodo di studi a Venezia, iniziò un’attività di noleggio velocipedi, che ebbe breve durata. Probabilmente, nel 1885, egli era stato uno dei fautori dell’adozione di questo stravagante mezzo di locomozione da parte della Società Bentegodi.
In quello stesso anno, aveva fondato il “Circolo Velocipedistico Veronese”, la seconda società “ciclistica” della città scaligera, dove, poco tempo prima, era nato il “Veloce Club”.
Inutile dire che tra le due società s’instaurò immediatamente una bonaria rivalità. Presumibilmente, la ragion d’essere del Circolo andava ricercata nella frenetica attività del giovane Salgari che, per le sue imprese sportive e giornalistiche, doveva sorprendere non poco i veronesi.
Fra gli atleti del “Circolo Velocipedistico Veronese” si distingueva il solo Belloni.
Lo stesso Salgari, che non era per nulla fazioso ed amava lo sport in generale, apprezzava molto i bravi ed affermati ciclisti del “Veloce Club”: i fratelli Valletti, vincitori di tante gare; Tormene, uno dei più valenti campioni di Verona, il brillante Cinquetti, il fiero Molani, l’infaticabile Caloi ed il superbo Carlo Cocco.
Qualche anno più tardi il Circolo si fuse con il “Veloce Club”. Nel frattempo, Emilio Salgari aveva deciso di abbandonare la pratica sportiva per dedicarsi completamente alla scrittura.
La passione per lo sport e per il ciclismo non venne, però, mai meno. Tant’è vero che di essa si ritrova traccia anche nelle sue opere, basti ricordare Al Polo Australe in velocipede, pubblicato da Paravia nel 1895.