-di Valerio Rosa – |
Si celebreranno domani (lunedi) pomeriggio a Varese, nella Basilica di San Vittore i funerali di Pietro Anastasi attaccante della Juventus, dell’Inter, dell’Ascoli e della Nazionale negli anni ’70. Sicuramente uno dei più grandi attaccanti italiani che hanno indossato la maglia dell’Ascoli e che proprio con la compagine del Presidente Costantino Rozzi ha realizzato il suo Centesimo gol in serie A.
Pietro Anastasi è stato uno dei migliori attaccanti italiani degli anni Settanta, si è spento all’età di 72 anni dopo una grave malattia, la Sla, che sta portando via decine di ex calciatori, e che lo aveva colpito tre anni fa.
È stato il figlio Gianluca a rendere note le motivazioni della morte del conosciutissimo padre. “Papà aveva la Sla – ha dichiarato Gianluca – che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all’ospedale ‘di Circolo’ di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente. Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito. Tutto era cominciato tre anni fa con dei dolori al braccio e alla gamba ma a lui all’inizio non abbiamo detto nulla – ha proseguito Gianluca -. Abbiamo fatto altri esami ed è venuto fuori che aveva un tumore all’intestino, anche se persisteva il problema neurologico alle gambe. Comunque papà si è operato e il tumore è stato tirato via. Poi abbiamo fatto altre analisi e approfondimenti medici ed è venuto fuori il problema. Il medico ci ha detto che era Sla ma a papà abbiamo preferito tacerlo. Poi, tre mesi fa, abbiamo scelto di dirgli la verità, ma lui lo aveva già immaginato, perché i problemi nei movimenti erano evidenti. Da allora la cosa è precipitata e gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti, perché papà non riusciva più a muoversi e respirava a fatica e si aiutava con l’ausilio di una macchina da cui non riusciva più a staccarsi. Poi gli è stata consigliata anche la tracheotomia ma a quel punto lui ha detto ‘basta’, seguirò il destino della mia malattia. Così mercoledì è entrato nell’Hospice, dove sono i malati terminali, e il giorno dopo ha deciso di essere sedato. Lui era cosciente anche se faceva fatica a parlare, ci ha salutato, mio fratello che vive in America, poi me e mia mamma, abbiamo chiacchierato una mezz’oretta dei vecchi tempi e della vita bella insieme. Poi è arrivato il dottore, gli ha messo l’ago per la sedazione assistita. In 40 minuti si è addormentato e il giorno dopo papà è morto”.
ln carriera Pietruzzo Anastasi ha realizzato oltre 200 reti tra i professionisti, vincendo lo scudetto con la Juventus nel 1972, nel 1973 e nel 1975 e la Coppa Italia con l’Inter nel 1975. Sono state 25 le sue presenze con la maglia della Nazionale, con un totale di 8 reti e la vittoria dei Campionati Europei 1968. Prima di chiudere la sua straordinaria carriera decise di accettare l’offerta del Presidentissimo Costantino Rozzi e si trasferì ad Ascoli con la neanche troppo segreta speranza di realizzare il suo Centesimo gol in serie A. Tre stagioni indimenticabili dal 1978 al 1981 con un totale di 58 presenze in Serie A e 9 reti, con lo straordinario quarto posto nella stagione 1979/1980 con mister Giovan Battista Fabbri in panchina miglior risultato di sempre dei bianconeri marchigiani. E con quella maglia vinse anche e la Red Leaf Cup nel 1980 e il Torneo di Capodanno nel 1981.
Il 30 Dicembre 1979 Anastasi agguantò il suo obiettivo e il destino fu veramente beffardo: il Centesimo gol in massima serie lo realizzò proprio contro la ‘sua’ Juventus in quella che rimane l’unica vittoria nella storia dell’Ascoli in casa dei bianconeri di Torino con il punteggio di 2-3 (le altre due reti furono un autogol di Cuccureddu e un colpo di testa di Bellotto per l’Ascoli, una punizione di Tavola su tocco di Causio e un colpo di testa di Cabrini per la Juve).
Al “Comunale” di Torino, davanti ai suoi ex tifosi, Anastasi aprì le marcature di testa approfittando di un’uscita a vuoto del portiere della Juve e della Nazionale, Dino Zoff realizzando il suo 100° gol in Serie A. Fece il giro del campo a braccia alzate e i suoi ex tifosi della Juve gli tributarono una standing-ovation indimenticabile.
Nel dicembre del 2013 era tornato ad Ascoli e aveva partecipato al Teatro Ventidio Basso al Galà dello Sport ricordando con affetto gli anni di Costantino Rozzi e di quel grande Ascoli. “Impossibile per me e per la mia famiglia dimenticare Ascoli – ricordò nell’occasione – Ho vissuto emozioni incredibili in quei tre anni raggiungendo quel quarto posto con cui avremmo meritato di andare in Europa. E invece la sconfitta della Roma in Coppa Italia premiò il Torino che andò in Coppa UEFA al posto nostro. Sarebbe stato un gran bel regalo per il Presidente Rozzi. Costantino era una persona speciale. Riuscì a convincermi a venire ad Ascoli perché era sicuro che potevo dare una grande mano alla squadra. Era bravissimo a caricare i suoi uomini, a restituire coraggio anche a chi come me era ormai a fine carriera. Come Rozzi – concluse Anastasi dal palco del Teatro Ventidio Basso – ne nasce uno ogni cento anni”.
E si prese un’altra standing ovation dei numerosi presenti. Ciao Pietruzzo.