-di Paolo Avezzù –
Fermo il Campionato di massima serie Top 12, sabato 18 gennaio scorso allo Stadio “Mario Battaglini” di Rovigo si è svolta la finale della Coppa Italia di Rugby con il più classico dei derby, definito il “derby d’Italia”, che si è giocato per la 167^ volta, quello tra Rovigo e Padova. Una rivalità antica che è andata ancora una volta in scena davanti ad uno stadio pieno di 3.000 tifosi, tanti nonostante la pioggia battente, una pioggia che ha costretto i giocatori a disputare un match letteralmente nel fango, tanto che a fine partita sono stati definiti “gli angeli del fango”. Una curiosità: i giocatori del Petrarca Padova, per il colore nero della maglia, sono definiti per antonomasia “i tutti neri”, ma a fine partita tutti i 30 giocatori, sia del Petrarca che del Rovigo, erano realmente tutti neri per il fango, il colore delle maglie non si distingueva più e le facce di tutti erano sul “nero fango”. Ciò detto la sfida tra Femi-CZ Rovigo e Argos Petrarca Padova è stata vinta per 10 a 3 dai rodigini, che si sono aggiudicati la Coppa Italia di rugby per la prima volta in 32 edizioni, e con qualche finale persa (qualcuna psicologicamente ormai vinta, come nel 2011 con le Fiamme Oro, ma persa negli 8 minuti finali!!!). Una partita che ha visto il Rovigo dominante in touche ed in mischia, ma che ha rischiato grosso per la tenacia degli avversari, che sono andati in vantaggio per primi con un calcio piazzato ed hanno concluso il primo tempo per 3 a 0 a loro favore. Poi la forza del Rovigo si è fatta sentire e vedere ed al 53° minuto il capitano Matteo Ferro, “man of the match”, trova il buco giusto per infilare una meta in mezzo al fango del Battaglini. Il dominio finale della Femi-Cz Rovigo si concretizza con un fallo fischiato al Petrarca e la punizione centrata tra i pali che porta al risultato finale di 10 a 3. Tanta gioia tra i giocatori e, soprattutto, tra il pubblico di Rovigo, in un clima di vero fair play stile Panathlon. In campo, nonostante il fango e la tensione per la posta in gioco, si è visto un gioco sostanzialmente corretto, a fine partita i giocatori del Petrarca sono usciti tra gli applausi sinceri e meritati del pubblico di Rovigo e da ultimo, a differenza degli stadi di calcio, i tifosi non erano divisi rigorosamente in settori per evitare risse o scontri tra ultras, ma mischiati gli uni vicini agli altri. Io personalmente avevo vicino a me dei ragazzi di Padova e dietro di me dei tifosi di Rovigo: mai uno sfottò all’avversario, ma solo puro tifo per la propria squadra. Insomma quella che ho visto a Rovigo, con l’orgoglio di dire “io c’ero!”, è stata una vera e propria festa dello sport, che ha dato testimonianza di come sia possibile nella realtà, e non solo negli ideali, concretizzare il motto di noi del Panathlon “Ludis iungit”, cioè lo sport unisce!!!