- di Massimo Rosa –
Vi raccontiamo la storia di Tor Vergata, la Città dello Sport nelle buone intenzioni degli ideatori.
Il sogno era quello di dare alla città di Roma, ma soprattutto all’Università di Tor Vergata, una struttura in cui praticare le attività ludico-sportive, l’occasione erano i Mondiali di nuoto del 2009.
Vediamone insieme il percorso di questo ennesimo spreco pubblico, partendo dal 2007.
- Emiliano, l’estensore dell’artico sulla testata romana Blog il 22 marzo 2007, cioè tredici anni fa scriveva:
«06 aveva annunciato tempo fa dell’imminente costruzione della Città dello sport a Tor Vergata. Beh, ieri è stata posta la cosiddetta prima pietra… Questa volta nessun commento alle foto del rendering progettuale … Una sola cosa: io la trovo straordinario!
Ps: l’opera sarà conclusa per il 2009, costerà 320 milioni e oltre allo stadio del nuoto e quello del basket prevede anche la realizzazione di 1500 alloggi per studenti universitari, della torre del rettorato della Seconda università e quattro piscine all’aperto…»
E questo era ciò che titolava il Corriere della Sera 6 marzo 2015
«Roma, la Città dello sport di Calatrava già costata 200 milioni e che forse non sarà mai terminata
Per completare l’opera avveniristica, che si trova a Tor Vergata, servirebbero altri 426 milioni. Sei volte la stima fatta quando venne ideata…»
(La Redazione)
Un passo indietro
- Roma 2005 la giunta presieduta da Walter Veltroni dà il via al progetto della Città dello sport, i cui impianti sarebbero sorti su un terreno di 600 ettari di proprietà dell’università di Tor Vergata, dando così vita ad un campus degno delle più rinomate università.
Per questo progetto fu scomodato l’Archistar Santiago Calatrava, proprio quello del ponte di Venezia con i gradini pericolosi, il quale previde di costruire un paio di palazzetti dello sport, uno per il basket ed uno per il nuoto. Essi avrebbero dovuto essere edificati l’uno di fronte all’altro, vista due laghi artificiali, dando all’insieme una forma di quadrifoglio. Il Calatrava nei suoi studi previde anche altri impianti, quali la pista di atletica, piscine al coperto e scoperto, oltre ad una torre di novanta metri per ospitare il rettorato e 1.500 posti per gli studenti dell’università.
Se il costo iniziale era di 60 milioni, una cifra accettabile, oggi per terminare l’intera opera ne occorrono 11 volte di più, cioè 660 milioni di euro! E non sarebbero sicuramente gli ultimi.
Cosa è successo?
E’ successo di tutto e di più. Innanzitutto l’aggiudicazione della gara d’appalto è stata assegnata a 120 milioni di euro, per la cronaca alla Vianini Lavoro del gruppo Caltagirone. Vista l’assegnazione dei Mondiali di nuoto a Roma per il 2009 si pensò di utilizzare le piscine che sarebbero state costruite a Tor Vergata. Ma il ritardo dei lavori dirottò il Comitato organizzatore a usufruire del Foro Italico, che fa il proprio servizio dal Ventennio, quando le opere pubbliche erano portate a termine in tempi brevi.
Nel frattempo
Quanto era stato edificato aveva ulteriormente alzato i costi, arrivati nel frattempo a 240 milioni. Il ripiegamento sul Foro Italico costò in questo modo altri 45 milioni. Così nel 2009 per la mancanza di fondi i cantieri furono chiusi, lasciando Tor Vergata con le sue Vele incompiute, che sono l’emblema della splendida idea architettonica di Calatrava.
- Nel 2011 la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 riaccese gli entusiasmi romani, soprattutto dei politici. Così si riparlò di terminare la Città dello sport per l’appuntamento a cinque cerchi. Intanto i milioni spesi erano arrivati a 240. Ma Mario Monti, il freddo bocconiano, spense il sogno: l’Italia non ha soldi, quindi piedi per terra.
- Si arriva così al 2016 per sentire una volta ancora le pericolose dabbenaggini dei politici a proposito di Olimpiadi e di impianti per ospitarle, tra questi, naturalmente, Tor Vergata, che è la bella incompiuta, e che avrebbe avuto la necessità, se Roma fosse stata candidata, di un restyling per uno stadio polifunzionale di 15.000 posti per ospitare gli sport indoor (Le Olimpiadi richiedevano 42 strutture sportive, il Comitato romano ne aveva dichiarate 33 già esistenti. Saranno come la Città dello sport? …cioè nel degrado?).
- 2017, dunque a Tor Vergata da anni il degrado regna sovrano, come purtroppo accade nel nostro Paese quando si tratta di opere pubbliche, tanto i soldi sono dei cittadini.
Un’annotazione di non poca rilevanza è che la cifra necessaria per terminare la Città dello sport risponde al 24,3 % dei soldi necessari (1.751.000.000 euro) per portare ultimare altre 683 opere pubbliche abbandonate, delle quali 83 si trovano nel Lazio.
Last but not least è la genialata di fare dei manufatti esistenti, con l’aggiunta di altri soldi per il riadattamento, di un polo della scienza (rettore Novelli). Non contenti si è anche andati oltre pensando di trasformare il palasport delle Vele in un mega orto botanico (delegata per l’ambiente dell’Università Antonella Canini), che sarebbe il più grande d’Europa, per costituire una nuova attrattiva turistica per Roma, come se ne avesse bisogno.
E’ proprio il caso di dire:“Quando i sogni muoiono all’alba”. Ho detto tutto, passo e chiudo.
P.S. Un invito a vedere l’interessante video-denuncia su Youtube prodotto dalla Codacons, il sindacato dei consumatori, il cui titolo è: “La vela di Calatrava, il sogno inutile”.