Chi soffre d’asma può fare sport? Consigli sul trattamento dell’asma e quali sport sono più indicati per chi ne soffre e quali controindicati.
di Antonio Giovanni Dezio
Specialista in pneumologia e clinica pediatrica
Salute
ASMA E SPORT
Si definisce “asma da sforzo” o “asma da esercizio fisico” una particolare forma di asma bronchiale. Si manifesta con tosse, sibilo prevalentemente espiratorio, difficoltà respiratoria e senso di costrizione toracica durante o dopo 5-10 minuti di esercizi fisici che comportino un aumento della ventilazione polmonare.
L’esercizio fisico rappresenta dunque un trigger che può scatenare l’asma e, che agisce su una infiammazione cronica delle vie aeree. In alcuni pazienti può essere l’unica manifestazione dell’asma.
Spesso lo sforzo può essere solo una concausa dell’asma. Questa può presentarsi dopo esposizione a fattori ambientali, presenti dove si svolge l’attività fisica. Un esempio è la corsa in primavera in un campo ove fioriscono graminacee per coloro, che presentano una sensibilizzazione a tali allergeni. Altro esempio pattinare sul ghiaccio al freddo o in piscina dove si libera cloro.
La prevalenza dell’asma da sforzo nei soggetti asmatici varia dal 40% all’80%. E’ più frequente (fino a 90%) nei bambini e negli adolescenti probabilmente, perché a questa età si iniziano ad intraprendere attività sportive più impegnative.
Quali sport scatenano asma?
Quali sono le attività sportive che possono scatenare l’asma?
Il nuoto è sicuramente lo sport che provoca meno l’asma e quindi l’ideale. L’incremento della ventilazione polmonare è moderato e, realizzato con una frequenza respiratoria non elevata (frequenza respiratoria sincrona con le bracciate). Inoltre è eseguito in ambiente umido, riscaldato, e condotto con frequenti periodi di riposo. Unico effetto secondario negativo è l’azione irritativa del cloro e derivati e la possibile presenza negli spogliatoi, ad alto grado di umidità, di acari e muffe, ai quali spesso gli atleti risultano allergici. La conseguenza è una maggiore incidenza di crisi asmatiche sotto sforzo.
Altre attività a rischio asmogeno ridotto sono quelle che comportano sforzi intensi ma di breve durata e con scarso impiego di ventilazione. Sono gli sport di potenza e destrezza come: sollevamento pesi, lotta, scherma. Sono particolarmente consigliati gli sport di squadra, attività di tipo aerobico-anaerobico alternato, come: il calcio e la pallamano. Richiedono corse non continuative alternate a periodi di sosta.
Invece la corsa libera e il ciclismo sono tra le attività sportive che di più scatenano l’asma.
Non sono indicati gli sport che si svolgono in ambienti a rischio o in condizioni estreme: deltaplani, paracadutismo, alpinismo d’alta quota, sport motoristici e sport subacquei.
Chi ha l’asma può fare sport
Comunque, ad eccezione di queste ultime attività, l’asma da sforzo non comporta l’abbandono assoluto dell’attività sportiva. Si è visto, infatti, come una regolare attività fisica e sportiva è in grado di migliorare la condizione fisica e la tolleranza allo sforzo nell’asmatico sotto controllo. Lo sport sposta più in alto la soglia di scatenamento dell’asma. Questo ha portato ad ipotizzare una “sports therapy”, come parte di un programma di riabilitazione per l’asma del bambino e dell’adolescente.
Dunque la scelta deve, per quanto possibile, rispettare i desideri e le inclinazioni personali. I soggetti asmatici devono poter praticare la maggior parte degli sport, sia a livello dilettantistico, sia agonistico. Affinché questo sia possibile, è necessario che la malattia asmatica sia adeguatamente controllata attraverso particolari accorgimenti pratici e, con specifici trattamenti farmacologici.
Trattamento della malattia
Il trattamento della malattia ha l’obbiettivo di rendere possibile qualsiasi attività della vita quotidiana, compreso l’esercizio fisico. Consiste nel procedere con diversi approcci sia farmacologici che non.
Le modalità di intervento farmacologico prevedono:
1) Il trattamento preventivo prima dello sforzo
2)La terapia di fondo della patologia con antiinfiammatori
3) Il trattamento dell’episodio acuto.
L’intervento non farmacologico consiste nella giustaprofilassi ambientale e, in una adeguata modalità di allenamento attraverso esercizi di preriscaldamento. Quest’ultimo è utile nella prevenzione e consiste nell’alternare sprint brevi ma intensi (15-30 sec) seguiti da riposo attivo (60-90 sec) per circa 30 min.
Un accenno, infine, alla buona funzionalità nasale: respirando con il naso, l’aria è umidificata e riscaldata e questo sicuramente previene l’asma.
Per concludere l’esercizio fisico non è un ostacolo nel soggetto asmatico, a patto che l’asma venga affrontata e gestita in modo corretto.