Di Claudio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 1954
Chișinău – Rimasugli d’una mia “missione” in Moldova/Moldavia (formalmente Republica Moldova/Repubblica di Moldavia) intrapresa dal 28 giugno al 5 luglio 2013.
Si trattò d’un viaggio-realtà e d’una serie di incontri per conto di un’ong di Lugano (Svizzera), di cui facevo parte, per saggiare situazioni di disagio economico, sociale, sanitario di cittadini moldavi d’origine italiana (ma non solo loro), in vista di possibili aiuti.
L’esperienza si rivelò densa di aspetti umani toccanti, coinvolgenti, sensibili.
Fu Andrei Basso, presidente della Comunità degli Italiani nella Repubblica Moldova, ad accompagnarmi tra discendenti di connazionali perduti. Mi condusse, tra altri, da Natalia Andrieş (ex personaggio televisivo) e dalla figlia Larisa Kuzilenkova (ex campionessa di salto in alto), allora rispettivamente di 79 e 58 anni, in un appartamento del Sectorul Botanicǎ, nella capitale Chişinǎu. Il labrador che bighellonò per le stanze durante la mia permanenza fece da padrone, lasciando un pregnante odore di pelo misto a quello stagnante di qualche frittura. Un mix olfattivo, almeno per me, non proprio gradevole…
Natalia e Larisa, discendenti dei Basso emigrati dalla Liguria, vissero due distinte pagine d’orgoglio personale e pubblico. L’anziana madre sfoggiò ancora i tratti della lontana bellezza, di quando, nel 1958, fu la prima presentatrice della neonata televisione moldava in piena epoca sovietica. Introdusse programmi per circa un anno passando poi al lavoro di regista per 40 anni che le consentì di percepire, dal 2004, una pensione mensile di 1.200 lei moldavi, pari a circa 63 euro attuali.
«In quei tempi dovevo stare zitta sulle mie origini italiane per non andar incontro a guai. – ricordò Natalia, tradotta da Andrei – Apprezzavo Leonid Bréžnev (Kamenskoe, 19 dicembre 1906 – Zareč’e, 10 novembre 1982, segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica dal 14 ottobre 1964 fino alla sua morte, n.d.a.) che, tra il 1950 ed il ’52, fu il primo segretario del Partito Comunista moldavo nella Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia. Bréžnev era più o meno “democratico”, aveva il fascino dell’attore e per merito suo la vita in Moldova trascorreva relativamente facile. Leonid mi piaceva come uomo ma come politico no».
Larisa, rimasta in silenzioso ascolto del dialogo con la madre, mi confidò poi di camminare con estrema fatica servendosi d’una stampella. Soggetta, da circa un anno, ad osteoporosi, con una diagnosi definitiva datale in febbraio. Avrebbe dovuto subire quanto prima un intervento chirurgico raccomandato alla gamba sinistra, con l’applicazione d’una placca d’acciaio, ma il costo dell’operazione e della degenza ospedaliera, 2.500 euro, fu improponibile per lei, titolare d’una pensione di 750 lei moldavi mensili, oggi nemmeno 40 euro.
«La mia malattia è la conseguenza dell’atletica leggera praticata a livello agonistico dal ’68 all’80, nel salto in alto internazionale. – mi volle precisare, ancora tramite Andrei – Con la nazionale d’atletica leggera dell’Urss ho gareggiato in varie parti del mondo senza mai abbassarmi ad assumere anabolizzanti od altre porcherie come, invece, hanno fatto altri sportivi da me conosciuti nel corso della mia carriera e che sono già morti».
«Per merito dei risultati ottenuti nello sport potevo vivere a Mosca. – annotò Larisa con un certo rammarico, tirando fuori dal cassetto per mostrarmele una parte delle medaglie conquistate nel corso della sua carriera – Ma ho voluto tornare in Moldova, a Chișinău, tra la mia gente. Per il mio problema di salute, che s’aggrava sempre più, ho scritto a ministeri, associazioni di categoria ecc. spiegando il mio bisogno e ricevendo solo promesse. Una triste fine per me che anni fa saltavo ad altezze da record».
In seguito, di Natalia e Larisa non ebbi più notizie, purtroppo. Ed anche lo stesso Andrei Basso, da me interpellato in merito (e che, dopo aver acquisito la cittadinanza, si trasferì in Italia), mi riferì d’aver perso qualsiasi contatto con loro…