Il Panathlon club Milano, in collaborazione con il Panathlon Club Brescia, lo ha accolto, lo ha ascoltato e l’ha persino commosso. In particolare quando il past president del PC Milano, Filippo Grassia, guardandolo negli occhi, gli ricorda il premio vinto alla memoria di Stefano Farina nel 2020. Un amico, ancor prima che un maestro. Daniele Orsato si schiarisce la voce e si passa pollice e medio attorno agli occhi. Non ci sembra di avere di fronte l’arbitro che più di ogni altro ha diretto in Serie A, alle spalle dell’inarrivabile Concetto Lo Bello. Orsato non ha solo la statura fisica, ma anche il carattere forte delle sue montagne. Quelle che lo hanno plasmato nella semplicità e nell’onestà intellettuale. Innanzitutto con se stesso: “Volevo smettere dopo il Mondiale”, spiega durante la conviviale per lui organizzata allo Sporting club di Milano2, “mia mamma mi convinse a provare ad arrivare all’Europeo. L’ho fatto, poi le promisi che avrei chiuso. Mia mamma l’ho persa tre mesi fa, proprio prima degli Europei”. Parla della sua vita di arbitro, della sua umiltà nel sapersi reinventare a 31 anni, “imparando l’inglese per diventare internazionale”.
Durante la serata, in cui si presenta il libro ‘Anche gli arbitri hanno un cuore – Storie di passione col fischietto’ del socio panathleta Giulio Mola, capo dello sport de Il Giorno, lo ascoltano in tanti. C’è anche una nutrita delegazione di dirigenti arbitrali: Zaroli, Ostinelli, Maggio, i presidenti delle sezioni Aia di Schio e Piacenza oltre a un grande ex come Facchin. Tutti presenti nella partita dei ricordi di un collega che ha segnato un’epoca. Dirigendo una finale di Champions, quella del 2020 a porte chiuse – causa Covid – tra Psg e Bayern Monaco, ma anche grandissime partite internazionali come i 4 incroci fra Real Madrid e Manchester City: “Nelle sfide tra grandi squadre quasi non si fischia, per merito dei giocatori. Come appunto in Manchester City-Real Madrid”.In campo erano il carisma e la capacità a tenere a bada i calciatori più importanti a livello internazionale. A Segrate – nella serata in cui Laura Schiffo, presidente del Panathlon club Brescia, e Filippo Grassia, Past President del Panathlon Club Milano, consegnano il premio alla carriera ad Orsato – la semplicità con cui il 49enne fischietto veneto si apre e parla di sé colpisce tutti quanti. Con occhi che hanno la capacità di inchiodare chi lo osserva, ma al tempo stesso di raccontare ciò che è nascosto dentro l’animo dell’uomo che ha diretto le sue ultime partite all’Europeo 2024 senza mai dimenticare il mestiere di elettricista. Per il futuro di Orsato, si parla di un percorso formativo in Aia: “C’è un progetto, spero si concretizzi. Mi piacerebbe insegnare. E soprattutto ridare tutto ciò che ho ricevuto. E che è stato tanto”. Un arbitro straordinario, un uomo di particolare sensibilità, come figura nella targhetta del Premio alla carriera