Di Mirko Rimessi – Redazione Panathlon Ferrara Area5
Judo, Gennaro Pirelli (100kg) contro Teddy Riner (140kg). La categoria é la +90kg, l’ultima, ed é questo a garantire l’equità dell’incontro (perché il regolamento é il regolamento)*. Sembra Davide contro Golia. E Davide/Gennaro combatte fino alla fine, porta il gigante francese al golden point, lo tiene lì oltre due minuti e perde solo per una dubbia decisone arbitrale, che lo punisce per un “falso attacco”, non valutando che la differenza di stazza potesse dare questa apparenza. Gennaro accetta senza fiatare, sorride e stringe la mano alla leggenda Francese del judo. Perché nello sport va bene la tecnica, la preparazione e mille fattori, ma quello fisico rimane preponderante, così come il rispetto dell’avversario e dell’arbitro. Grande Gennaro, orgogliosi di te. E anche il pubblico parigino, di parte ma corretto, se ne é accorto. #fairplay #fairplayinaction #paris2024
Come si racconta un quarto posto? Non é mica facile, non é facile per nulla. Mica tutti sono come Benedetta Pilato, che solo a conoscere la sua storia e a vedere il suo sorriso sarebbe filato tutto liscio. Di solito non é così. Un quarto posto olimpico é un successo, ma per chi lo ottiene pesa tantissimo, perché al collo non c’è la medaglia che, con tutta la sua consistenza, ha trasformato il peso dei sacrifici fatti per ottenerla. Quei sacrifici, con il loro peso, rimangono lì. E non é mica detto che siano inferiori di quelli fatti dai tre arrivati davanti. Contrariamente a quello che molti credono, il quarto non si é allenato in meno, non ha mancato d’impegno o dedizione o ha sgarrato di più. Lo sport non é scienza esatta. Ci vuole equilibrio, tatto e consapevolezza di “tutto” per raccontare un quarto posto. Pronti a chiedere scusa se si ha fatto, in buona fede, un errore. E riprovarci la volta successiva che capiterà, consci che non sarà mai facile raccontare un quarto posto. #paris2024