LE ATP FINALS AD UN PASSO DAL GIRONE UNICO TRA PARADOSSI, CONTORSIONI E INCERTEZZE.
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
GIORNO 4
Ieri pomeriggio Djokovic, anche se appena riconfermato n. 1 del mondo nella classifica ATP, ha rischiato di essere tagliato fuori dalle semifinali di queste Finals quando ha perso il proprio servizio nel quinto gioco del secondo set contro Hurkacz, che ha trasformato tale rischio in certezza conquistando il set grazie a quel break. La mini-impresa del polacco (che tuttavia ha poi perso l’incontro con il serbo) ha dato a Sinner la certezza di accedere alle semifinali come primo o come secondo del girone, mentre le sorti di Djokovic rimanevano legate unicamente all’ipotesi che Sinner vincesse con il danese: se invece Rune avesse battuto Sinner, il serbo sarebbe arrivato terzo. Invece, per fortuna di Djokovic, l’italiano è riuscito per la prima volta a compiere l’impresa di battere Rune.
Per la verità il rischio dell’eliminazione di Djokovich è apparso legato ad un filo sottilissimo nell’ottavo gioco del terzo set, quando Rune ha avuto un break point sul punteggio di 4-3 a suo favore: il danese, se avesse poi messo dentro il lungolinea di rovescio che invece ha mandato fuori, avrebbe consolidato il vantaggio a 5-3, ad un game dalla vittoria e con il servizio a disposizione. Invece con quell’errore ha perso tutto, perché Sinner ha tenuto il proprio servizio e poi addirittura l’ha strappato all’avversario nel gioco successivo, per concludere infine vittoriosamente l’incontro al decimo game.
Dunque Djokovich ha rischiato il baratro dell’eliminazione affidando tutte le proprie sorti a quel break point che Sinner ha sperato di poter difendere (riuscendoci per errore di Rune), mentre ora lo stesso Djokovich, grazie a quel punto, è tornato in corsa per vincere queste Finals: un paradosso al limite dell’incredibile, che smonta i criteri granitici delle regole del tennis, basate sul principio della vittoria per eliminazione diretta. Queste confusioni si ritrovano persino nelle vuote parole della mediocre e ampollosa filastrocca ripetuta ogni tanto su nastro agli incolpevoli telespettatori: “non è un semplice duello, ma uno scambio” (di che cosa?)”, … “a battersi sono sempre in due” (anche in doppio?).
La realtà attuale è comunque tutta a favore di Sinner, che si è preso la soddisfazione di superare il n.1 del mondo e, per la prima volta, anche Rune, arrivando imbattuto alle semifinali.
Aggiungiamo che Yannik avrebbe anche potuto rinunciare al terzo set con Rune e ritirarsi, a causa dei dolorini alla schiena che stava accusando. Ma non l’ha fatto: per rispetto sia per gli spettatori, sia – soprattutto – per i valori etici dello sport, portando così la qualità del proprio profilo ad un livello di assoluta eccellenza.
Per quanto riguarda l’andamento dell’incontro, il primo set (terminato a favore di Sinner per 6-2) praticamente non è stato giocato da Rune, entrato in campo in uno stato di semiparalisi psichica che l’ha quasi completamente bloccato facendogli perdere subito il servizio per due volte consecutive, inducendo la madre-tifosa ad uscire dallo stadio per disperazione.
Nel secondo set Rune è tornato invece ad essere se stesso: giocatore completo in tutti i colpi e pronto ad aggredire l’avversario soprattutto in avanti. Dal canto suo Sinner ha continuato ad esprimersi al massimo livello, basandosi su colpi profondissimi, anticipati e piazzati. Nessun break per undici game (ma con due rischi per parte), fino a quando Sinner, sul punteggio di 5-6, ha ceduto il proprio servizio, perdendo quindi anche il set.
Molto incerto il terzo set, in cui Rune ha rischiato il break tre volte nei primi 5 giochi e Sinner una volta (come abbiamo già riferito) sul punteggio di 3-4, riuscendo poi a riprendere in mano definitivamente le redini dell’incontro.
Sinner, primo nel girone verde, incontrerà in semifinale Medvedev, secondo del girone rosso, mentre Alcaraz (primo del rosso), affronterà Djokovic (secondo del verde).
Domenica la finalissimi tra i vincitori delle semifinali.