Di Mirko Rimessi – Redazione Ferrara Area5 Emilia Romagna Marche
Incuriosito da una famiglia formata da mamma-Del Piero che portava a spasso il piccolo-Ronaldo (il Fenomeno), seguiti dal papà romanista e altra figlia ancora in maglia Inter, decido di fare un giro attorno al Paolo Mazza in questo giorno di “festa dello sport”.
E li scorgo Chiesa e D’Ambrosio (mi perdoneranno per la foto) che attendono parlottando e bevendosi una birra l’apertura dei cancelli, maglie di ogni tipo e accenti di tutta la penisola camminare assieme in questa calda giornata, assorti da pochi problemi, come trovare un po’ di refrigerio e magari un buon gelato, capire se il Castello Estense é lontano, in modo di poterlo vedere prima di cercare di accaparrarsi una foto o, magari, un autografo, con i loro begnamini di una vita, alcune bandiere di una squadra, molto patrimonio di tutto il Calcio, non solo italiano.
Tutti mescolati, con la sola voglia di godersi il momento, aldilà di colori e distanze geografiche. Perché sí, questo é lo sport e questo é come dovrebbe essere vissuto: un momento di gioia e di distrazione, per chi assiste. Nulla di più. L’esaltazione del fair play del tifo, della voglia di divertirti guardando, nel caso di oggi, rotolare un pallone.
Benvenuta, allora, “operazione nostalgia”, e che magari, manifestazioni come questa, facciamo capire che ci si é troppo allontanati da quello che dovrebbe essere.
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