PER IL “PREMIO DONNA: SOCIETA’, CULTURA, SPORT”
Le due Associazioni, in occasione della ‘Giornata Internazionale della Donna’ hanno rinnovato il comune impegno a perseguire la parità di genere nello sport.
di Ludovico Malorgio – Redazione Lecce Area8 Puglia Calabria Basilicata
Il patto di ferro tra il Panathlon Club e la Federazione Italiana Donne Arti, Professioni e Affari (Fidapa) Lecce é del 2006. Da allora, con la sola interruzione causata dalla pandemia di Covid, le due associazioni, nel mese di marzo,con un incontro interclub ribadiscono l’attenzione nei confronti della donna e delle sue problematiche. Non una festa, nemmeno una celebrazione rituale, ma una testimonianza-invito alla riflessione sulla condizione della donna, sul suo rapporto con il lavoro, le professioni, la cultura e lo sport. Panathlon e Fidapa hanno assegnato il ‘PREMIO DONNA 2023’ nel corso di una serata svoltasi in occasione della ‘Giornata Internazionale della donna’ nel salone delle feste dell’Hotel delle Palme di Lecce. Hanno ricevuto l’ambìto riconoscimento tre donne che nei rispettivi campi d’azione hanno saputo imporsi e valorizzare il loro ruolo: Silvana Rosato, architetto, presidente Fidapa uscente, intraprendente protagonista della vita associativa per il biennio 2021/23, Silvia Carofalo, laureata in scienze bancarie e assicurative, componente del Consiglio di Amministrazione dell’U.S. Lecce, un “unicum” nel calcio di serie A, e Carla Palmieri, farmacista, scrittrice e attiva operatrice culturale con al Fondazione che porta il suo nome. Hanno partecipato all’incontro interclub il Governatore dell’Area 8 del Distretto Italia del Panathlon avv. Mario Coluzzi, la vice presidente del Consiglio Comunale di Lecce Lidia Faggiano, il vice presidente della Provincia di Lecce Antonio Leo, il presidente provinciale del Coni Luigi Renis con numerosi panathleti e socie Fidapa. Nel corso della serata sono emerse, in tutta la loro complessità, le difficoltà, le prevaricazioni, i disagi, spesso la violenza, che le donne subiscono per effetto della discriminazione di genere. Problematiche tuttora insolute, in una società in cui la disuguaglianza tra uomini e donne si avverte in tutti gli ambiti, economico, sociale, politico e sportivo. A ragione sono state evidenziati i pregiudizi, i retaggi di una mentalità retrograda che relegava la donna al ruolo di madre, ne limitava le legittime aspirazioni e negava addirittura diritti più elementari. E’ stato evidenziato come nello sport il divario da colmare tra maschi e femmine sia ancora abbastanza profondo. Nei Paesi civili faticosamente e molto lentamente la situazione é migliorata, ma non é stata raggiunta la parità di genere, anche sono stati superati gravi ostacoli che impedivano alle donne di partecipare ad alcune discipline sportive. Fortunatamente lo sport si é sviluppato molto negli ultimi venti anni. Secondo recenti dati, lo pratica il 39,8% degli uomini contro il 29,6% delle donne. Oggi la differenza uomo/donna si è molto ridotta, ma in molte parti del mondo molti sport sono ritenuti maschili e vergognosamente preclusi alle donne. La mentalità maschilista condiziona anche le istituzioni pubbliche che dovrebbero garantire parità di diritti . Un esempio della differente considerazione delle istituzioni pubbliche verso gli uomini e le donne che praticano lo sport, venne opportunamente evidenziato nel 2007 in un convegno “interclub” Panathlon-Fidapa, dalla dottoressa Vera Poli, all’epoca delegata allo sport femminile dal Governatore dell’8^Area del P.I. Oronzo Amato. Vera Poli era figlia di Giosuè Poli (1903-1969) poliedrico atleta barese (vice campione italiano di decathlon nel 1926 e campione italiano juniores di Pentathlon nel 1928) poi tecnico, dirigente, giornalista e presidente nazionale della FIDAL dal 1961 al 1969. Dopo la morte del padre Vero Poli ha continuato a dedicarsi alla promozione del lo sport giovanile e femminile con iniziatine mirate realizzate in Puglia ed in numerose città d’Italia. Nel convegno, a cui accennavamo prima, la signora Poli tenne una interessantissima relazione sullo sport femminile e le problematiche ad esso connesse. Parlò delle difficoltà che le donne sono costrette ad affrontare nello sport e mise al primo posto delle criticità oggettive le strutture sportive, pensate e costruite al maschile, senza la pur minima attenzione alle esigenze delle atlete. Prima fra tutte indicò i servizi igienici destinati ad esse, assolutamente assenti in palazzetti, palestre e centri sportivi. Le dichiarazioni della dottoressa Poli ebbero un effetto dirompente, furono una specie di pugno in faccia a guardia abbassata, perché nessuno, probabilmente prima di allora, aveva riflettuto su questo aspetto che rivela una grave ed evidente sottovalutazione di problemi legati alla carenza di confort che l’essere donna richiede. Da quel momento il Club di Lecce ha accentuato il suo impegno con iniziative mirate. Dal 2006 ad oggi il Panathlon ha assegnato il ‘Premio Donna’ a rappresentanti femminili dello sport, delle istituzioni, della politica, del lavoro, dell’arte, della cultura, del giornalismo e della musica. Tra queste la presidente del Comitato Provinciale FIGC Luana De Mitri, la vice presidente del Lecce Calcio Giulia Tesoro (2012- 2015) e la musicista Carolina Bubbico, direttore d’orchestra di Lecce, che nel 2015, a soli 25 anni, diresse il ‘Volo’ al Festival di San Remo vinto proprio del trio di giovani tenori. Con l’edizione 2023 del Premio il Panathlon Club e Fidapa Lecce hanno aggiunto un altro importante tassello al già ricco mosaico della ‘Giornata della Donna’ in Salento. Continueranno a farlo in futuro con l’impegno quotidiano e costante di mantenere alta l’attenzione verso la condizione femminile nell’ottica di definitiva soluzione di ogni problema.
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