DOPO MUSETTI ESCE ANCHE BERRETTINI. IN MODO SIMILE
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Giorno 2
Che differenza c’è tra un campione e un ottimo giocatore? Potremmo discuterne per giorni. Ma, più semplicemente, basterebbe fare riferimento a quello che ci hanno mostrato ieri nel primo turno degli Australian Open il trentacinquenne Murray e il ventiseienne Berrettini., entrambi accaniti e stoici collezionisti di acciacchi. Il primo è (ancora) un campione. Mentre il secondo non lo è mai stato e molto probabilmente ha ormai perso il treno per diventarlo, nonostante sia in possesso di tutti i colpi (in particolare di un servizio micidiale.
La differenza si può notare nella capacità di addomesticare la palla, mandandola dove si vuole soprattutto nei momenti più critici, perchè il tennis è una maratona discontinua di tantissime gare ad ostacoli, in cui vince non chi ha più resistenza giocando a testa bassa, ma chi invece riesce a mantenere alta la fronte dominando le proprie emozioni nel confronto con l’avversario: quindi comportandosi non come se si trovasse davanti ad uno specchio come viene noiosamente propagandato, ma tenendo ben presenti le caratteristiche dell’altro per metterlo in difficoltà quando ciò diventa assolutamente necessario.
Matteo ha avuto l’occasione di vincere nel decimo gioco del parziale decisivo. Murray stava battendo e si trovava in svantaggio per 4-5 e 30-40. Berrettini si è trovato a pochi passi dalla rete a dover controllare come su un piatto d’argento un comodissimo passante, che gli avrebbe consegnato la vittoria nell’incontro. Ma purtroppo la sua mano ha tremato perché in quel momento la parte emotiva del suo cervello ha fatto prevalere l’ansia sull’aggressività, con tanti saluti per chi si ostina ad utilizzare soltanto i principi della biomeccanica, come se l’uomo fosse semplicemente assimilabile ad una macchina di ossa e muscoli, ignorando l’importanza della gestione mentale delle competizioni sportive, che non possono essere ridotte a tattiche e strategie da elaborare a tavolino , ma dovrebbero essere studiate includendo il rapporto dell’atleta con la paura, la calma, l’esaltazione, la concentrazione e la depressione (tutta materia tipica della psicologia sportiva). Chi lo fa e chi non lo fa?
Matteo, sbagliando quel match-point, ha mostrato in quel momento tutta la differenza che esiste tra lui e Murray. E lo scozzese, lottando eroicamente fino all’ultima palla, ha confermato di essere quello che ancora riesce ad essere: un vero campione. Sarebbe anche interessante sapere se l’impassibile Lendl (o la sua controfigura mascherata) contribuisca dalla panchina a tenere viva la forza mentale di questo straordinario tennista.
La sconfitta di Berrettini sembra essere quasi una fotocopia di quella di Musetti: sconfitta nei primi due set, recupero nei due successivi, crollo nel super tie-break.
Ha perso anche il giovane Bellucci, che però ha avuto la soddisfazione di partecipare per la prima vola ad uno slam. Contro Bonzi (n. 62 ATP) non è andato al di là di una onorevole sconfitta in 4 set, giocando tuttavia alla pari.
A questo punto le speranze della rappresentanza maschile rimangono affidate solo a Sinner e a Sonego, perché è ben difficile che Fognini sia in grado di rimontare su Kokkinakis, il cui incontro è stato sospeso sul punteggio di 6-1, 6-2 e 4-2 per l’australiano a causa della pioggia.
In campo femminile Camila Giorgi (n. 69 WTA) ha strapazzato, la russa Pavlyuchenko (n. 64) con un sonoro 6-0, 6-1. Invece Martina Trevisan e Jasmine Paolini, sconfitte rispettivamente da Schniedlova e da Samsonova, escono dallo slam.
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