Prima OND Provinciale, poi ENAL e finalmente Circolo Tennis Scaligero, il circolo dove è nato il Panathlon Superbowl nel 2002
Di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Forse ai molti veronesi stessi è sconosciuta l’origine di uno dei più vecchi circoli sportivi della città di Giulietta Capuleti, per lo meno alle nuove generazioni. Per saperne qualcosa bisogna ricorrere, se la
memoria li sostiene, alle persone che navigano sulla nave degli ottant’anni, o giù di lì.
E’ il 1937, il XV° dell’Era Fascista, quando il camerata Martini, segretario del Dopo Lavoro
Provinciale, dà il via ai lavori di sterro, con il classico colpo di piccone, di quella che sarà
un’antesignana “cittadella sportiva”, collocata nella circonvallazione Cristoforo Colombo, nel
popolare quartiere di San Zeno.
Contrariamente ai giorni nostri, quando le decisioni erano prese (erano sempre irrevocabili!) si
procedeva con la celerità dell’epoca.
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Il nuovo centro progettato sarebbe dovuto servire ai 39 mila lavoratori della provincia veronese per
passare il tempo libero facendo attività ricreativo-sportiva.
Due anni dopo il 2 luglio, avveniva l’inaugurazione, ed il giorno successivo arrivava addirittura Achille Starace, segretario del PNF e presidente del CONI, per dare il via alla vera e propria attività agonistica del nuovo complesso sportivo.
Per sistemare il tutto furono smossi 13 mila metri cubi di terra, che impegnarono diverso tempo prima di passare alla costruzione degli impianti progettati.
Nel febbraio del ’39 s’iniziavano così i lavori architettonici e tecnici per creare le strutture che
dovevano esservi ospitate.
L’ingresso, che si trova ancora in viale Cristoforo Colombo (dove oggi c’è il “Giardino d’Estate
al semaforo di Borgo Milano), era reso maestoso da quattro piloni in marmo rosso di
S.Ambrogio.
L’impianto era suddiviso in due parti: nella prima si trovavano una pista di pattinaggio (odierna
ex pista da ballo) di 924 mq., costruita in mattonelle di asfalto, che poteva essere utilizzata
anche diversamente; ai lati di questa trovavano spazio i campi di bocce; il tutto servito da una
costruzione bassa per lo spaccio di bevande.
Questa prima parte era dotata di un moderno impianto di illuminazione per l’attività serale.
L’intero complesso era dominato da un alto pilone porta-bandiera, sul cui basamento
troneggiava un’iscrizione del Duce: “ Le prodezze sportive accrescono il prestigio della Nazione
ed abituano gli uomini alla lotta ideale in campo aperto attraverso la quale si misura non
soltanto la prestanza fisica ma il valore morale dei popoli”.
L’altro settore, quello più sportivo, attraversato per la sua lunghezza da un viale, era dominato
da una pista di 329 metri, della larghezza di 5, dove si trovavano 4 corsie. Nel punto di
raccordo, con il rettilineo, iniziava una dirittura d’arrivo lunga 140 metri, con 6 corsie.
Le piste erano costruite in carbonella e tuffolina compressa.
All’interno di questo anello si trovavano un campo di Pallacanestro ed uno di pallavolo di
dimensioni internazionali, generosamente offerti da ditte locali, come si leggeva nelle cronache
dell’epoca.
Esternamente ancora due campi di pallavolo, confinanti con le pedane di salto in alto, lungo e
triplo.
Non poteva non mancare il campo di tamburello che trovava la sua collocazione nel vallo a
ridosso delle mura.
Se di là v’era la costruzione per la mescita delle bevande, di qui, invece, si trovava una
moderna palazzina servizi progettata dal pittore “Verossi” e dall’architetto “Cazzaniga”, che
tenendo conto del fattore ambientale la edificarono ad un solo piano (oggi club house del CT Scaligero).
Il costo dell’opera fu di 400 mila lire.
Dunque quel 3 luglio 1939 il federale di Verona, Alessandro Bonamici, accompagnava il
ministro Starace nel suo giro d’inaugurazione, tra un tripudio di bandiere e di “Eja Eja Alalà”, al
cospetto di centinaia e centinaia di dopolavoristi entusiasti per quanto era stato fatto per loro
uso e consumo.
Poi, qualche anno più tardi, la repubblica: l’OND diviene ENAL.
E da ENAL l’ultima trasformazione in Circolo Tennis Scaligero, il resto è storia d’oggi.