di Ludovico Malorgio – Redazione Lecce Area8 Puglia Calabria Basilicata
La foto dei giocatori olandesi sbeffeggiati dai colleghi argentini al termine della partita ha fatto il giro del mondo ed ha destato, come era logico, viva impressione ed una severa generale condanna. Per quanto il calcio ci abbia abituato a comportamenti poco sportivi, per non dire incivili, non accade molto spesso di assistere ad uno spettacolo del genere. Per comprendere meglio le ragioni di quanto è accaduto, ma non per giustificarle, ci sono venute in soccorso le dichiarazioni di Otimendi, giocatore argentino, che ha riferito di ripetute provocazioni subite dai rigoristi argentini al momento di calciare il pallone dal dischetto. “C’era un giocatore olandese che si avvicinava puntualmente ad ogni nostro rigorista e gli diceva cose per innervosirlo – ha dichiarato Otamendi – la foto è stata diffusa senza contesto, il nostro festeggiamento è stata la risposta al loro atteggiamento”. Il comportamento degli argentini, quindi, sarebbe stata la naturale risposta alle provocazioni degli olandesi. Tra i principali provocatori, sotto accusa, c‘è il terzino olandese dell’Inter Dumfries, che in alcune immagini si vede mentre si stacca dal gruppo ed insieme ad altri compagni si avvicina a Martinez, mentre quest’ultimo si predispone a calciare dal dischetto. I due si affrontano faccia a faccia, poi l’arbitro li allontana, ma prima che Martinez prenda il pallone per posizionarlo un altro calciatore olandese, Luug De Jong, gli sussurra qualcosa nell’orecchio per innervosirlo, senza riuscirci perché Martinez trasforma il calcio di rigore, che dà il via alla giostra delle beffe. C’è da aggiungere che nel concitato finale Dumfries ha pero la testa ed ha iniziato ad inseguire in mezzo al campo gli avversari, offrendo uno spettacolo a dir poco indecoroso. Quanto ho riportato con poche righe risponde all’esigenza di ristabilire la verità su ciò che è accaduto dopo il fischio finale di Argentina-Olanda, tenendo per buona e veritiera la dichiarazione di Otimendi, peraltro, avvalorata da alcune immagini che in effetti mostrano Dumfries particolarmente attivo durante i calci di rigore degli argentini. Detto questo ci permettiamo qualche considerazione.
Lo spettacolo offerto dai calciatori è stato comunque indecoroso e diseducativo soprattutto perché il messaggio, arrivato ai milioni di telespettatori di tutto il mondo, è stato immediato ed ingiustificato. Anche se in risposta a ripetute provocazioni Messi e compagni, insomma, avrebbero dovuto tenere un contegno più serio, più civile, come si richiede ai veri sportivi. Al più si possono riconoscere loro le attenuanti generiche, ma non un’assoluzione piena. Il calcio, purtroppo, ancora una volta ha rivelato la sua faccia peggiore, quella bieca e feroce del vincitore che umilia il vinto. Un commento finale. Per puro caso, questa mattina, una mia nipote mi ha fatto leggere la lettera inviata dal presidente della squadra di rugby in cui milita il suo bambino di cinque anni prima della partita Italia-Australia giocata a Firenze a cui avrebbe assistito. “” Andare una partita di rugby non ha nulla a che vedere con l’andare a vedere un altro sport di squadra. La differenza è fondamentale. Nel rugby non esiste il tifo contro. Questo significa che non si può fischiare l’avversario, né tanto meno fare cori contro la squadra avversaria. E’ inutile che continuiamo a negarcelo: tutti o quasi sono abituati a tifare contro gli avversari. Esempio pratico: tutte le volte che ci sarà una punizione per una delle due squadre lo stadio dovrebbe rispettar il silenzio assoluto per far concentrare il calciatore. Se poi non sarà così faremo in modo che siano altri a dimostrare di non conoscere il rugby”.
Occhio per occhio, dente per dente”
Torti o ragioni di questo impietoso e squallido caso poco mi interessano. Mi interessa invece la poco educativa immagine del calcio a cinque stelle superlusso che, ancora una volta, calpesta il valore dello sport. Se i contendenti, Argentina ed Olanda, avessero fatto ricorso a quel detto di Cristo «Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra”, l’episodio in questione non sarebbe accaduto. Invece, in virtù del fatto d’essere ospitati in paese musulmano, per non far torto agli ospiti, al principio cristiano si è preferito quell’atavico “occhio per occhio, dente per dente”. Così insulti e sbeffeggiamenti hanno avuto la meglio. Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
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