Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera Univr – Area1 Veneto Trentino/AA
Che differenza c’è tra un campione e un giocatore che sta per diventarlo?
Torino 19.11.2022 – Una differenza fondamentale è di carattere psicologico, riguarda le emozioni e in particolare la “paura di vincere”: un campione può perdere, ma se perde non viene sconfitto dalla propria paura di vincere, perché non la sente nel confronto diretto. L’altro può batterlo, ma deve essere capace di dominare quella tremenda ansia che nei momenti cruciali può ridurre la sicurezza e la fiducia in se stessi.
E’ proprio quello che è successo a Fritz e non è capitato a Djokovic nella semifinale vinta dal serbo in due set, entrambi al tie-break, la cui introduzione nei regolamenti del tennis (ideata al fine di accorciare la durata delle partite) ha ridotto l’esito del risultato finale ad un paio di punti.
Il servizio è stato il colpo principale del confronto tra il serbo e l’americano, come è testimoniato dai tanti giochi vinti a zero. Numerosi sono stati anche gli errori non forzati commessi da entrambi. Si sono verificati anche scambi di lunga durata, giocati soprattutto attorno al centro e prevalentemente con lo schema “rovescio contro rovescio”, che ha quasi sempre premiato chi, dopo l’uscita dallo schema, si trovava il campo aperto per finire il punto con il cross di diritto oppure con il rovescio lungolinea.
Djokovic ha ottenuto un break al quinto gioco, che Fritz ha perso senza vincere neppure un punto. Ma nel game successivo l’americano gli ha restituito lo sgarbo, approfittando di tre errori gratuiti del serbo.
Nel tie.break quest’ultimo non ha mai sbagliato quando si è trovato a battere, mentre Fritz ha perso il servizio due volte (al sesto e al dodicesimo punto), perdendo così il gioco decisivo per 7-5.
Nel secondo set il serbo si è fatto breccare al primo gioco dopo aver commesso due errori non forzati.
Fritz si è poi trovato in grave difficoltà nell’ottavo gioco, in cui è riuscito però a mantenere il servizio grazie soprattutto ad una meravigliosa volèe bassa smorzata. Ma nel decimo gioco, dopo un bellissimo rovescio di Djokovic in lungolinea, si è rovinato con un errore incredibile di rovescio da metà campo, consegnando il game ai rischi della palla-break, trasformata poi dal serbo. Nel tredicesimo gioco minibreak ceduto da Fritz al secondo punto, riequilibrato da un lungolinea di rovescio dello stesso americano. Il decimo punto, vinto con uno smash da Fritz dopo scambi spettacolari, può essere considerato il punto più bello visto finora nel torneo.
Ma in quello successivo Djokovic ha ottenuto un altro mini-break con una volèe, procurandosi un primo match-point, che tuttavia ha sciupato inaspettatamente. Il serbo ha poi rimediato, ottenendo un secondo match-point grazie ad uno schiaffo al volo di diritto, che ha fatto tremare i polsi all’americano, incapace infine di controllare il diritto nel colpo successivo.
Nell’altra semifinale Ruud ha battuto abbastanza facilmente Rublev.
Il russo aveva iniziato molto bene, vincendo a zero il primo gioco con colpi di diritto aggressivi e profondi.
Ruud, a sua volta, si era imposto senza problemi nel secondo game, alternando parabole abbastanza alte a palle tese, ma cercando quasi sempre la profondità.
Nel terzo gioco il russo aveva concesso solo un punto all’avversario, mentre nel quarto il norvegese si era fatto raggiungere da 40-0, riuscendo però a non cedere il game grazie al servizio.
Nulla poteva far presumere quello che poi è successo: Rublev ha cominciato a sbagliare senza alcun controllo e ha continuato a farlo nel totale sconforto per 9 giochi consecutivi, perdendo il primo set per 6-2 fino a trovarsi sotto per 4-1 nel secondo. A quel punto è stato persino fischiato da uno spettatore, ma immediatamente dopo è partito un applauso corale di incoraggiamento dal resto del pubblico.
Ruud, in stato di grazia, si è poi ulteriormente staccato, portandosi a 5-1.
Ma quei fischi, mescolati a quegli applausi, hanno avuto l’effetto di normalizzare lo stato emotivo del russo, che ha ripreso a giocare bene e a rendersi pericoloso, con il risultato di non perdere un’altra volta il servizio e addirittura di strapparlo a Ruud.
A quel punto Ruud, per evitare il rischio che si completasse la rimonta, si è rimesso a controllare perfettamente la situazione, chiudendo il set per 6-4 e quindi definitivamente l’incontro. Nella finalissima il norvegese non scenderà in campo come favorito, ma neppure come perdente, sapendo comunque che con Djokovic non si è mai sicuri di vincere fino alla conclusione dell’ultimo punto