OGGI LE SEMIFINALI. DOMANI LA CONCLUSIONE
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera Univr – Area1 Veneto Trentino/AA
Novak Djokovic ha dichiarato di aver vinto contro Danil Medvedev la partita più dura della sua vita.
Torino 18.11.2022 – Eppure il serbo, quando è sceso in campo, era già sicuro da due giorni di essere ammesso alla semifinale (che oggi disputerà contro lo statunitense Taylor Fritz), indipendentemente dal risultato della partita con il russo. E quest’ultimo, al contrario, aveva ormai perso il treno per entrare tra i primi quattro.
Dunque che cosa può aver spinto i due campioni a giocare con il massimo impegno in un confronto che era privo di conseguenze per il proseguimento del torneo?
Per quanto riguarda Djokovich, sicuramente la spinta più importante era data dal monte premi che, oltre ad essere molto alto per il vincitore del torneo, offre al primo classificato un’ulteriore generosissima incentivazione, a condizione che risulti imbattuto in tutto il torneo (cioè anche nella fase a gironi).
Per Medvedev, che quest’anno è sceso dal primo posto della graduatoria ATP (acquisito il 22 gennaio) al quinto (il 7 novembre), si trattava invece di dimostrare di essere ancora molto forte e di avere tutte le carte in regola per rilanciarsi.
C’era il rischio che il russo si sentisse demotivato e che la partita potesse essere una passeggiata per il serbo. Ma non è stato così. I due giocatori si sono impegnati al massimo con grande professionalità e se le sono date di santa ragione per più di tre ore, con scambi spesso molto lunghi, che addirittura in ben quattro occasione hanno superato i trenta colpi complessivi.
Si è imposto Djokovich, nonostante avesse dato l’impressione, verso la fine, di essere completamente crollato per totale sfinimento.
Nel primo set la successione dei giochi vinti non ha fatto registrare novità fino all’ottavo gioco, in cui è stato fatale il break-point subìto da Medvedev, subito trasformato dall’avversario, che poi si è imposto per 6-3-
Nel secondo parziale hanno sempre tenuto la propria battuta fino al tie-break, in cui il serbo ha cominciato a mostrare i segni della fatica, perdendo il servizio al sesto punto (con un doppio fallo) e al nono (superato da un pallonetto).
Nel terzo set il serbo ha cercato nel quinto gioco di accorciare la durata degli scambi, ma aveva di fronte un giocatore che, oltre ad essere instancabile a fondo campo, era micidiale quando si trovava al servizio.
Il parziale si è mantenuto in equilibrio fino al 4 pari. Poi nel nono game Djokovic è entrato in una situazione drammatica, piegandosi varie volte verso il basso alla fine di ogni punto a causa di una stanchezza insopportabile. In questo gioco ha commesso numerosi errori non costretti dall’avversario, come non avevamo mai visto. Ha avuto persino per 6 volte l’occasione di poter vincere il game, ma ogni volta, battendo da sinistra, ha sprecato incredibilmente il vantaggio. Ha anche annullato una palla-break, senza però riuscire poi a neutralizzare la seconda.
A quel punto sembrava che Medvedev, ottenuto il break che l’aveva portato in vantaggio per 5-4, riuscisse a chiudere facilmente l’incontro. Invece nel decimo gioco ha perso i primi due punti e sul 15-30, ha commesso un doppio fallo rovinoso, regalando due palle-break all’avversario, che ne ha subito approfittato con una volèe vincente. I due giocatori hanno poi tenuto il proprio servizio nei due game successivi, arrivando così al tie-break conclusivo, nel quale Medvedev si è fatto breccare nel secondo e nel sesto punto, a differenza di Djokovic che è tornato a giocare in pieno controllo.
Ma in quali condizioni riuscirà oggi a giocare contro Fritz?
Rublev, dopo aver perso il primo set contro Tsitispas, ribalta il risultato nel secondo e vola nel terzo.
Oggi dovrà affrontare Ruud in semifinale, livello che conquista per la prima volta nella sua carriera, alla terza partecipazione.
Il greco per tutto il primo set e nella prima parte del secondo ha dominato il campo, senza commettere alcun errore non forzato. Nel quarto game del primo parziale era riuscito addirittura a rimontare quando il russo si era trovato in vantaggio per 40-0 e a strappargli il servizio, portandosi a 4-1, per concludere poi con un netto 6-3.
A metà del secondo set l’incontro è cambiato completamente, quando Tsitsipas ha dovuto affrontare due palle-break: alla seconda ha ceduto, aprendo la strada all’avversario, che si è imposto (come il greco) per 6-3.
Nel terzo set Rublev, diventato sempre più aggressivo e concentrato, ha tolto ogni spazio al greco, mandandolo in totale confusione: confusione che era però alimentata pesantemente dall’invadenza insopportabile del padre-allenatore (papà Apostolos) e persino dalla madre (mamma Julia), ossessivi nei suggerimenti dal box, che non si rendevano conto della necessità del figlio-giocatore di recuperare serenità e lucidità per poter reagire. Stefanos ha anche cercato di ribellarsi platealmente alla situazione durante un cambio di campo, ma è stato peggio.
La conseguenza del dramma psicologico si è materializzata nei due doppi falli consecutivi che Stefanos ha commesso successivamente, costandogli il prezzo del secondo break e, inevitabilmente, dell’incontro.
A questo punto, la simbolica e tradizionale punizione domestica del dover “andare a letto senza cena” dovrebbe essere inflitta ai due genitori, rei soprattutto del delitto morale di non aver mai aiutato il figlio a svezzarsi dal biberon: figuraccia vergognosa per un maggiorenne, per di più campione di altissimo livello.
Ma purtroppo il rapporto asfissiante e delicato che può rimanere tra un giocatore e genitori iper-protettivi e presuntuosi con la vocazione a telecomandarlo per sempre, non è un caso isolato nel tennis. Situazioni ridicole, anzi – ribadiamo – penose.
Stefanos aveva provato a fare un torneo senza il papà, ma era stato sopraffatto dall’impressione di trovarsi nella condizione angosciante di un naufrago solitario in mezzo al mare: i divorzi sono sempre traumatizzanti.