Il Calcio di Romano Mattè – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Su questo nuovo Hellas-VR , che ha perduto una potenza di fuoco di oltre 40 reti (!), e che è stato rifondato con giocatori provenienti da altri campionati o addirittura da altri continenti, dobbiamo fare una serena riflessione. Un grande pensatore affermava che nell’umano vi è un sentimento che ci accompagna per tutta la nostra vita e che non si cancella ed è il ricordo ! Ebbene il ricordo di ciò che è stato l’Hellas “ croatizzato “ (Juric , Tudor ) capace di donarci emozioni forti e spesso anche calcio -spettacolo ce lo porteremo e lo accarezzeremo a lungo nel nostro cuore e nella nostra mente Ma quell’Hellas non c’è più , non esiste più , ce lo dobbiamo mettere in testa subito adesso , perché ogni confronto con ciò che è stato schiaccerebbe il Verona di oggi . Chiarito questo , perché si vive anche di ricordi , ma non solo di quelli , vediamo la dura realtà attuale : l’imperativo categorico ( perdonate la reminiscenza storica di vago sapore mussoliniano !) ora è quello di un duro e sofferto campionato di salvezza. Fatta questa premessa fondamentale sul piano psicologico-comportamentale , soprattutto per l’ambiente esterno veniamo alla attuale dura realtà tentando di ragionare calcio sul materiale umano ( brutta espressione!) a disposizione all’oggi . Accantoniamo per il momento alcuni principi di gioco importanti sul come ci muoveremo sul campo , e vediamo di tentare di leggere il gruppo a disposizione in questo momento. Da questa lettura dovrebbe nascere il modulo base da adottare con le sue varie declinazioni tattiche e strategiche. Ci disponiamo dietro “a 3” ? e quale “3” vogliamo ? Quella più protettiva e difensiva con 3 centrali puri ( Coppola – Gunter – Ceccherini ) o quella più propositiva , detta anche una “3” sporca ( o dal braccino corto ) con un esterno che sappia salire sul possesso palla e proporsi nel mezzo e in attacco . Propendo per la seconda soluzione e vedo in Doig ( dovrà imparare a difendere , tiene gamba , tackle ruvido , spinta con tempi offensivi ) . Come prossimo esterno mancino dalla “3” con Lazovic che lo copre sulle sue furenti risalite. L’Udinese , tanto per fare un esempio, ha Becao ( buon piede e attitudini offensive ) che in fase attiva sale e affonda mentre l’estremo basso di destra Pereira lo copre tatticamente scivolando sulla perdita di palla nella linea “a3” . Tutto questo per avere un maggiore contributo di qualità , di aggressività , e di varietà e imprevedibilità di schemi nella manovra offensiva . Nel mezzo Capitan Veloso (verso i 37 anni ! ) è l’equilibratore tattico , il centro di gravità permanente di questo Hellas . Se vogliamo da lui soprattutto qualità tecnica e lucidità tattica ( dare i tempi al gioco accelerandolo o decelerandolo ) allora dobbiamo sottrargli la quantità con un centrocampo “a3” (Ilić– Hrustic – Veloso – Tameze ) . Questo centrocampo a3 assicura più equilibrio tattico . più copertura alla linea difensiva , riduce il raggio d’azione del capitano e consente di sganciare più uomini (a turno) in attacco. Solo quando i nostri 2 martelli esterni Lazović e Faraoni saranno in piena condizione noi potremmo tentare di giocare “a2” nel mezzo ( Veloso – Tameze ). Veniamo al reparto offensivo. Il 3/4 Verdi ( ottima tecnica , cambio di passo , uomo-assist con attitudini più offensive ) , che viene da due campionati sofferti , può e deve essere recuperato ed allora potremmo provare (magari in casa ) una formula offensiva al “1+2” per ora prematura , perché richiederebbe da lui un maggiore impegno difensivo penalizzandolo nella brillantezza delle ripartenze. Il giovane Piccoli punta centrale di grande fisicità ha buone potenzialità ma su di lui bisogna lavorare . Il francese Henry (già 3 reti ) è temibile e decisivo se prendiamo possesso delle corsie esterne con Lazović e Faraoni al top. Il bosniaco Djurić (ex Salernitana) si fa per ora preferire se giochiamo di costruzione lunga scavalcando la terra di mezzo. Un rilievo importante riguarda il centrale d’equilibrio della nostra linea “a3”. Günter normotipo , solido, potente , veloce non rapido con buona battuta di lunga gettata (alla Bonucci) , che se attaccato frontalmente in spazi stretti è un muro contro cui si schiantano gli avversari, ma è debole sui cross dalla destra e vulnerabile se puntato all’1>1 in spazio aperto (vedi con Kedira e Beto ). Pertanto va protetto accentrando gli esterni dalla “3” allorchè si perde palla e schermandolo con un interno che copra il corridoio centrale allorchè la si perde . Fatte tutte queste considerazioni sulla lettura degli uomini si vara un modulo – base , che è importante ma non è tutto , ancora più importante è l’organizzazione tattica in fase di possesso e , soprattutto di non possesso palla , quest’ultima è la sola che ci salva e ci protegge nei momenti di difficoltà e di sofferenza e che si fonda sulla lettura situazionale del giocatore accrescendone personalità , mentalità e coraggio . Rammento che è sempre l’empatia ( tra giocatori e tra loro ed il tecnico ) , che si fonda sull’etica ( lealtà , sincerità , spirito di sacrificio reciproco ) , la vera forza nascosta di una squadra la sola che sappia esaltarne i valori e renderla invincibile anche nella momentanea sconfitta . Buon lavoro
P.S. Mentre pubblicavamo l’allenatore dell’Hellas Verona Gabriele Cioffi è stato esautorato