di Massimo Rosa
Anche l’equitazione è figlia del mito che si perde nella notte dei secoli, com’era d’altra parte costume un tempo.
Infatti, secondo la mitologia ellenica, i padri di questa leggenda, si narra, siano stati i Dioscuri e Bellerofonte, figli di Zeus i primi, ed eroe il secondo che tentò di scalare il Monte Olimpo in groppa al proprio cavallo Pegaso, accecato per questo dallo stesso Zeus e precipitato dalla sacra montagna.
Ma la passione presso i Greci, raccontano le cronache, scoppiò allorquando venne disputata una prima corsa a Delfi nel 586 e, successivamente, ad Olimpia nel 680.
Fu poi sotto Alessandro Magno che il cavallo, e quindi l’equitazione, divennero importanti, rivestendo contemporaneamente sia l’aspetto ludico per la società, che quello bellico per l’esercito.
Sia presso i Greci che presso i Romani l’equitazione era considerata utile per la salute della gioventù. E se questa veniva trascurata, perché considerata troppo faticosa, la disattenzione veniva interpretata come segno decadente del costume.
Tutti sanno delle corse con le bighe nei numerosi anfiteatri dell’Impero che facevano impazzire il pubblico di quel tempo.
Ma forse pochi sono a conoscenza che Greci e Romani disponevano anche di piste coperte, oltre a disporre d’importanti allevamenti e scuderie.
Ma, facendo un salto millenario nella storia, andiamo a Napoli dove nel 1134 vi si stabilirono alcuni scudieri provenienti dalla lontana Costantinopoli.
La loro conoscenza dell’arte del cavalcare ed il loro entusiasmo furono contagiosi per i napoletani che, grazie al principe Battista Pignatelli, fondarono la prima scuola di equitazione.
Il merito attribuito alla scuola napoletana è quello di avere definito le regole per la cosiddetta equitazione di alta scuola.
A questa prima scuola ne seguirono altre importanti alla stessa maniera, fiorite sempre nelle varie corti della penisola italiana sotto la guida di famosi maestri come Cesare Fiaschi, che lasciò ai posteri il “ Trattato dell’imbrigliare, maneggiare et ferrare i cavalli ”, o come il conte Niccolò Rosselmini, responsabile dell’importante razza granducale di San Rossore, che scrisse “ Il Cavallo perfetto “ e “ Dell’obbedienza del Cavallo “.
Ma come tutta questa attività si sviluppò in Italia anche nel resto d’Europa fu tutto un fiorire di scuole di alto livello e di grande tradizione, e citandone alcune, tra le più conosciute, non si possono dimenticare quella di Vienna, con i suoi famosi cavalli Lipizziani, e quella di Xéres de la Frontera, in Spagna, altrettanto nota per i suoi magnifici quadrupedi andalusi istruiti anche a muoversi a ritmo della musica.
L’EQUITAZIONE
Il cavallo, dunque, è l’animale che ha da sempre trasportato l’uomo nel suo peregrinare, nelle sue battaglie, e nei suoi svaghi.
Il cavallo è anche l’animale che ha contribuito ha creare la leggenda del Far West americano, facendosi cavalcare dai mitici Cow Boys, ed entrando così nella recente storia americana, testimonial di questa storia per eccellenza è il famoso Pony Express.
Cavalcare ha dato origine anche allo sport dell’Equitazione: si corre negli ippodromi, ci si cimenta nei concorsi ippici, si cavalca nel cross, si gioca a Polo, o simbolicamente si fa Caccia alla volpe.
L’importante per tutti è comunque cavalcare.
L’Equitazione prevede alcune specialità come discipline olimpiche, quali: il Dressage, il Salto ad ostacoli ed il Concorso completo.
Altre, non olimpiche, sono: Attacchi, Volteggio, Polo, Caccia alla volpe, Endurance, Cross etc.
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