OGGI LA FINALE DEL SINGOLARE FEMMINILE TRA LA VENTUNENNE SWIATEK E LA DICIOTTENNE GAUFF
ROLAND GARROS
Giornata 13
Il Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Purtroppo Zverev è uscito dallo slam nel peggiore dei modi, costretto al ritiro per un grave infortunio alla caviglia, dopo aver perso per un soffio il tie-break a conclusione del primo set ed essersi procurato l’accesso al tie-break anche nel secondo parziale.
L’incontro si era svolto nel segno di un grandissimo equilibrio e di clamorosi colpi di scena.
In particolare nel decimo gioco del primo set, quando il tedesco, che stava giocando in modo rischioso e con troppi errori, è riuscito ad annullare ben tre set point.
Ma soprattutto i momenti più plateali si sono verificati nello tie-break, di cui ricordiamo lo stranissimo andamento: Zverev subisce un minibreak nel terzo punto (1-2 per Nadal); poi 5 punti consecutivi per Zverev (che si porta a 6-2, con 4 set point a disposizione); ma Nadal riesce ad annullarli tutti incredibilmente, uno dopo l’altro, fino a vincere il parziale per 10-8: un’impresa che può compiere solo un guerriero omerico come Nadal.
Non si può dire, comunque, che i due abbiano giocato bene, se non in fiammate isolate d’alto livello. Zverev si trovava in giornata piuttosto negativa con il servizio (addirittura ha commesso 3 doppi falli nel nono gioco del secondo set) e non riusciva a sfondare. Mentre Nadal, abitualmente abilissimo nel cercare gli angoli con i suoi colpi potenti e tremendamente liftati (cose che solo lui sa fare, perché potenza e rotazione sono molto difficilmente compatibili), giocava per lo più verso il centro, probabilmente per non aprire il campo ed evitare così i formidabili lungolinea (specialmente quelli di rovescio) e i colpi incrociati del tedesco. Ad un certo momento (nel quarto gioco del secondo set) lo spagnolo è sembrato piuttosto stanco, quando ha commesso ben quattro errori non forzati dall’avversario; ma questo calo, per un campione come lui, non poteva certo significare che fosse entrato nell’anticamera di un cedimento, perché il campione spagnolo è sempre in grado di reagire, prendendo le energie chissà da dove.
Non si può certo immaginare come sarebbe andata a finire se Zverev non si fosse infortunato. Possiamo solo ribadire che l’incontro sembrava essere in grande equilibrio.
Domani Nadal dovrà affrontare in finale il norvegese Ruud, che recentemente ha fatto grandi passi in avanti dopo aver frequentato proprio l’Accademia dello spagnolo, da cui, essendone grande ammiratore, ha preso i medesimi tratti caratteriali: estrema combattività, costante serenità interiore e grande correttezza.
Tutto ciò gli ha consentito di tenere a bada Cilic nella seconda semifinale.
Il croato, che in questo slam sembra essere rinato sul piano dell’efficienza agonistica, ha messo in campo tutta la propria aggressività, arrivando a vincere abbastanza nettamente il primo set (per 6-3).
Ma in seguito ha cominciato a prevalere la maggiore sicurezza del norvegese, attentissimo ad evitare possibili errori, al contrario di Cilic, che ne ha fatto registrare moltissimi non forzati (anche con lo smash, pur essendo alto quasi due metri): errori dovuti in gran parte alla sua tattica di gioco, estremamente offensiva (al limite dell’impulsività).
A poco a poco Cilic ha esaurito tutte le proprie energie e ha cominciato di conseguenza a sbagliare sempre di più, mentre Ruud è diventato progressivamente padrone del gioco e del campo.
Per Nadal sarà durissima.