E non finisce qui…….
Dopo la maratona dell’Assemblea Ordinaria e straordinaria del Distretto Italia del Panathlon International organizzata in quel di Napoli,mi giunge l’invito da parte del direttore Massimo Rosa, di scrivere un articolo sui transgender nello sport .
di Francesco Schillirò – Redazione Napoli Area11 Campania
Riporto alla lettera quanto ho scritto nel 2019 per il Convegno sull’argomento organizzato dal Club di Pavia e abilmente coordinato da Angelo Porcaro:
“L’argomento di questo Convegno è veramente interessante e ricco di tanti spunti di riflessione.
Io non mi addentrerò in argomentazioni sui vari significati assunti dal termine transgender o trans genere nel campo psicologico,endocrinologico e legale,ma cercherò ,da medico ed uomo di sport,di fare indirettamente qualche considerazione,per quanto possibile,sull’attività sportiva e prestazionale degli androginoidi(MaF)e dei ginoandroidi (FaM) facendo riferimento alle differenze Anatomo funzionali tra cisgender.
Ovviamente è volontà ,per chi pratica lo sport agonistico,di partecipare alle gare del genere di cui si sente far parte ed a conferma di ciò voglio riportare quanto affermato da Kyle Allums,che gioca nella squadra femminile della George Washington University :”L’atleta trascende dal sesso-La forza non è misurata dagli ormoni o dal testosterone.La forza ti viene dal cuore e da come lavori e ti impegni.
Lo sport parla di vittorie,di competizione,di rispetto ,di cuore e di lavoro di squadra.
Come giochi dipende da te e non da come sei fatto sotto la maglietta”.
Questa considerazione è accettabile sulla prestazione sportiva,ma non bisogna trascurare le differenze Anatomo -fisiologiche che possono incidere in ambito prestazionale sportivo.
In linea di massima possiamo dire che l’uomo rispetto alla donna presenta delle differenze che ne migliorano le prestazioni: statura,massa muscolare e struttura ossea superiore;
-ridotta percentuale di grasso e aumentata capacità dei sistemi energetici;
-ridotta lordosi lombare;
sinfisi pubica più alta e pelvi più stretta .
Di alto rilievo è la valutazione del tessuto muscolare che nell’uomo è di circa il 45% mentre nella donna del 36%.
Questa differenza di sviluppo della massa muscolare è favorito dal testosterone ,ormone androgeno ,con livelli prettamente superiori nell’uomo.
La differenza di massa muscolare riduce anche ,nella donna ,la possibilità di erogare potenza utilizzando la via glicolitica
Non bisogna trascurare anche ,che vi sono differenze nell’apparato cardio-circolatorio,dovute in primis alla ridotta volumetria cardiaca nella donna (650cc versus 800cc dell’uomo)con una gittata cardiaca massima inferiore di circa il 25% Ciò comporta un consequenziale minor trasporto di ossigeno di per se già ridotto nella donna per il minor numero di globuli rossi e di emoglobina.
Da ciò scaturisce che nell’uomo vi è una maggior capacità aerobica alla quale il valore di VO2 max è correlato.”
La mia conclusione del 2019 è stata:
“personalmente ritengo che la valutazione sulla idoneità sportiva deve essere individuale e non generalizzata, né si può limitare alla valutazione del solo testosterone anche perché si potrebbe incorrere in qualche errore valutativo sia nell’escludere che nell’autorizzare l’attività sportiva.
Bisogna rispettare l’etica nello sport anche rispettando i sacrifici che l’atleta fa per eccellere.”
Oggi, nelle nuove linee guida del CIO si legge :”ogni individuo ha diritto a praticare sport senza subire discriminazioni, in rispetto della salute, della sicurezza e della dignità personale”.
Questa regola “ dell’inclusività” apre a tutti la possibilità di partecipazione con sole restrizioni per quelli che scientificamente è evidenziata una superiorità fisica.
Naturalmente ringrazio l’amico e collega Francesco Schillirò per la pronta risposta alla mia richiesta. Colgo anche l’occasione per complimentarmi per la puntuale organizzazione dell’Assemblea Ordinaria e Straordinaria del Panathlon Distretto Italia, ospitandoci a Palazzo Zapata, sede del MAP, cioè del prestigioso Museo Artistico Politecnico, dove, ogni angolo, racconta la storia artistica degli ultimi due secoli di Napoli. E last but not least ringrazio per l’ospitalità la Fondazione Circolo Artistico Politecnico, tutta partenopea. Massimo Rosa
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