Di Enrico Brigi – Verona Area1 Veneto Trentino/AA
Le sfide tra Verona e Juventus disputate sul terreno del ‘Bentegodi’ non sono mai state partite “normali”. Emozioni di ogni genere, risultati compresi, non sono mai venute meno. Aprendo l’almanacco dei ricordi torniamo a domenica 20 marzo 1977, quando si disputò la 21^ giornata del campionato di serie A. I gialloblù, allenati da Ferruccio Valcareggi, si affidavano all’estro di Zigoni e Petrini mentre i bianconeri, con in panchina Carlo Parola – quello della rovesciata diventata logo delle figurine Panini – annoveravano tra le loro fila giocatori del calibro di Zoff, Scirea, Bettega e Boninsegna, tanto per citarne alcuni.
Quella partita fu un un match esplosivo, sotto tutti i punti di vista. La prima emozione forte si materializzò ancor prima che le squadre scendessero in campo. Dietro la porta posta davanti alla Curva Sud, infatti, venne rinvenuta una bomba, di manifattura artigianale. Per non creare inutili allarmismi si decise di coprirla con il materasso utilizzato nel salto in alto. Un gruppo di artificieri, poi, la fece brillare una volta terminato l’incontro, dopo che gli spettatori ebbero abbandonato definitivamente gli spalti.
I giocatori, nel frattempo, tenuti all’oscuro di tutto – sarebbero stati informati solo a partita finita – scesero in campo dando vita a un incontro combattuto ma senza particolari emozioni. In realtà l’emozione più forte, forse l’unica degna di tal nome, arrivò quando mancava solo un minuto al termine. Gianfranco Zigoni, involatosi sulla sinistra con la sua caratteristica andatura, dopo aver eluso la chiusura di Cuccureddu, dipinse con il suo magico sinistro una traiettoria che Petrini, anticipando l’intervento congiunto di Zoff e Morini, depositò di testa in gol. L’urlo di gioia del ‘Bentegodi’, tuttavia, fu ricacciato in gola dal signor Michelotti di Parma – in quegli anni uno degli arbitri italiani più bravi e temuti – che annullò la rete in quanto, a suo avviso, la palla al momento del cross di Zigo aveva già superato la linea bianca.
In campo si scatenò un vero e proprio putiferio. A pagare per tutti furono lo stesso Petrini e Cuccurreddu, entrambi costretti a guadagnare anzitempo la via degli spogliatoi. L’arbitro, naturalmente, non tornò su suoi passi e la partita terminò 0 – 0. Su quell’episodio, negli anni si è detto di tutto e di più. Zigoni e Michelotti, più volte interpellati, hanno sempre difeso la propria opposta versione. La verità su come sono andate le cose? Non la sapremo mai…
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