- Lorenzo D’Ilario Ufficio Stampa Forum Panathlon Distretto Italia
Nella terza sessione di lavori del Forum Nazionale sulla ripartenza della scuola promosso dal Panathlon International Distretto Italia in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale (Ufficio IX) e la Consulta Provinciale degli Studenti di Lucca e Massa Carrara è stato affrontato il tema del movimento come prevenzione ed espressione del corpo per migliorare la propria conoscenza, la costruzione dell’autostima e l’integrazione sociale.
Il dibattito, moderato dal giornalista Giovanni Bruno (codirettore Sky Sport), ha fatto emergere l’esigenza condivisa di evidenziare l’importanza delle attività motorie per lo sviluppo fisico e mentale, di rinforzare l’acquisizione degli schemi motori di base necessari ad una maturità corporea fortemente insidiata dal progresso, di sottolineare la necessità di adattare le attività motorie nelle scuole di ogni ordine e grado in funzione delle condizioni fisiche e della disabilità (personalizzazione del movimento), nonché di soffermarsi sulla validità degli aspetti pedagogici che le attività motorie ricoprono nello sviluppo caratteriale ribadendo l’opportunità che il mondo della scuola, a vari livelli, offre nel preparare cittadini educati al rispetto delle regole e degli altri.
Filippo Gomez Paloma, professore ordinario di didattica e pedagogia speciale dell’Università di Macerata, ha condotto una “lectio magistralis” sul nesso tra ambiente, corpo/cervello e mente e sulla necessità di superare la lettura dicotomica natura/cultura. In particolare, bisognerebbe superare l’idea che il corpo sia un semplice oggetto ed imparare piuttosto a considerarlo come un soggetto. Anziché educare il corpo al movimento, dunque, si dovrebbe educare il corpo attraverso il movimento. Di conseguenza, andrebbero rinnovati tutti gli spazi scolastici per fare in modo che il movimento sia reso possibile e agevole non soltanto nelle ore di educazione fisica in palestra ma anche in aula e nei corridoi.
Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Ferrari, preparatore atletico F1 del Team Ferrari, che ha dimostrato come nella maggior parte degli sport, su tutti quelli motoristici, sia impossibile distinguere tra esercizi o compiti puramente fisici e mentali. La componente emotiva e la capacità di gestire la pressione, non a caso, incidono fortemente sulla qualità della performance anche quando il gesto da compiere sia soltanto di natura fisica.
Luciano Bertinato, docente presso il Dipartimento Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona, ha delineato le caratteristiche principali del progetto sperimentale laboratoriale “Pause Attive” di cui si è reso promotore a Verona e nel Veneto. Nello specifico, per il benessere degli studenti sarebbero auspicabili un cambiamento dell’organizzazione della giornata scolastica, modificazioni flessibili dell’orario di lezione (possibilmente scandito da tre pause quotidiane), l’ora disciplinare “frazionata” a cura del docente e l’integrazione delle attività ludico-motorie con le altre discipline (trasversalità disciplinare). Le “pause attive” si configurano come un’attività pienamente inclusiva in quanto non mirano alla prestazione ma al divertimento e alla partecipazione in relazione ad obiettivi espliciti cognitivi-motori ed emotivi, favorendo il senso di organizzazione personale, l’autodeterminazione e la consapevolezza di sé e di quello che si realizza.
Andrea Bemi, preparatore atletico e docente presso l’Università di Firenze, ha approfondito l’importanza del movimento, elemento essenziale delle nostre vite. Senza il movimento, infatti, l’essere umano non potrebbe adattarsi all’ambiente che lo circonda. Il movimento umano va ben oltre il concetto di attività fisica ma è al contempo architettura (la forma segue la funzione), economia (massimo risultato, minimo sforzo), equilibrio (fisico, biologico, mentale) e comfort (per vivere in modo confortevole e senza dolore si inventano schemi di compenso).
Giovanni Lodeti, psicologo clinico dello sport, ha presentato la sua recente pubblicazione scientifica dal titolo “Sport e percorsi di benessere”. Edito dal Panathlon Club Milano, che si è fatto portavoce di un incontro con l’ufficio scolastico regionale che ha permesso allo stesso Lodeti, insieme alla coautrice Anna Galoppo, di intercettare gli insegnanti delle scuole primarie durante la fase più acuta della pandemia, il volume intende raccogliere strumenti pratici per accrescere le conoscenze di maestre e maestri nello svolgimento delle attività di educazione fisica, motoria e sportiva, avvalendosi della testimonianza di sportivi illustri come Filippo Tortu, Fulvio Collovati, Antonio Rossi e Renato Vavassori.
Stefania Vannucchi, docente specializzata in attività psicofisiche e sensoriali, ha guidato la platea all’interno della scuola dell’inclusione, anche nell’ottica di una maggiore comprensione dello spettro autistico. L’esperienza motoria deve connotarsi come un vissuto positivo mettendo in risalto le capacità di fare dell’alunno, rendendolo protagonista e progressivamente consapevole delle competenze motorie via via acquisite. Questo per tutti gli alunni, nessuno escluso, partendo dal presupposto che ogni imperfezione garantisce l’unicità e che un’accettazione serena e costruttiva delle diversità renderà più inclusivo il mondo della scuola e dello sport.
Infine, Stefano Gori, pluricampione italiano paralimpico nell’atletica leggera e delegato del Comitato Italiano Paralimpico Lucca, ha condiviso con tutti i presenti la sua straordinaria esperienza di vita e di sport, che da oltre vent’anni lo vede promuovere nelle scuole la cultura dell’inclusione educando i giovani studenti alla diversità anche tramite lo svolgimento di esercitazioni pratiche, come la corsa bendata.