Rafa Nadal, considerato il re della terra rossa, ha perso in semifinale da Nole Djiokovich, che poi ha vinto il torneo battendo Stefanos Tsitipas.
Il Tennis di Alberto Capilupi REDAZIONE G.Brera Università di Verona – Area Veneto Trentino/AA
Dopo la cocente sconfitta con il serbo lo spagnolo ha rinunciato sia a Wimbledon che alle Olimpiadi: una decisione saggia, in linea con la razionalità di tutte le sue scelte.
Djokovich si era imposto su Nadal sia sul piano fisico, perché lo spagnolo ad un certo punto era letteralmente crollato, sia su quello mentale.
L’incontro era iniziato malissimo per il serbo, che in pochi minuti si era trovato in svantaggio per 5-0. Ma proprio da quel momento Djokovich aveva cambiato marcia, accaparrandosi tre game consecutivi, prima di cedere il primo set a Nadal, che progressivamente aveva poi dato l’impressione di essere sempre più stanco.
La qualità del tennis mostrata dai due campioni era stata elevatissima, come aveva riconosciuto lo stesso vincitore nell’intervista che gli era stata fatta dopo l’incontro. Era sembrato infatti che meglio di così fosse difficile giocare: geometrie continuamente variate, cambi di ritmo, conclusioni spiazzanti, variazioni nelle rotazioni, improvvise palle smorzate, pallonetti millimetrici, recuperi apparentemente impossibili. Era doveroso quindi ringraziare questi due magnifici campioni per lo spettacolo che avevano offerto.
Se- volessimo però analizzare le caratteristiche attuali di Nadal, potremmo dire che è rimasta intatta, ma solo nel diritto, la sua capacità di controllare la palla sia nella potenza che nella precisione: un diritto profondo, pesante ed esasperatamente liftato (cioè con una rotazione in avanti esasperata). Il rovescio invece è meno offensivo di prima: quello a due mani, modestamente arrotato in avanti oppure quello piatto eseguito sempre a due mani e in anticipo, non è più vincente, per cui lo spagnolo tende ormai a giocare quasi soltanto di diritto. Infine il rovescio ad una mano, eseguito soltanto in back (cioè con rotazione all’indietro), ha solo lo scopo di mantenere bassa e lenta la palla.
Ma la necessità di giocare quasi soltanto di diritto comporta un enorme dispendio energetico, che si somma a quello che spende nell’eseguire il suo inimitabile lift frontale. Tutte cose che si possono fare fino ad una certa età, dopo di che il calo diventa inevitabile, perché quel tipo di gioco deve essere assolutamente sorretto da una resistenza fisica e mentale al massimo livello.
I dubbi in Nadal sono probabilmente diventati certezze, per cui non possiamo che approvare la sua decisione di cominciare a tirare in remi in barca, magari per dedicarsi soltanto ad alcuni tornei.
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