Il 18 giugno Giampiero Boniperti, terzo componente del trio magico con John Charles e Omar Sivori, è volato in cielo tradito dal suo” cuore juventino”, ricordando quanto da lui affermato: “La Juve non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore”.
Di Francesco Schillirò – Napoli, Area 11 Campania
Questo l’ha sempre dimostrato prima come calciatore e successivamente come dirigente della “ Vecchia Signora”.
Ancora noi di una certa età, ne ricordiamo la grinta nel condurre l’azione e la voglia di chiuderla cercando di andare in gol e questo cozzava con il suo “gentil aspetto “ .
Solo Alessandro del Piero ,altra icona Juventina ,è riuscito a superare Boniperti sia nel record delle 178 reti segnate che nelle 445 presenze nella massima serie.
Con la morte di Giampiero Boniperti,la Juve perde un vero “fidelizzato”che dopo aver chiuso nel 1961 a 31 anni la carriera di giocatore ,nel 1971 ha iniziato quella di dirigente diventando anche presidente e dal 1992 al 1994 amministratore delegato.
Nel 2006 è stato nominato Presidente onorario.
Possiamo senza ombra di smentita affermare che la filosofia della “zebra” è stata creata e ha assorbito il pensiero “Bonipertiano”; ciò è avvalorato da una frase scritta dallo stesso Boniperti in occasione del suo novantesimo genetliaco all’Ansa :”Alla Juve posso fare solo un augurio: continuare a vincere perché, come sapete, sempre l’unica cosa che conta…….”..
Questa affermazione di una grande penna del giornalismo, valeva per tutta l’Italia, infatti la Juve non ha mai avuto una connotazione cittadina ma i suoi tifosi sono di svariate origini ed estrazioni.
Nel film della sua vita poco prima del trapasso, diradata la nebbia sui ricordi che lo affliggeva negli ultimi anni, Gian Pierin come lo definiva Brera, si sarà visto calcare i campi con la maglietta a strisce bianco -nera che indossata nel 1946 gli è sempre rimasta attaccata addosso e nel tunnel illuminato da una intensa luce i suoi compagni che li attendevano per organizzare la “Juve del cielo”.
Ritengo e propongo alla Società che questo suo vessillo, fattiva storia della Juve, debba avere i dovuti onori nello Stadio dove la sua amata squadra gioca.