Il Tennis di Alberto Capilupi REDAZIONE G.Brera Università di Verona . Area1 Veneto Trentino AA
Dopo che aveva battuto in semifinale Rafa Nadal, che viene ancora considerato il tennista più forte di tutti i tempi sulla terra rossa, si pensava che il confronto con l’altro finalista, il greco Tsitipas, potesse essere meno impegnativo. Ma così non è stato, almeno in base ai numeri, perchè sono stati necessari cinque set per arrivare alla conclusione dell’incontro, terminato con uno scarto di soli due game a favore del serbo. Tutto questo si può dire in base ai numeri.
In realtà il campione serbo ha dato la sensazione che nessuno possa mettere in discussione la sua superiorità, che gli consente di non sentire la fatica e giocare con la massima lucidità anche dopo due ore di gioco intenso, mentre i suoi avversari, da un certo momento in poi, danno sempre più l’impressione di non poter portare a casa la vittoria. Anche se si trovano in vantaggio di uno o due set. Questa è la vera forza di Djokovich, il tennista maggiormente ritagliato mentalmente e fisicamente per i tornei del Grande Slam, cioè per gli unici che si disputano al meglio di tre set su cinque.
Per il serbo, in uno Slam non è un problema perdere un set e nemmeno due all’inizio di un incontro, perché – anche se è in ritardo con il punteggio – riesce a mantenere sempre intatta la totale sicurezza in se stesso. Al contrario, chi contro di lui si trova provvisoriamente in vantaggio si fa prendere sempre più dalla fretta, dall’ansia, dalla paura di vincere e dal timore di non poter reagire alla stanchezza che si sta accumulando.
Infatti agli ottavi di finale Djokovich ha perso i primi due set con il nostro giovanissimo Musetti, che poi non ha fatto nemmeno in tempo ad andare avanti con il sogno di poter arrivare al traguardo, perché si è reso conto che l’avversario l’avrebbe dominato nei set restanti. Come infatti si è verificato.
Nadal, nei quarti, ha vinto nettamente il primo parziale, poi si è fermato lì, limitandosi ad esprimere a sprazzi un tennis di altissimo livello, ma senza quella continuità che lo sorregge quando è al massimo della forma: qualità, legata alla resistenza allo sforzo inteso, che in lui comincia evidentemente a ridursi.
Tsitipas, che in semifinale aveva eliminato Zverev, si presentava come il tennista che aveva fatto registrare i maggiori progressi nel più recente periodo. Ma nella finale, anche in questo caso, nonostante il successo conseguito dal greco nei primi due set, Djokovich è tornato in campo come per dire: “Basta. Adesso comando io”. Vinti nettamente il terzo e il quarto, il campione serbo si è preoccupato soprattutto di conquistare un break: obiettivo che ha centrato nel terzo game, garantendosi così la vittoria nella partita.
Sul piano tecnico, Tsitipas, completo in tutti i colpi, ha messo soprattutto a segno bellissimi rovesci lungo linea, mentre su quello tattico non ha saputo contrastare l’aggressività di Djokovich, che sistematicamente gli ha tolto il tempo da fondo campo con colpi anticipati e profondi, alternati ad improvvise palle corte.
A nostro parere Tsitipas non avrebbe potuto fare più di così.
Con il secondo posto in questo importante torneo, il giovane greco sorpassa ora nella graduatoria ATP Thiem, sostituendolo al quarto posto.
Mentre Djokovich è sempre più lanciato alla conquista di nuovi primati.
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