Il settecentesimo anno dalla morte del Sommo Poeta, ha creato un fermento che ha in parte coinvolto il mio Club Panathlon di Napoli, per la richiesta da svariate persone della pubblicazione di Alfonso Vigorita “Dante e lo Sport nella Divina Commedia” edito dal Club nel 1990.
Qui Napoli – Francesco Schillirò – Area11
S.E. Alfonso Vigorita, già presidente di Cassazione quando nel 1972 era stato eletto presidente del Panathlon Club Napoli, “è stato un’eccellenza non solo nella sua professione di alto magistrato ma anche nello sport e nella giustizia sportiva.
I vari miei tentativi per fare una riedizione del libro, sono stati vani, non avendone a tutt’oggi riuscito a recepire alcuna copia.
Fortunatamente nella parte del libro dei 65 anni del Panathlon Club Napoli, viene riportata in calce alle pagine che trattano la presidenza Vigorita la frase : Ignudi e d’olio lucidi,i compagni si esercitaron nelle patrie gare……….”
Sicuramente Vigorita si rifà all’Inferno canto XVI vv22-27
……….Qual sogliono i campion far nudi e unti
avvisando lor presa e lor vantaggio,
prima che sien tra lor battuti e punti
così,roteando,ciascun il visaggio
drizzava a me,si che ‘ contraro il collo
faceva ai piè continuo viaggio.
Con questi versi Dante, ai suoi tre personaggi fa rivivere gli usi e costumi degli antichi lottatori greco-romani,che si affrontavano nudi e ricoperti d’olio e che muovendosi in senso rotatorio ,fissavano l’avversario prima di tentare la presa.
Nello stesso modo Dante fa comportare ognuno dei tre dannati fiorentini: fissava il suo sguardo su di me, in modo che torceva il collo in senso opposto ai suoi passi.
Non trovo altri spunti di sport, a mia conoscenza nella Divina Commedia.