-di Adriana Balzarini–
Giuliana lasciò Vallonara di Marostica, dove nacque il 26/11/1931; a sette anni e si trasferì con la famiglia nella zona di Cervinia perché il padre fu chiamato per la costruzione della diga di Plan Maison. Arrivando a Cervinia iniziò a sciare, come facevano tutti i suoi compagni di scuola, e grazie al suo talento si mise in mostra giovanissima arrivando terza ai Campionati italiani dietro alla “grande” Celina Seghi e a Maria Grazia Marchelli, in seguito vinse la Coppa Foemina all’Abetone proprio sulle nevi e le piste della sua maestra ed avversaria Celina Seghi. Fu così considerata l’erede di Celina e in pochi anni divenne una delle migliori sciatrici a livello internazionale ottenendo ottimi risultati nelle prestigiose classifiche austriache e svizzere. Partecipò ai Giochi Invernali di Oslo iscritta per tutte le prove di sci alpino. Il risultato migliore lo ottenne nella discesa libera dove arrivò terza e fu un risultato storico per lo sci italiano perché nessuna donna aveva ancora vinto una medaglia olimpica. Per nulla intimorita dai risultati di Zeno Colò, icona dello sci mondiale, fece la sua gara senza paura su una pista con dislivelli e pericoli non da poco. Tracciò la strada alle donne verso le vittorie olimpiche in tempi in cui “sciare in rosa” era considerato essere donne d’avanguardia ma anche donne “poco timorate “.Raccontò in seguito:“Quando vinsi il bronzo ai giochi di Oslo il primo ad abbracciarmi fu Zeno Colò che per poco non mi bruciò il viso con quella sua sigaretta sempre fra le labbra!”
Quattro anni dopo ai Giochi di Cortina nel 1956 diventò la prima donna al mondo che leggerà il giuramento olimpico e tra un’olimpiade e l’altra ”avevo trovato anche marito“ aggiungendo al suo cognome anche quello del marito, Chenal , ma non per questa nuova situazione famigliare abbandonò l’attività agonistica.
Per quanto riguarda la lettura del giuramento olimpico degli atleti, dove fu la prima donna al mondoa leggerlo per i Giochi Invernali di Cortina , mi raccontò in un incontro avvenuto ad Aosta in occasione di una Mostra Emancipazione femminile vista attraverso i Giochi olimpici” “non ho mai letto il foglio di fronte alle autorità e al Presidente della Repubblica perché il foglio si accartocciò per il freddo quando lo appoggiai sul leggio , fortunatamente lo avevo letto più volte nella notte e conoscevo bene cosa c’era scritto, così lo recitai a memoria “ Giuliana Minuzzo Chenal fu presente anche nell’Olimpiade di Squaw Valley e fu la prima donna ad avanzare dei “diritti femminili” presso la Federazione, instaurando un rapporto conflittuale per aver chiesto un aiuto economico per pagare la baby sitter per accudire le due figlie mentre lei si doveva allenare. La Federazione alla sua richiesta come risposta l’accusò di professionismo ma dovette cedere alla sua richiesta perché fu difficile sostituirla visto che in occasione delle selezioni per la partecipazione alle Olimpiadi si presentò e vinse. I dirigenti della Federsci non poterono far altro che convocarla, anche se non proprio entusiasti. Seppur penalizzata perché aveva abbandonato le competizioni, e quindi i pettorali numerici fossero alti, a trent’anni e con la “rabbia agonistica alle stelle “ dimostrò ,come se si volesse “vendicare “ ,la sua caratura vincendo la medaglia di bronzo nello slalom gigante a Squaw Valley. Giuliana Minuzzo, raccontò : “ai Giochi di Squaw Valley nel 1960, erano stati portati solo gli atleti dello sci alpino, e non i fondisti per mancanza di soldi, e le dissero prima di partire che se lei non fosse andata sul podio avrebbe dovuto pagarsi il viaggio di ritorno a casa ! “
Una vita dedicata allo sport, quello sport che stava lasciando il passo alle giovani degli anni cinquanta come lei prendendo il posto delle pioniere che tanto avevano combattuto per il rispetto delle donne che si accingevano allo sport agonistico. Oggi Giuliana ci ha lasciato e ha chiuso la sua vita terrena attorniata dalla presenza delle figlie che non l’hanno mai lasciata sola e proprio per omaggiarla per tutto quello che ha saputo dare al mondo dello sci chiuderei questo ricordo con le parole di Carlo Gobbo, amico di Giuliana e nostro socio –presidente, che ha annunciato la sua dipartita con queste splendide parole:
“Stamane Giuliana è giunta al traguardo ❤ Dalla sua stanza illuminata dal sole i suoi occhi hanno accarezzato per l’ultima volta i tiepidi colori dell ‘autunno, l’azzurro del cielo, il candore delle prime nevi sulle cime di quei monti che l’hanno protetta in tutti questi anni. Non voglio ricordare qui quello che Giuliana Chenal Minuzzo abbia consegnato alla storia dello Sport , non è il momento! È stata un’icona preziosa nel mondo dell’emancipazione femminile degli sport invernali, una donna sensibile, dolcissima , sposa affettuosa, mamma di Silvana e Donatella. Dal 20 settembre aveva iniziato una gara speciale, scegliendo le linee, i tempi, le traettorie, libera..come un tempo! Al suo fianco le figlie l’hanno seguita giorno dopo giorno, con tanto Amore nell’attesa serena dell’arrivo. Giuliana è adagiata nel suo letto candido, il viso è bellissimo, su di lei la giacca azzurra di un mondo che non c’è più.??”