-Di: Geppino Balzano–
In Croazia il Napoli ottiene, dopo quella contro la Real Socedad, un’altra importantissima vittoria ai fini del superamento della fase a gironi della UEFA Cup. Tutti contenti per il risultato ma il gioco conferma le preoccupazioni originate dalle scialbe prestazioni messe in mostra dalla gara con gli olandesi dell’AZ in poi. Anche contro il Rijeka, gli azzurri mostrano chiari segni di insofferenza al 4-2-3-1, sistema di gioco fermamente voluto dal mister. Le problematiche aumentano se i due centrocampisti sono Demme e Lobotka. E’ chiaro a tutti che i due insieme non riescono ad assicurare alla difesa quel filtro necessario per facilitarne il compito e averli messi in campo fin dall’inizio del delicato impegno, ai più, e’ sembrato un atto di assoluta presunzione. Ne la necessità del turnover e’ sufficiente a giustificare una tale scelta. Mentre Demme ha meritato ampiamente la sufficienza, Lobotka e’ sembrato smarrito e privo di idee e il suo contributo, in entrambe le fasi, e’ stato pari a zero. Ma, i problemi mostrati da questo Napoli non sono solo a centro campo. In difesa bisogna prendere atto di un vistoso decadimento di forma di tutti i quattro componenti. Preoccupante sono le scadute condizioni di Di Lorenzo lontane anni luce da quelle ottimali mostrate in passato, difende male facendosi facilmente supera dal proprio avversario e in fase di possesso, si fa rintuzzare tutti i tentativi di cross. Dei centrali sicuramente meglio Maksimovic mentre Koulibaly e’ sembrato spesso incerto e stranamente lento nel contenere le sfuriate del velocissimo Munic. I croati, seguendo l’esempio tattico attuato dall’AZ al San Paolo, hanno lasciato il pallino nelle mani del Napoli, chiudendo, con dieci calciatori dietro la linea di palla, tutti gli spazi. Gli azzurri, come capita spesso da un po’ di tempo, hanno un approccio blando con un lentissimo giro palla fatto di troppi passaggi in orizzontale che impegnano poco la difesa croata. A farne le spese con un simile gioco e’ Mertens che viene costantemente ignorato dai compagni e costretto, pertanto, a giocare pochissime palle. Vero e’ che “Ciro il belga” non vive un gran momento, ma e’ chiaro che soffre molto il cambio del modulo. Mertens e’, naturalmente, una seconda punta che, trasformato in centravanti, ha mostrato di essere un micidiale cecchino. Ora gli si chiede di fare il trequartista con il compito di arretrare tra le linee, smarcarsi dall’avversario, ricevere palla e creare quella superiorità numerica necessaria per mandare in gol un compagno. Al momento sembra non riuscirci. Con un approccio apatico, senza verve, ad ogni palla persa in attacco, i croati escono velocemente dal blando pressing degli azzurri e, approfittando della mancata marcatura preventiva dei difensori napoletani, si rendono pericolosissimi in varie occasioni. In una di queste Munic, con un gran sinistro a giro dal limite, beffa Meret e da il vantaggio ai croati. Il Napoli accusa il colpo e il Rijeka sfiora più volte il raddoppio ma sul finire del primo tempo Demme, in mischia, mette in rete il gol del pareggio. Nella ripresa, al primo minuto di gioco, il Rijeka si porta, con una bella azione, nell’area napoletana dove Menalo trovava lo spazio per scagliare un tiro che colpisce in pieno i pali all’incrocio della porta di Meret. Sembra che nulla potesse cambiare rispetto a quanto visto nel primo tempo, ma con l’entrata in campo di Fabian Ruiz e Lorenzo Insigne, il gioco del Napoli acquista tono e pericolosità grazie ad una maggiore intensità e ad un efficace pressing sui portatori di palla che non permette più ai croati di ripartire come accadeva nella prima frazione di gioco. Con il passare dei minuti tra le fila croate compaiono i primi segni di stanchezza ed il Napoli ne approfitta per passare in vantaggio grazie ad un autogol di Braut che con la coscia devia in rete un cross dal fondo di Mario a Rui. In conferenza stampa Gattuso dichiara :” sono incavolato per il ripetersi degli stessi errori, all’inizio e per tutto il primo tempo siamo stati inguardabili, sembravamo ad una scampagnata, l’unica cosa buona di questa sera e’ il risultato per il resto non abbiamo nulla da festeggiare.” I tifosi sono incavolati e temono che Gattuso stia facendo lo stesso errore fatto in passato prima da Benitez e successivamente da Ancelotti nel voler imporre alla squadra il 4-2-3-1. I disastrosi risultati convinsero entrambi a ripercorre la strada del 4-3-3 che si dimostrò più idoneo sia alle qualità ma soprattutto alla mentalità dei calciatori azzurri. Con il 4-2-3-1 necessitano due centrocampisti che fanno un efficace filtro a metà campo mentre i tre trequartisti e la stessa punta devono sapersi sacrificare, in fase di non possesso, ricompattandosi velocemente nella propria metà campo. E’ Parere generale che quanto prima Gattuso torni al 4-3-3 dove, con questo modulo, ci saranno da risolvere le problematiche dall’utilizzodi Osimhen e quelle che scaturiranno dal ridotto impiego (turnover?) di uno tra Mertens, Politano e Lozano.
Intanto la squadra cara al presidente De Laurentis e’ attesa al Renato Dall’Ara da un Bologna in grande spolvero. La gara e’ in calendario domenica 7 ottobre con inizio alle ore 15.00.
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