Juric il “Profeta” croato-veronese
-di Massimo Rosa–
Verona 9.07.20 – Sulle note musicali di Ennio Morricone scendono in campo, nell’ennesimo deserto Marc’Antonio Bentegodi, Hellas Verona ed Inter per la 31^ di caldo campionato. Entrambe le formazioni sono reduci da sconfitte: il Verona battuto a Brescia e l’Inter a Bologna. I Gialloblù sono la novità di campionato, i nerazzurri, da anni alla ricerca di uno scudetto, non lo sono più. Anche quest’anno il titolo veleggia sull’asse Torino – Roma, e per i colori nerazzurri è un’altra annata deludente, pur con la tradizionale messe d’investimenti. Comunque nei confronti del Verona la superiorità di risultati arride ai milanesi.
Al fischio d’inizio del signor Irrati di Pistoia il Verona innesta in un battibaleno la sesta. La palla sulla fascia mancina è preda di Di Marco (proveniente dall’Inter) che la lancia in verticale a quel furetto di Lazovic, che lestamente si beve Skriniar, come fosse un Campari schakerato, cacciando la palla in rete. Sono trascorsi poco più di sessanta secondi ed il Verona è già in vantaggio di una rete.
Ti aspetti un’immediata reazione dei milanesi, ma così non è. E’ il verona che mena le danze, con i nerazzurri a far da tapezzeria come un tempo le ragazze meno belle alle festine da ballo dei favolosi anni ’60. Il Verona è padrone del campo. Sembra incredibile come tre giorni dopo, e con una temperatura di 30 gradi alle 21.45, possano correre tanto. L’Inter è in stato di confusione, non riesce ad imbastire un gioco corale, tanto che se al termine del primo tempo fosse stata in svantaggio di tre reti non vi sarebbe stato nulla da ridire.
L’Hellas è micidiale sulla fascia sinistra con Lazovic; puntuale e rapida sul centrocampo con un Amrabat devastante ed un Veloso dal piede vellutato; rocciosa in difesa, dove Kumbulla come un francobollo ben incollato non lascia spazi al gigante buono di Lukako. L’Inter di contra, aggredita alta, può solo avvicinarsi alla porta avversaria sporadicamente tentando degli assolo.
Conte sembra una belva in gabbia, tanto da entrare in rotta di collisione con Juric. Comunque si va al riposo con il Verona in vantaggio.
L’inizio del secondo tempo fa capire immediatamente che i milanesi, sicuramente “cazziati” dal vulcanico Conte, cambiano marcia. Infatti prendono in mano il pallino del gioco, ed al terzo minuto grazie ad un ritonificato Candreva riagguantano i padroni di casa in modo rocambolesco. Cos’è avvenuto? Nell’ennesimo corpo a corpo al centro dell’area veronese tra Kumbulla e Lukako, quest’ultimo riesce per una volta a girarsi ed a calciare verso la porta. La palla non finisce in rete sbattendo sul palo. Candreva si trova sulla traiettoria della respinta e, ringraziando, la mette alle spalle di Silvestri (ottima prestazione la sua).
Potrebbe sembrare l’inizio della fine perché al nono minuto ancora Candreva è il protagonista costringendo all’autorete Di Marco. L’Inter vola ma il Verona resiste gagliardamente, anzi è lì in agguato. I tentativi meneghini di battere un’altra volta Silvestri sono per lo più tiri da lontano, anche se pericolosi. Ma il portierone gialloblù fa buona guardia. L’inter non demorde, ma del tutto inutilmente.
I veronesi con una grinta incredibile non si danno per vinti. Così a quattro minuti dalla fine pervengono al meritato pareggio, anzi sfiorano addirittura il terzo goal.
Dunque una Inter che non ha tra le mani il filo d’Arianna per ritrovare la strada, e annaspa alla ricerca del gioco e della personalità. E’ la solita Inter di questo ultimo decennio: campione d’estate per gli acquisti.
Il Verona dalla sua ancora una volta mostra carattere e determinazione. Ha un insieme di giocatori di buona tecnica, di intelligenza calcistica, costati una pipa di tabacco (si fa per dire). Giocatori che con Juric hanno sposato la maglia gialloblu dell’Hellas Verona e che molto ricordano quelli di Osvaldo Bagnoli, prima andati in Europa e poi addirittura campioni d’Italia.
Non montatevi la testa però!
Foto Hellas Verona