di Lorenzo Fabiano Della Valdonega
È il 22 febbraio 1992, olimpiadi di Albertville. Sotto il sole di Les Menuires Finn Christian Jagge coglie l’oro nello slalom, resistendo per 28 centesimi alla forsennata rimonta nella seconda manche di un mostruoso Alberto Tomba, che dopo la vittoria in gigante incassa quel giorno pure l’argento tra le porte strette. Finisce con Jagge portato in trionfo dall’Albertone Nazionale e dal terzo sul podio, l’austriaco Michael Tritscher. Bel quadretto. Il grande romanzo dello sport è punteggiato da incroci di destini tra galantuomini: così, il 15 marzo del 1998 sulla neve che il sole primaverile di Crans Montana ha reso un bagno schiuma, Alberto Tomba vince la sua ultima gara di coppa del mondo, la 51ma, davanti a due norvegesi: uno è Hans Petter Buraas, secondo, l’altro è proprio Finn Christian Jagge. E questa volta toccherà a loro issare in spalla il campionissimo nel giorno del suo addio.
Perchè se ricevi, devi sapere pure dare. È la legge dello sport. Di Finn Christian Jagge ci rimangono queste due istantanee, oltre al ricordo di un grande campione capace di mettere alla frusta il più forte di tutti. Fisico possente, sciata aggressiva, un attaccante di razza, le punte degli sci rivolte sempre a valle, la bionda chioma al vento; fu uno dei tanti a lanciare in quegli anni il guanto di sfida ad Alberto, che a sua volta per batterli e riuscire ad averne la meglio dovette estrarre dal cilindro del proprio immenso talento la classe del numero uno. Duelli e sfide memorabili, appassionanti. Finn Christian Jagge ci ha lasciati; un male crudele se l’è portato via a cinquantaquattro anni. «…quante sfide dagli inizi di coppa del mondo, mondiali e olimpiadi… I will never forget you!!! Un abbraccio vincente fin lassù…your friend Albi» ha scritto commosso il suo compagno di tante battaglie. Nato il 4 aprile del 1966 a Oslo, figlio di una sciatrice e di un tennista norvegesi, Jagge sull’almanacco della coppa del mondo ha inciso sette vittorie, la prima e l’ultima entrambe sul Canalone Miramonti della Tre3 di Madonna di Campiglio, onore di una doppietta riservata a pochi. Coetanei, lui e Tomba iniziarono a darsele sin da ragazzi nel circuito giovanile: il 23 febbraio del 1986, entrambi ventenni, nello slalom di coppa del mondo di Åre in Svezia vinto da Pirmin Zurbriggen, il biondo norvegese finì settimo proprio alle spalle del bolognese partito col pettorale 62: per tutti e due furono quelli i primi punti in coppa del mondo; il battesimo sul podio Jagge lo festeggiò il 10 dicembre del 1991 al Sestriere quando a vincere fu Alberto Tomba. Una settimana dopo le parti s’invertirono a Madonna di Campiglio. Quattro delle sue sette vittorie, il norvegese le ha colte proprio sulle nostre nevi, due a Campiglio e due a Sestriere. Lui la storia l’ha però scritta sotto il sole abbagliante della Savoia in quel 22 febbraio di 28 anni fa sul pendio di Olimpia, con l’onore di essere portato in trionfo dal più grande di tutti. Omaggio ricambiato sei anni più tardi. Due immagini che tutto dicono e mai dimenticheremo. Per questo ci piace ricordarlo così.
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