-di Massimo Rosa–
IL VENTO E LE SUE LEGGENDE
Narra una delle leggende, a proposito del vento, che questo venisse venduto dagli stregoni finnici ai marinai quando il mare era in bonaccia. Il vento si diceva fosse racchiuso in tre nodi: se avessero sciolto il primo, questo avrebbe generato un venticello leggero, se invece fosse stato il secondo, allora questo sarebbe stato un vento importante. Nel caso del terzo si sarebbe scatenato un finimondo.
Spostandoci più a sud, si tramanda che una famiglia dell’antica Corinto fosse in grado di calmare il vento furioso. Più tardi, sotto il regno di Costantino, un certo Sopater venne condannato a morte perché reo di avere bloccato i venti che impedivano alle navi di lasciare i porti egiziani e siriani per trasportare il frumento a Costantinopoli, disperata ed affamata.
GLOSSARIO
Abbrivio: è la spinta residua quando termina la forza propulsiva.
Accostare: avvicinarsi
Alare: vuole dire tendere le scotte.
Albero: è la trave verticale, alle volte anche inclinata, che sostiene la vela.
Allineamento: linea retta che congiunge due punti: la si traccia per effettuare dei rilevamenti.
Ammainare: fare scendere la vela.
Armare: portare a bordo tutto il necessario per la navigazione.
Baglio: ha due significati: 1) trave trasversale della struttura della barca. 2) punto più ampio della barca.
Balugina: è il lato a poppa della vela.
Barra del timone : è l’asta che permette il controllo del timone.
Battagliola: strutture che formano un recinto della coperta.
Bitta: è la colonna che si trova nel porto su cui viene fissata la cima per ormeggiare l’imbarcazione.
Boccaporto: è il bocchettone a chiusura stagna che unisce la sottocoperta con il ponte esterno.
Boma: è l’asta che sostiene inferiormente la randa.
Brezza: è un vento molto leggero dovuto alla differenza di temperatura tra terra e mare.
Bugna: è l’angolo inferiore di una vela a cui è assicurata la scotta.
Carena: è la parte dello scafo immersa in acqua.
Cazzare: tendere (nel gergo marinaresco tesare) una cima.
Cima: altro non è che la corda.
Coperta: è il ponte esterno dell’imbarcazione.
Dritta: destra.
Falchetta: è il bordo che corre lungo tutta la coperta.
Fil di ruota: andare con il vento in poppa.
Fileggiare: quando il vento non la forza sufficiente di riempire la vela.
Fiocco: vela prodiera.
Gavone: è un vano che si ricava tra la paratia e lo scafo dove si ripone materiale.
Gennaker: nasce dall’unione dei termini Genoa e Spinnaker ed è una vela prodiera di tessuto leggero.
Genoa: è una vela prodiera un po’ più grande del fiocco.
Grappino: piccola ancora per piccole imbarcazioni.
Grippia: è una cima che serve a sollevare l’ancora dal fondo (il verbo in gergo marinaresco è spedare).
Inferire: fare scorrere il cavo (ralinga) della vela.
Lascare: è l’esatto contrario di cazzare (tendere).
Linea di galleggiamento: è la linea che demarca la parte immersa da quella emersa dello scafo.
Manovre: sono così chiamati l’insieme di cavi usati sulla barca, suddivisi in: manovre correnti e manovre fisse.
Mura: è il lato da dove proviene il vento.
Opera morta: è la parte emersa dell’imbarcazione.
Opera morta: è invece quella immersa.
Orzare: è l’avvicinare la prua alla direzione di provenienza del vento.
Paratia: è la parete verticale di divisione dei locali di sottocoperta.
Poggiare: significa allontanare la prua dalla direzione di provenienza del vento.
Ralinga: è il cavo all’interno della vela.
Randa: è la vela principale dell’imbarcazione fissata al boma ed all’albero maestro.
Rollio: è il dondolio trasversale della barca.
Scotta: è la cima che serve per dirigere la vela.
Strambare: cambiare mure (lati) con il vento in poppa.
Virare: cambiare mure con il vento proveniente da prua.
POSIZIONI DELLA BARCA
Si dice che la barca è orziera se modifica il tragitto in direzione del vento, si dice poggiera se invece si allontana dalla direzione del vento.
LA STRAMBATA
Come abbiamo visto nel glossario strambare vuole dire cambiare il percorso quando si ha il vento a favore in modo che la poppa passi a filo di vento, ricevendolo, successivamente, sul lato opposto. Bisogna fare attenzione però a non scuffiare (rovesciarsi).
ASSETTO
E’ la regolazione delle vele con le scotte per far sì che queste prendano il vento.
LA BOLINA
E’ il navigare contro vento.
STRETTO AL VENTO
E’ la navigazione in cui si stringe il vento il più possibile. Viene anche definita bolina stretta.
IL BOMPRESSO
E’ l’albero orizzontale davanti alla prua che ha la funzione di reggere una vela supplementare.
IL BORDEGGIARE
Passando da un bordo all’altro la prua si trova contro vento.
IL BRACCIO
Non è altro che una misura di profondità equivalente a m. 1,83.
LA CHIGLIA DI ROLLIO
E’ una pinna che aumenta la stabilità dell’imbarcazione.
CHIUDERE I BOCCAPORTI
E’ l’urlo che viene lanciato dal comandante quando le condizioni del mare sono pessime e c’è pericolo che molta acqua penetri sottocoperta.
CORRENTI DI MAREA
Sono le correnti provocate dall’alta e dalla bassa marea.
DAR FONDO
Significa fermarsi gettando l’ancora.
DRITTA & MANCA
Destra (dritta) e sinistra di una barca.
LA MURATA
E’ la fiancata ed è la parte più estesa della barca.
MURE A DRITTA & SINISTRA
Una barca naviga con mure a dritta quando il vento lo riceve da dritta mentre le sue vele sono orientate a sinistra.
Mureasinistra il vento soffia da sinistra e le vele sono a dritta.
IL GRAN LARGO
In gergo marinaro navigare in gran largo significa avere il vento che soffia lateralmente.
Questa è la condizione perché le vele raggiungano la massima efficienza, diminuendo così la resistenza dello scafo: il che equivale all’andatura più veloce.
L’ATTREZZATURA
E’ la disposizione delle vele, alberi e pennoni su una barca a vela. Quindi ogni barca vela è definita a seconda dell’attrezzatura.
ATTREZZATURA CAT
E’ quella più semplice, ed impiega una sola vela. E’ utilizzata sulle piccole barche da regata con solo uomo d’equipaggio.
ATTREZZATURA CUT
E’ l’attrezzatura che prevede due vele piccole: fiocco e trinchettina, oltre, ovviamente, alla vela maestra e la randa.
ATTREZZATURA PORTOGHESE
Questa invece ha una vela maestra triangolare, con la parte superiore della caduta
CADUTA POPPIERA
E’ il bordo della vela rivolto verso poppa.
CADUTA PRODIERA
E’ il bordo della vela rivolto a prora.
IL PIEDE
E’ la parte più bassa della vela.
VELA MARCONI o BERMUDIANA
Non è altro che una grande randa con caduta prodiera. E’ l’attrezzatura più in uso tra le barche.
IL MOSTRAVENTO
E’ quel nastro o filo che si vede sventolare indicante la direzione del vento.
IL MOSCHETTONE
E’ un gancio a molla che serve a fissare il fiocco sullo strallio.
IL PESCAGGIO
E’ la lunghezza dello scafo dalla linea di galleggiamento al punto più basso della chiglia.
LA POPPA & LA PRUA
Con il primo termine si indica la parte posteriore dell’imbarcazione, con il secondo, invece, quella anteriore.
SPINNAKER
E’ una vela triangolare leggera, fissata sul davanti dell’albero, per aumentare la velocità.
SOPRAVENTO
E’ quella parte della barca dove soffia il vento.
SOTTOVENTO
E’ l’opposto di navigare sopravento, ma è anche la direzione dove tende ad andare la barca, causa la pressione del vento contrastata dalla resistenza laterale della chiglia fissa.
IL TRAPEZIO
Altro non è che un cavo di sicurezza a cui è agganciato un membro dell’equipaggio sporto fuoribordo.
Questa sua posizione permette alla barca di portare una maggiore velatura, potendo così sopportare venti più intensi.
Questa cintura di sicurezza si aggancia al cavo, agganciato a sua volta all’albero, con un moschettone.
IL TRINCHETTO
E’ l’albero più piccolo della goletta.
ALBERO IN MEZZANA
E’ situato a poppa rispetto a quello maestro, ed è anche più piccolo.
IL VENTO APPARENTE
La chiave di lettura per navigare a vela è quella della conoscenza della teoria del vento apparente. Contrariamente a quello che si pensa i segnavento dell’imbarcazione non indicano la direzione del vento reale, bensì indicano quella del vento apparente.
Sulla base di questo si devono effettuare, quindi, tutte le regolazioni per una buona navigazione. Il vento apparente varia a seconda della velocità della barca.
LA FORZA
Con la parola forza si indica l’intensità del vento, questa è sempre seguita da un numero (mare forza 12, vuole dire che c’è un vento che viaggia ad oltre 64 nodi. Questa situazione indica uragano). La tabella indicante la varie situazioni è conosciuta come Scala Beaufort.
IL NODO
Il nodo altro non è che l’unità di misura del vento pari ad un miglio marino (1852 metri) all’ora.
Un nodo equivale a circa 5 metri al secondo e circa 2 km l’ora.
LA FISICA DELLE VELE
Il funzionamento di una vela è fondato sul principio della differenza di pressione, infatti questa è maggiore sul lato sopravento e minore, logicamente, su quella sottovento. Ed è la depressione sottovento che dà la maggior parte della forza che muove l’imbarcazione.
IL FERZO
E’ ognuno dei teli tagliati e cuciti insieme che formano una vela. L’ultimo dei ferzi verso poppa si chiama Balumina.
IL GRASSO
Con grasso s’indica la curvatura conseguente all’azione del vento sulla stessa vela.
LA CURVATURA DELLE VELE
La curvatura della vela dipende dal suo taglio e dalla giuntura dei ferzi. I produttori di vele producono dei fiocchi a forma di “S”, scavando la vela nella parte alta ed arrotondandola.
I TELL TALES
Non sono altro che delle strisce di filo di lana ( ma anche nastrini di sacchetti della spazzatura) che servono per vedere il flusso del vento sulle vele.
I tel tales sono disposti ad intervalli di 30 cm. su tutta la lunghezza della vela. Quelli sottovento indicano quando la vela è troppo cazzata, mentre quelli sopravento segnalano quando la vela è troppo lasca.
AVERE CURA DELLE VELE
Il prolungato uso delle vele porta alla loro usura. Ma per prolungarne la vita bisogna:
- Piegare sempre le vele necessariamente.
- Lasciarle sbattere il meno possibile una volta che sono state issate.
- Asciugarle in acqua dolce quando sono umide.
- Riparare sempre e subito qualsiasi strappo.
- Non lasciare il fiocco arrotolato lungamente esposto al sole.
IN PANNA
Così si indica un’imbarcazione ferma con la prua contro vento difficilmente governabile.
FILEGGIARE
Viene così detto il navigare troppo stretti al vento, in questo modo le vele non prendono bene il vento e, quindi, dileggiano, cioè sbattono.
IL TERZAROLO
E’ quella parte della vela che si può ripiegare per diminuire la resistenza della vela al vento.
PLANARE
Si dice così quando la barca sfiora l’acqua anziché affondarvi lo scafo dentro. Questo può avvenire solamente quando le imbarcazioni sono leggere e senza chiglia fissa.
NAVIGARE A MEZZA NAVE
Vuole dire avere il vento ad angolo retto con linea di congiunzione tra prua e la poppa.
LA BARRA
E’ il dispositivo attaccato al timone ed impugnato dal timoniere che serve a dirigere la barca, tipico nelle barche di media e piccola grandezza.
BORDEGGIARE
Significa andare da un bordo all’altro, in maniera tale da avere sempre la prua contro vento ed il vento dalla parte opposta delle vele.
IL BORDO GIUSTO
E’ il percorso tenuto dopo la partenza per raggiungere il prossimo segnale il più velocemente possibile.
Non è detto che sia una linea dritta, poiché bisogna tenere sempre conto del vento e delle correnti marine.
BORDO LIBERO
E’ la parte dello scafo che si trova al di sopra della linea di galleggiamento.
ANGOLO DI MURA
E’ l’angolo basso anteriore di una vela, punto d’incontro del piede e della caduta prodiera.
ANGOLO DI SCOTTA
E’ l’angolo a poppavia più basso, punto d’incontro della caduta poppiera con la base.
MOLLA LE SCOTTE
E’ il comando dato per assettare le vele.
DRIZZA
E’ la manovra che indica l’alzare o l’abbassare le vele.
FARE PORTARE LE VELE
E’ l’allontanare la prora dal vento, sino a che le vele non si gonfiano.
VIRARE DI BORDO
Significa la variazione di direzione dell scafo, passando cioè da un bordo all’altro, facendo in modo che la prua sia a favore di vento.
SCIOGLIERE
Sciogliere la vela vuole dire toglierla dal pennone.
ALAGGIO
Significa togliere la barca dall’acqua e metterla a terra.
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