-di Adriana Balzarini-
I Giochi delle donne: per la prima volta: atletica e ginnastica
L’Olanda era rimasta neutrale nel conflitto della Prima Guerra Mondiale e già nel 1919 fece una timida richiesta per l’organizzazione dei Giochi , Giochi poi assegnati nel 1920 ad Anversa come valore simbolico per il Belgio martoriato dall’evento bellico. Lasciò pure che nel 1924 i Giochi si svolgessero a Parigi come da desiderio espresso da de Coubertin ma chiese già nel 1921 la possibilità di poterli ospitare e gli fu concesso con ben sette anni di tempo in anticipo. Si svolsero dal 17 maggio al 12 agosto. Realizzato il suo sogno di riportare i Giochi a Parigi, per de Coubertin la Presidenza del CIO era ormai troppo gravosa e il suo successore, il conte Henri de Baillet-Latour, venne insediato dallo stesso de Coubertin al Congresso di Praga del 1925. Ormai il CIO era un organismo funzionale ed autorevole; a febbraio prima dei Giochi estivi aveva dato l’Ok per i II Giochi Invernali che si svolsero a Chamonix.
46 furono le rappresentative presenti di cui 25 con la presenza al loro interno di donne, 16 furono gli sport in programma e cinque di essi videro gare femminili. Gli atleti in gara furono 2.868di cui 272 furono donne, la Germania rientrò tra le nazioni presenti:
i Giochi vissero significativi cambiamenti. Alice Milliat aveva scosso i “burocrati ingessati” del CIO minacciandoli, con la sua Federazione sportiva femminile e la volontà di organizzare i Giochi Olimpici femminili. De Coubertin pur insistendo che nessuna donna sarebbe stata “per natura” idonea all’attività agonistica acconsentì mal volentieri alla partecipazione delle donne nella disciplina regina di tutti i Giochi: l’atletica leggera. 5 furono le specialità aperte alle donne: 100 metri, 800 mt, lancio del disco, salto in alto e staffetta 4 x 100mt. Venne cancellata la prova del tennis, che ritorò ai Giochi solo nel 1988.
L’arena costruita per i Giochi di Amsterdam aveva una pista in cenere di 400 m per l’atletica, una di 500 m in cemento per il ciclismo; conteneva 21.500 posti a sedere e furono previsti 12.600 posti in piedi. Splendido ed elegante fu la Torre di Maratona, alta 42,195 m, come i chilometri della corsa. Le gare di atletica femminile furono le gare più seguite dal pubblico e dagli addetti della specialità e le iscritte furono 101. La prima donna a conquistare un oro olimpico fu la polacca Helena Konopacka che vinse l’oro con il lancio del disco con la misura di 39,62 mt, segnando il record del mondo. Questo primato fu solo fortuito perché la prima gara in programma dovevano essere i 100mt. ma la finale fu ritardata di 35 minuti per problemi tecnici causati da uno starter che squalificò fra i pianti due atlete per doppia falsa partenza.
La gara dei 100 mt. fu vinta da Betty Robinson che otterrà in seguito anche l’argento nella staffetta 4 x 100. La ragazza di soli 16 anni, nata a Chigago ma che viveva a Riverdale nell’Illinois, era stata portata ai Giochi pur avendo al suo attivo la partecipazione e la conseguente vittoria di solo tre gare; fu scoperta da un suo insegnante che una mattina la vide correre di fianco al treno per salire alla stazione successiva. Drammatica invece fu la gara degli 800 mt. , molte ragazze completeranno la prova ma diverse di loro stramazzeranno al suolo e verranno soccorse portandole fuori dal campo in condizioni difficili. Il giornalista del “Daily Mail” scriverà : “queste ragazze diventeranno vecchie troppo presto!” la gara venne in seguito tolta dai programma, ritornerà a Roma 1960.
Ad Amsterdam un’altra novità fu la presenza delle donne nel concorso di ginnastica, che prima era solo una specialità olimpica esclusiva per gli uomini. Le donne poterono gareggiare solo nel concorso a squadre. L’esclusione delle ginnaste anche qui avvenne per la convinzione maschile che l’utilizzo degli attrezzi portasse ad un processo di “virilizzazione”. Furono le olandesi a vincere l’oro anche se per la squadra italiana, che era formata da ragazzine chiamate” le piccole di Pavia”, così chiamate per la loro provenienza territoriale, guidate dal prof. Gino Grevi, ottennero la prima medaglia femminile della storia olimpica. Si allenarono presso Pallanza, sul Lago Maggiore ospiti della villa dei signori Rovelli di Montobbio.
Partirono dal lago alla volta di Amsterdam in treno e poi soggiornarono sulla nave Solunto e la loro chaperon fu “mamma Maria” che non le perse mai di vista, come aveva promesso al parroco e a tutte le mamme delle bambine prima della partenza. L’esercizio delle italiane fu il migliore ma le olandesi si presentarono a sorpresa per l’esecuzione della prova accompagnate dal un pianista e questo segnò la differenza che le fece vincere in casa. Al ritorno a casa furono molto festeggiate , dovettero passare prima del rientro a casa da Milano, dove si esibirono al Teatro Lirico, con un grande afflusso di pubblico, e a Pavia in seguito. Il Comune diede a ciascuna di loro un libretto di risparmio di 100 lire come riconoscimento e premio. Clara Marangoni, una delle ragazzine, restò viva fino al 2018 compiendo 102 anni; fu fra le prime donne ad avere la patente e la macchina in Italia ma ancor di più andò fiera di essere stata la primissima ad aver la patente nautica e il motoscafo che regolarmente guidò fino a tarda età sul Ticino.