-di Massimo Rosa–
C’è da dire che in questo periodo di isolamento il Panathlon non ha mai cessato di fare sentire la propria voce. Lo ha fatto grazie al meraviglioso mondo di internet, che ha permesso ai numerosi frequentatori di PANATHLON PLANET di restare continuamente aggiornati sulle vicende sportive del presente e sui racconti del passato. Un service a 360 gradi che ci ha anche regalato, con ottimi risultati, la Webminar-mania, cioè le video conferenze, la nuova via imboccata dai club per argomentare sulle diverse problematiche dello sport. Tutto ciò non nasce per caso, ma dall’intento politico di questo Distretto Italia di affidarsi alla comunicazione per divulgarne principi ed obiettivi con cui affermarsi nella vasta platea dello sport italiano.
Abbiamo incontrato il Presidente del Distretto Italia, ch’è una sorta di moto perpetuo di Paganini, cioè sempre in fremente attività anche in questo periodo, per fare il punto della situazione.
- In questi mesi il mondo si è fermato…e il Panathlon?
No, non direi proprio, dopo un primo momento di sconcerto per quello che stava accadendo, una tragedia epocale questa Pandemia, il Panathlon è stato vivo ed ha concretizzato i principi di solidarietà’, di vicinanza alla società civile con aiuti di ogni genere. Ci siamo scoperti tecnologici utilizzando le varie piattaforme con la voglia di portare la voce dello Sport, fortemente colpito, nelle video conferenze anche di livello nazionale grazie a soci di grande talento.
- Quali sono stati ad oggi le novità più significative della sua presidenza?
Avevo ben chiaro, fin dall’inizio, che sarebbe stato fondamentale lavorare per ridare fiducia al nostro movimento, impegnarsi per superare le problematiche del passato, creare le condizioni per rilanciare il Distretto Italia attraverso la condivisione dei progetti, la trasparenza delle decisioni, ma anche la fermezza necessaria per affrontare le questioni più spinose che si sono presentate e vi assicuro non sono state poche. Voglio ringraziare il Consiglio di Presidenza e gli altri collaboratori, per il grande lavoro svolto, con i quali abbiamo fatto squadra con coesione ed amicizia.
- E le prossime mosse?
Andare avanti in questo percorso avviato affrontando le nuove sfide con unità d’intenti insieme al consiglio di presidenza, ai governatori, ai presidenti ed ai Panathleti per quel senso di appartenenza che ci accomuna.
- Cosa ritiene il Panathlon debba ancora fare, in concreto, per affermarsi nel mondo dello sport, come soggetto a cui ispirarsi?
Il Panathlon deve continuare nel grande lavoro che attraverso i propri club sta portando avanti con successo e riconoscimenti a tutti i massimi livelli sportivi, ha bisogno di strutturarsi ancora meglio per far fronte ai cambiamenti che anche lo sport sarà chiamato a vivere. (Vedi i dettagli delle attività’ del documento programmatico inviato, a suo tempo, a tutti i Club).
- Lei è sempre più presente ai piani alti dello sport, mai avvenuto nelle precedenti presidenze, se non sporadicamente, e senza o quasi conseguenze che abbiano sdoganato il Panathlon.
Devo dire che nel periodo precedente il COVID-19 ho viaggiato molto e sono stato invitato a parecchie riunioni dalle Istituzioni Sportive di vertice, il Panathlon deve poter esprimere le proprie idee costruttive sullo Sport ed avere la forza e la consapevolezza per contare di più in ambito sportivo.
- A questo proposito, come stanno funzionando i rapporti con Coni e Ministero dello Sport e Salute?
Siamo stati invitati a video conferenze importanti dapprima con il Presidente Malagò poi con Cozzoli, Presidente di Sport e Salute ed in ultimo con il Ministro dello Sport Spadafora. La sintesi di questi incontri è questa: il momento è molto difficile ma bisogna ripartire dallo Sport di base, per le Società Sportive, per la Scuola, per i nostri giovani che sono il presente ed il futuro della Società.
- La sua è dunque una politica improntata al dialogo diretto e continuo sia ad alto livello istituzionale sia a livello dei club, che sono poi l’humus dell’intero movimento panathletico.
Certamente il dialogo è la prima regola, non scritta, da seguire dicevo prima che per dialogare occorre saper ascoltare le esigenze, le proposte, le idee per poi poter realizzare gli obiettivi prefissati.
- Potremmo definirla il “Presidente della porta accanto? ”
Direi il Presidente Amico, che ascolta ma si fa ascoltare. (Lo dice sorridendo)
- Dunque un presidente che sa comunicare
Spero di esserci riuscito, la comunicazione è stato e sarà un obiettivo primario per la nostra Associazione.
- Lei è l’unico storico presidente del Panathlon, anche in rapporto ad altri club service, ad avere messo in piedi una redazione di 24 validi elementi che quotidianamente alimentano la comunicazione.
Dare forza alla comunicazione è fondamentale e grazie a Massimo, che mette competenza e passione nel suo lavoro, a cui avevo chiesto di far sentire con il megafono la voce del Distretto Italia: siamo riusciti ad avere personaggi importanti del giornalismo che scrivono divertendosi ed hanno contribuito a rendere meno cupo il periodo che abbiamo vissuto.
- Nel Panathlon si è tentata la via dei club junior, con pochi o nulli risultati. A questo proposito darà vita ad una politica che li valorizzi, offrendo loro un ruolo significativo sinora ignorato?
Riguardo ai Club Junior, riteniamo che questa sia una delle prossime sfide che dobbiamo dimostrare di saper affrontare, sono i nostri giovani, vanno valorizzati e motivati a darci il loro entusiasmo la loro freschezza e le loro idee.
- Lei è in scadenza di mandato…a proposito quando potrebbero esse le elezioni?
Vediamo come evolverà il problema sanitario, voglio essere ottimista: penso che ottobre potrebbe essere, in tutta sicurezza, il mese appropriato.
- Per chiudere, quale messaggio vuole lanciare ai panathleti?
Un messaggio di unità, di amicizia, di consapevolezza che siamo membri di una grande e valorosa Associazione che in questo mondo, confuso, insicuro può’ e deve portare un contributo di saggezza e di amore per lo sport che è uno strumento importantissimo per costruire un futuro migliore per la nostra Società.
In conclusione un Presidente che sta trasmettendo al mondo panathletico italiano il suo entusiasmo ed il suo “moto perpetuo”, facendo del Panathlon Distretto Italia un interlocutore necessario al benessere dello Sport italiano, grazie ai sani principi di lealtà che lo contraddistinguono, nel segno di “LUDIS IUNGIT.