Dinamo Sassari una bella storia di liceali |
–di Raimondo Meledina–
Sicuramente, quando nell’aprile del ’60 il gruppo di liceali dell’Azuni di Sassari composto da Bruno Sartori, primo e giovanissimo (appena 16 anni!!) presidente della Società, Rosario Cecaro, Pietro Barracani, Antonio Lavosi, Roberto Centi, Graziano Bertrand, Antonio Manca, Francesco Soccolini, Salvatore Virdis e Giovanni Pilo fondò la Polisportiva Dinamo Sassari, non pensava minimamente di dare corpo ad una creatura sportiva che nel tempo avrebbe rappresentato la Sassari e l’intera Isola del basket e fatto impazzire i suoi sempre più numerosi supporters.
Miracolo e potenza dello sport, tutto ciò si è puntualmente avverato ed oggi la Dinamo Sassari-Banco di Sardegna siede fra le elette del basket italiano, e non solo, ed al quinto anno di A1 si è già appuntata, nel 2015, il primo tricolore sulla casacca, e, se non bastasse, ha portato a casa una Coppa Italia ed anche il suo primo alloro europeo. Non male si potrebbe dire…. Ma andiamo per ordine: i fondatori, la maggior parte dei quali erano anche giocatori, iniziarono l’avventura sui campetti all’aperto delle Scuole Elementari di San Giuseppe, situate nel quartiere definito dal compianto presidente della Repubblica Francesco Cossiga il quadrato magico della politica, essendoci nati o cresciuti alcuni dei nomi più importanti delle nostre Istituzioni, fra cui lo stesso Cossiga, uno dei Presidenti della Repubblica che lo avevano preceduto, Antonio Segni, il segretario del P.C.I. Enrico Berlinguer, e diversi altri esponenti politici della scena nazionale fra cui Mario Segni, e gli ex ministri Pisanu e Parisi. Dei predestinati, insomma, quelli della Dinamo, che agli esordi militano nelle serie minori, poi in C, e quindi per tanti anni fra la C e la B1, campionato nel quale i sassaresi hanno occasione di fare importanti esperienze nei derbies con l’Esperia Cagliari e gli “assaggi” di grande basket in Coppa Italia, che nelle prime fasi prevedeva scontri fra le squadre di A1 e A2, misurandosi con l’Olimpia Milano, Fortitudo Bologna, e la Scavolini Pesaro, battuta a Sassari e poi vincitrice della Coppa.
Come accade nello sport, prima dell’assestamento, alti e bassi e qualche amara retrocessione, da cui la Dinamo riemerge sempre, grazie all’esperienza acquisita e la passione e competenza della dirigenza allora capitanata dall’avvocato Dino Milia, superpresidente della Società per ben 32 anni, nel corso dei quali, passando dai campionati regionali a quelli professionistici, si sono gettate le basi per provare a volare.
La Dinamo osa e ci riesce subito dopo il passaggio del testimone alla famiglia Mele, che esordisce come meglio non poteva alla guida di quella che nel frattempo era diventata la prima squadra del basket sardo, arrivando sino alla finalissima nel 2009 e centrando l’anno successivo l’impresa che porta la Dinamo Sassari in A2. Lo stress e l’impegno sono però notevolissimi ed al termine di una stagione che definire trionfale sarebbe riduttivo, culminata con la qualificazione ai play-off scudetto, l’inaspettato crollo.
La Società è sul mercato e l’acquirente più accreditato sembra essere Capo d’Orlando. Quando tutto sembra ormai fatto, irrompe sulla scena il giovane Stefano Sardara, sassarese, imprenditore nel settore assicurativo, con le idee molto chiare su quella che doveva essere la Dinamo del futuro. Sardara instaura un dialogo straordinario con la città e gli appassionati di basket sassaresi e dell’intera Isola, e crea i presupposti perchè presto si possa parlare di un vero e proprio miracolo Dinamo, costruendo quel gioiellino che oggi è il Banco di Sardegna-Dinamo Sassari, una Società-azienda ormai di livello internazionale, in continua crescita.
Sei i presidenti succedutisi nel corso degli anni: già in quello della fondazione, dopo Sartori arrivò Giovanni Pilo, a cui succedettero Alessandro Ponti, Dino Milia, Luciano Mele e l’attuale Stefano Sardara, e tantissimi i coach, 41 se non sbagliamo, da Aricò a Zoagli, Mazzanti, Luigi Pischedda e Polano e poi Giovanni Pischedda, Tore Pinna, Ermanno Iaci, Franco De Fante, Gianni Madau, Sergio Contini e Dido Guerrieri fino agli anni ’80. Nel 1981 la squadra è in serie B ed al timone c’è Guglielmo Reggiani, poi, in serie C, Carlo Serioni, Sergio Contini, quindi in B Pierpaolo Cesaraccio, Mauro Cerioni, Claudio Corà e l’uomo della A”, Mario De Sisti, Cesare Pancotto, attuale trainer del Cantù, Piero Mellina, Giulio Melilla, Giampaolo Doro, Zare Markoswki, Marcello Perazzetti, Sergio Contini,Stefano Michelini, Gianni Zappi, Massimo Mangano, Andrea Carosi, Tonino Zorzi e Massimo Bernardi e Franco Ciani sotto la cui direzione tecnica si va in A2. Nella categoria guidano i biancoverdi Pippo Faina, Giorgio Valli, Gigi Garelli, Riccardo Paolini e Massimo Bernardi, e Demis Cavina e poi…lui, il grande Meo Sacchetti, che prima ha portato la squadra in A1 e poi, col gruppo composto da Logan, Sosa, Formenti, Sanders, De Vecchi, Lawal, Chessa, Dyson, Sacchetti jr. Mbdodji,Vanuzzo,Brooks, Todic, Cusin, Tessitori e Kadji, il 26 giugno del 2015 conquista trionfalmente il primo scudetto sassarese a cui, come detto, i biancoblu aggiungono la Supercoppa, e la Coppa Italia. Dopo l’addio di Meo Sacchetti ecco Calvani, l’attuale direttore generale Pasquini, “El diablo” Esposito e poi il presente e, verosimilmente, il futuro del basket sassarese: Gianmarco Pozzecco, stregato anche lui dal fenomeno Dinamo che sotto le sue cure ha fatto sinora davvero bene e promette di fare altrettanto se non meglio nel futuro.
Infinita la platea dei giocatori che hanno contribuito a fare della Dinamo ciò che è oggi; citarli tutti è davvero impossibile; i tifosi ricordano, e parlano ancora, delle gesta dei primi americani, Floyd Allen e Dallas Comegys, due grandi, al pari dei vari connazionali Travis e Drake Diener, Cooley, George Banks, Frederick, Carrizo, Robeck, Lacey,Jerrelis, Rowe, l’estroso ed amatissimo Hubaleck, Thornton, Easley,Dyson, Logan, Lawal, degli italiani Casarin, Massimo Bini, Mauro Bonino, Mossali e della pattuglia dei sardi costituita da Silvio Angius, e poi Sergio Milia, Gennaro Guarino, Peppone e Luca Pirisi, Luca Angius, Emanuele Rotondo (detentore del record di punti e presenze con la maglia della Dinamo) Dario Ziranu, figlio dello storico massaggiatore del team e, nel presente, Massimo Chessa e Marco Spissu, da poco entrato nel giro della nazionale di Meo Sacchetti con tutte le buone intenzioni di rimanerci il più a lungo possibile. Oggi il roster è formato da un mix ormai collaudato composto dallo stesso Spissu, Miro Bilan, Jaime Smith, Lorenzo Bucarelli, la bandiera Jack De Vecchi, Paulius Sorokas, Dwayne Ewans, Daniele Magro, Dyshawn Pierre, Stefano Gentile, Dwight Coleby, Michele Vitali e Curtis Jerrels e, com’è noto, sino alla sua sospensione ha onorato alla grande il dodicesimo lustro di vita, disputando una regular season fantastica che j portato i ragazzi del “Poz” alla finale scudetto, sempre sospinto dal pubblico del PalaSerradimigni perennemente saturo in ogni ordine di posti, per una tifoseria che, oltre a costituire il primo sponsor della Società, viene giudicata fra le più corrette nell’intero panorama nazionale.
Ovviamente la crescita di una società sportiva non può prescindere dal fattore economico e così molte delle fortune della società, che dal 1989 ha preso il nome di Dinamo Sassari-Banco di Sardegna, attuale main-sponsor, derivano dall’impegno di quanti hanno sostenuto il team negli anni, consentendogli di stabilizzarsi e crescere. La Società deve ringraziare L.I.S.A. Parodi, Olio Berio, Sella& Mosca, Mercury Assicurazioni, Banca di Sassari, Numera, e l’attuale, il Banco di Sardegna, che da trenta anni sostiene il sodalizio oggi presieduto da Sardara.
Questi i più importanti, ma tantissimi altri sponsor “minori” corroborano con i loro interventi le casse societarie della Società che soprattutto grazie a loro è fra le più importanti realtà del settore in campo nazionale, accreditata di ulteriore crescita nel tempo, se è vero che alcuni giocatori, come i “piccoli” Spissu e Vitali, sono stati inseriti nel miglior quintetto italiano e sono fra i primi due nelle percentuali del tiro da 3, Pierre fa parte del miglior quintetto della serie A e… tanto, tanto altro. Tutto ciò autorizza a pensare che quando parleremo del secolo di vita di questa straordinaria creatura cestistica, avremo un elenco davvero stratosferico di vittorie da elencare e moltissimi trofei in bacheca.
Il campionato, come si sa, è stato definitivamente sospeso, per cui Sardara ed il suo staff ragionano con Pozzecco e collaboratori se, ed eventualmente come, dare un’aggiustatina alla squadra, per confermare la Dinamo Banco di Sardegna fra le prime squadre italiane ed in grado di giocare alla pari con le altre “europee” nelle Coppe. Sicuramente ci riuscirà, ne siamo sicuri. Per ora, buon compleanno Dinamo, a chent’annos!!
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