-di Massimo Rosa-
Antonio Ascari s’impone sul circuito di Spa (Belgio) del Gran Premio d’Europa, è il 28 giugno.
Il 26 luglio è chiamato ad un nuovo impegno, questa volta si corre nel Gran Prix de France. Il circuito è quello di Montlhery.
Ascari è in testa alla corsa, aumentando di continuo il distacco sugli altri concorrenti. A poche decine di metri dall’entrata in pista, l’auto giunta, in piena velocità a 180 km, all’altezza dell’ultima curva tocca con la ruota anteriore sinistra un paletto di legno, il bolide sbanda, ed inutilmente Ascari cerca di correggerne la traiettoria. La macchina prosegue la sua folle corsa come fosse un proiettile, abbattendo una recinzione per una trentina di metri prima di rovesciarsi in un fossato.
Il nostro pilota è immediatamente soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale della cittadina francese. Purtroppo spira lungo il tragitto.
Alberto Ascari, nella sua carriera di pilota, aveva partecipato a 36 Gran Premi, vincendone nove.
Con lui scompare il più grande pilota della storia veronese di tutti i tempi.
“ là dove la terra veronese s’incunea in quella mantovana in un borgo posto sulla statale “Padana inferiore” Bonferraro (frazione di Sorgà), nasceva il 15 settembre 1888 da Enrico di professione mediatore e da Piva Angela, ANTONIO ASCARI.
Su una modestissima casetta rurale che s’eleva in una strada secondaria, il passeggero che transita legge su una lapide ivi murata:
ANTONIO ASCARI
Nella guida dell’auto insuperato
morte invidiosa dell’Itale glorie
a Monthlery tragicamente strappava
ai trionfi della Patria
Il 26 –7- 1925