
di Mirko Rimessi – Redazione Panathlon Ferrara
Nel 2013, CR7 é a Teheran per una partita della Champions asiatica. L’Hotel è preso d’assalto e il giocatore decide di incontrare Fatemeh Hammami Nasrabadi, artista con disabilità conosciuta non solo in Iran per le sue opere che dipinge con i piedi. Un bel momento concluso con un sincero bacio sulla fronte.
Apriti cielo: per il regime Iraniano della “Polizia Morale”, quella pronta ad uccidere a botte Masha Amini e quantomeno terrorizzare altre donne per strada per un velo mal messo, é adulterio e va punito con 100 frustate per il Pallone d’Oro.
Così, a distanza di due anni, quando il suo Al Nassr deve tornare in Iran per un nuovo incontro, CR7 deve precauzionalmente rinunciare alla trasferta.
Al posto dello sdegno ecco risate e stolta ironia, come a non capire che questa modalità di agire degli ayatollah é la stessa che ci ha fatto tremare per la sorte della studentessa Ahoo Daryaei, che si spogliò per protesta dopo un richiamo della polizia davanti all’Università, solo verso un nome più altisonante.
Barbarie e limitazioni delle libertà personali che non si possono tollerare in un paese che vuole far parte di consessi internazionali di vario tipo. Esteghlal, il club ospitante la partita, rifiuta di giocare in campo neutro? Sarebbe dovuta essere la federazione asiatica ad intervenire. Invece, omertà.
E “cuoricini”, sotto la notizia di una umanità che cade a pezz
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