di Claudio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 1954
Verona – La chiesa di San Fermo Minore di Braida (Brà) o dei santi Fermo e Rustico, più nota come chiesa dei Filippini, è un pregevole esempio di stile neoclassico palladiano sorto sulla preesistente abbazia benedettina risalente al XIV secolo. Venne affidata, nel 1712/1713, alla Congregazione dell’oratorio di San Filippo Neri (o dei Filippini) che vi avviò gli uffici sacri. Ritenuta dagli spazi troppo ristretti, i padri decisero la ristrutturazione ed approvarono nel 1757 la proposta progettuale per una nuova chiesa più ampia dell’architetto veneziano Andrea Camerata. L’attuale assetto prese forma tra il 1759 ed il 1791.
La breve premessa storica introduce ad un corridoio interno della struttura religiosa dove sono esposti alle pareti i ritratti di figure evangelicamente preminenti dei Filippini, tra cui il presbitero Luigi Scrosoppi (Udine, 4 agosto 1804 – Udine, 3 aprile 1884), fondatore della Congregazione delle Suore della Provvidenza di San Gaetano da Thiene. Sui suoi meriti d’apostolato venne aperto un processo di canonizzazione nel 1932 e, dopo lunghi anni, fu finalmente proclamato dapprima beato (il 4 ottobre 1981) e poi santo (il 10 giugno 2001) sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. La sua ricorrenza nel calendario liturgico dei santi è il 5 ottobre.
Luigi nacque da Domenico Mattia Scrosoppi ed Antonia Lazzarini, ultimo di tre figli, tutti votati al sacerdozio: oltre a lui, Carlo Filaferro (venuto al mondo dal primo matrimonio della madre, poi vedova e risposata) e Giovanni Battista. Luigi riposa nel cimitero d’Orzano, frazione del comune di Remanzacco (Udine) a cui era legato.
La sua immagine presente nella chiesa dei Filippini (come molte altre raffigurazioni devozionali in ambiti sacri, su tela o scultoree) lo presentano accanto ad un pallone da calcio, come a marchiarne la funzione protettiva della specifica pratica sportiva..
Scrosoppi venne nominato patrono dei calciatori il 22 agosto 2010 da mons. Alois Schwarz (Hollenthon, 14 aprile 1952, dal 17 maggio 2018 vescovo di Sankt Pölten), nel corso d’una celebrazione religiosa in Austria, nella parrocchia di Pörtschach sul Wörthersee, in accordo con le autorità vaticane e l’allora arcivescovo d’Udine, Andrea Bruno Mazzocato (San Trovaso di Preganziol, Treviso, 1° settembre 1948, dal 23 febbraio 2024 arcivescovo emerito dell’arcidiocesi della città friulana), della diocesi originaria dello stesso San Scrosoppi. Fino a quel momento mancava un santo patrono proprio per i calciatori e, con l’introduzione “rivoluzionaria”, si rimediò ad una spiacevole dimenticanza.
La proposta d’affidarsi ala benevolenza spirituale di San Luigi Scrosoppi provenne dal tifoso Manfred Pesek, autore della mossa carinziana intitolata Wörthersee Zukunftsinitiative (Futura iniziativa del Wörthersee). Mons. Schwarz, all’epoca vescovo di Gurk-Klagenfurt, incoraggiò l’iniziativa nella sezione speciale vaticana “Chiesa e sport”, considerando il calcio d’alto valore sportivo tra i giovani che stavano tanto a cuore al religioso udinese. In loro voleva seminare i valori che emergono tramite la pratica dello sport in generale, valori di correttezza, perseveranza, impegno e determinazione.
Tra gli importanti supporter dell’innovativo piano “finalmente un patrono per i calciatori” vi fu anche Nikolaus Knöpffler (presidente del Dipartimento d’Etica applicata e direttore dell’“Ethik Zentrum” presso la Friedrich-Schiller-Unversität di Jena, in Germania).
Foto C.Beccalossi