Da Ufficio Stampa Panathlon Roma Junior
Il taekwondo è stato protagonista del nono appuntamento di “Pianeta Olimpia: i valori dello sport raccontati dai campioni”, la rassegna organizzata dal Panathlon Club Junior Roma per promuovere i valori dello sport tra i giovani attraverso il confronto con gli atleti delle discipline olimpiche e paralimpiche.
Mercoledì 30 ottobre, al Palazzo delle Federazioni, Antonino Bossolo (bronzo ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024), Hadi Tiranvalipour (olimpionico a Parigi 2024 tra le fila della Squadra Olimpica dei Rifugiati) e Giada Al Halwani (bronzo ai Campionati Europei di Manchester 2022) hanno incontrato oltre 200 studenti del Liceo Statale Maria Montessori di Roma, condividendo esperienze e riflessioni personali sulla cultura e sull’etica sportiva.
Antonino Bossolo, nato con una malformazione al braccio sinistro, ha segnato letteralmente la storia del taekwondo azzurro come prima medaglia paralimpica in assoluto. Già campione europeo e medaglia d’oro ai Mondiali 2023, l’atleta siciliano ha raccontato il percorso che lo ha portato prima a combattere alla pari con i normodotati e poi a diventare il portabandiera del parataekwondo in Italia grazie ad una dedizione instancabile ed al desiderio incessante di migliorarsi.
La partecipazione di Hadi Tiranvalipour alle ultime Olimpiadi, invece, è anche un riconoscimento alla Federazione Italiana Taekwondo (FITA), che lo ha accolto, ad inizio 2023, presso il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma, permettendogli di allenarsi insieme alla nazionale azzurra. L’atleta iraniano di taekwondo rifugiato in Italia si è soffermato su tutte le sfide e le difficoltà che ha dovuto affrontare per perseguire i propri sogni, esortando gli studenti a credere che nulla sia impossibile.
Giada Al Halwani, atleta della nazionale italiana di taekwondo nativa di Senigallia e cresciuta in una famiglia di origini siriane a pane e dobok, ha spiegato come la disciplina del taekwondo l’abbia aiutata a crescere dal punto di vista caratteriale, migliorando la sua capacità di relazionarsi con gli altri e consentendole, oltre ad entrare a far parte della Polizia di Stato, di acquisire il corretto metodo di studio per coniugare una carriera sportiva di alto livello con il percorso universitario in medicina.
All’evento, moderato dal Presidente del Panathlon Club Junior Roma Lorenzo D’Ilario, sono intervenuti anche il Consigliere dell’Assemblea Capitolina Giorgio Trabucco, il Presidente della FITA Angelo Cito, la Coordinatrice Regionale allo Sport dell’USR Lazio Maura Catalani, il Vice Presidente del CONI Marche e Presidente del C.R. Marche della FITA – nonché socio del Panathlon Club Jesi – Marco Porcarelli, la Consigliera del Panathlon Distretto Italia Rita Custodi, il Governatore dell’Area 14 Lazio Cesare Sagrestani, il Governatore dell’Area 5 Emilia Romagna e Marche Stefano Ripanti e la Past President del Panathlon Club Junior Senigallia Rebecca Ripanti.
Inoltre nel corso dell’iniziativa, patrocinata dall’Assessorato ai Grandi Eventi Sport Turismo e Moda di Roma Capitale, dalla FITA, dal CONI e dal CIP Lazio, è stato presentato il gemellaggio tra i Panathlon Club Junior di Roma e Senigallia.
Gli interventi degli atleti
Antonino Bossolo: “Sono nato con una malformazione al braccio sinistro e, sin da piccolo, ho avuto la fortuna di fare sport. Prima il nuoto, poi il calcio ed infine, quando sono entrato per la prima volta in una palestra di arti marziali, mi sono innamorato del taekwondo. Così mi sono iscritto all’Asd Gymnasium Club, dove tra vari maestri ho incontrato Antonino Lo Dolce, che mi ha cresciuto e fatto esordire. Alla mia prima gara ho vinto il campionato regionale. Mi sono fatto le ossa combattendo contro i normodotati perché ancora non esisteva il parataekwondo. Sono arrivato secondo al mio primo campionato nazionale cadetti e nel 2014 ho conquistato sia la medaglia d’argento ai campionati italiani senior che quella di bronzo al mio primo campionato del mondo con gli atleti paralimpici. In quel momento ho scelto di dedicarmi esclusivamente al parataekwondo. Dopo un anno di stop a causa di un’emorragia cerebrale, ho vinto il campionato europeo e mi sono qualificato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, che considero la mia seconda ‘Olimpiade’. La prima, infatti, è stata quella di superare i miei limiti e di dimostrare di essere in grado di battere anche i normodotati a tutti coloro che mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta. Purtroppo a Tokyo mi sono dovuto ritirare per infortunio nella finale per il bronzo ma mi sono rimboccato le maniche ed ho continuato a crederci. Quindi, ho vinto il campionato del mondo, sono stato premiato dalla World Taekwondo come atleta dell’anno ed ho conquistato la medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Parigi 2024. La mia storia è la dimostrazione che dovete credere sempre nei vostri sogni, anche quando la strada sembra in salita”.
Hadi Tiranvalipour: “La mia strada nel taekwondo è iniziata guardando le Olimpiadi di Atene 2004 in televisione. In quel momento ho detto a mia madre che un giorno avrei voluto partecipare alle Olimpiadi ed esattamente vent’anni dopo sono riuscito a qualificarmi a Parigi. Oggi posso dire di aver coronato il mio sogno ma la mia storia è molto diversa da quella di un normale atleta. Per inseguire il mio sogno, infatti, sono stato costretto a lasciare la mia famiglia, il mio Paese. Ho lasciato tutto e questo è stato molto difficile per me. Ma nella mia vita tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare non mi hanno mai fermato, anzi mi hanno spinto a continuare più forte. Non mollate mai, ragazzi: è questo il messaggio più importante che voglio trasmettervi. Quando sono arrivato in Italia ho dormito per dieci giorni in un bosco, poi per tre mesi sul divano. Ringrazio la FITA per avermi accolto e per avermi aiutato con la documentazione per acquisire lo status di rifugiato, altrimenti non avrei mai partecipato alle Olimpiadi. Il valore più importante dello sport è quello di concedere una nuova opportunità a tutte le persone del mondo. La Squadra Olimpica dei Rifugiati è diversa dalle altre nazionali perché, pur avendo ciascuno una storia diversa, tutti gli atleti che la compongono hanno lasciato famiglia e Paese d’origine per inseguire un sogno, senza mai mollare davanti alle difficoltà. Inoltre, ci tengo a dire che è fondamentale coniugare sport e studio. Soltanto se studi potrai essere in grado di migliorare il tuo futuro. Mi sono iscritto alla facoltà di scienze motorie dell’Università di Tor Vergata pensando a cosa farò il giorno in cui la mia carriera sportiva giungerà al termine”. Giada Al Halwani: “La passione per il taekwondo mi è stata trasmessa da mio padre, che dalla Siria si è trasferito nelle Marche per studiare ed è sempre stato un grande appassionato di arti marziali. Lui e mia madre sono entrambi arbitri internazionali di taekwondo, mentre le mie sorelle Sarah ed Elisa sono atlete nazionali di questa disciplina. All’età di 4 anni mi sono ritrovata in palestra e mi sono subito appassionata al taekwondo. Per me, anche alla luce della storia della mia famiglia, lo sport è sempre stato uno strumento di unione tra le persone. Inoltre, sin dai tempi del liceo in cui ho iniziato a fare le mie prime gare all’estero, lo sport mi ha aiutato tanto a superare la mia timidezza e ad interfacciarmi con il mondo. Oggi lo sport non è più soltanto una passione ma è anche il mio lavoro dal momento che, oltre a far parte della nazionale italiana di taekwondo, sono entrata nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Dopo la gioia della medaglia di bronzo agli Europei di Manchester 2022, purtroppo non sono riuscita a qualificarmi alle Olimpiadi di Parigi. Adesso il mio obiettivo è Los Angeles 2028 ma nel frattempo voglio anche laurearmi in medicina. Sono iscritta al quarto anno della facoltà di medicina all’Università La Sapienza. Non è facile conciliare studio e sport ma volere è potere. Mi alleno due volte al giorno, spesso anche a Roma al Centro di Preparazione Olimpica ‘Giulio Onesti’, frequento le lezioni all’università e riesco anche a trovare il tempo per avere una vita sociale. Niente è impossibile, purché scegliate uno sport che vi appassioni. Non smettete mai di sognare e fate tutto ciò che volete fare con il sorriso per raggiungere i vostri traguardi”.
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