Libro autobiografico di Marco Evoldi
di Alberto Capilupi – Redazione Panathlon G. Brera Uniersità Verona
Il mantovano Marco Evoldi, dopo aver conseguito la maturità scientifica, inizia il suo approccio con il rugby come allenatore, come giocatore e poi come dirigente nel Rugby Mantova.
Nel 2015 decide di trasferirsi in Argentina, dove rimane per cinque anni, nei quali continua ad occuparsi della palla ovale come allenatore.
Nel 2020 torna in Italia per problemi di salute. Ma, come prima, si occupa sempre di rugby come allenatore.
Nel 2021 gli viene purtroppo comunicata la diagnosi del Parkinson, che nel suo libro autobiografico definisce sarcasticamente “Il mio amico P”.
Tuttavia il meraviglioso e solidale mondo del rugby gli offre ugualmente l’opportunità di continuare ad essere utile come allenatore e direttore sportivo, oltre che per l’attività di propaganda nelle scuole.
Dal 2022 segue il settore giovanile per la Scaligera Valeggio.
Questo il giudizio di Adalberto Scemma (docente universitario di Letteratura Sportiva all’Università di Verona, presso Scienze Motorie):
“Ho un mio metodo quando mi trovo a leggere un libro in bozza. Leggo con molta attenzione i primi capitoli perché di solito mi bastano per capire se: 1) la scrittura è adeguata alla pubblicazione (scrittore, cioè “raccontista”, si nasce e non si diventa); 2) l’argomento è stimolante; 3) il “passo” è quello del mezzofondista veloce. Ma il primo punto è sempre quello che fa da volano per tutto il resto e nel tuo caso nessun dubbio nel dare un giudizio MOLTO positivo sia per quanto riguarda la scrittura (snella, veloce, senza cadute di ritmo o di stile) che per lo sviluppo della storia, che segue una propria struttura lineare e coinvolgente”.
Riportiamo anche quello di Cristina Soranzo, ex insegnante di Educazione Fisica:
“Nel cuore del rugby, uno sport che incarna il valore della resilienza e della determinazione, emerge la storia straordinaria di Marco che, nonostante le difficoltà, trova la forza di continuare a lottare.
“Il mio amico P” è un libro che racconta la vita di un atleta, un rugbista che, all’apice della sua carriera, viene colpito dalla diagnosi di Parkinson.
Il libro si sviluppa tra le pagine di un diario intimo e personale, in cui l’autore racconta il suo percorso di vita, il dolore della malattia, ma anche la speranza e la forza che derivano dall’affrontare una sfida così grande.
“Il mio amico P” rappresenta un tributo alla forza dell’essere umano, capace di rialzarsi anche quando sembra che la vita abbia deciso di metterci alla prova. Una lettura che lascia il segno, che commuove e ispira, e che, come il rugby, insegna a non arrendersi mai”