Con Sinner l’Italia sta riscoprendo il tennis. Ora non dobbiamo trascurare tanti altri sport, cosiddetti minori: è questa la lezione
foto da almanalmagazine.com/
di Benedetta Cosmi (www.corriere.it/opinioni 28.10.2024)
L’Italia scopre che il tennis non è uno sport per pochi (dovremmo mandare i match sulle facciate dei palazzi, come si faceva per i mondiali). Niente di meglio della terza Coppa Davis per ricordare che si vince in «squadra». È quel «sistema paese» che cerchiamo quando parliamo di talenti. (La filiera, i campioni industriali, il passaggio generazionale, danno più fiducia nelle proprie possibiltà). La solitudine fa male ai numeri primi. Ma la «generazione Sinner» è tornata gruppo. Ora non dobbiamo trascurare tanti altri sport, cosiddetti minori, è questa la lezione. Siamo nel campo di gioco «dell’inclusione». Vuol dire cambiare quella tendenza degli sponsor alla «monocultura sportiva», in un paese in cui dal diciottesimo anno di età cala ogni pratica. Sono indispensabili gli sport «adattati». Nell’ambito delle iniziative di «urbanistica inclusiva, di arredo urbano». L’obiettivo è abbattere le barriere architettoniche e sociali. Pubblico e privato, in ogni piazza, possono regalare alle comunità «Pallacanestro e tennis in carrozzina», ce lo chiede l’agenda 2030 (se non ci bastano i bambini). Milano – Cortina alle porte ci fa sentire nominare il «courling». Innovare significa anche ampliare il nostro medagliere olimpico e «paralimpico». Pensiamo di essere infatti accoglienti e internazionali, invece, l’offerta sportiva è un menù risicato. Manchiamo pure di cultura generale. «Cricket o croquet»? I cittadini indiani nel nostro paese sono 157.000, ma a fatica trovano i campi ovali sul territorio, così improvvisano (con tutto ciò che comporta). I nostri che vanno a studiare all’estero si trovano immersi in attività sportive per tutti i gusti. Giocano a hockey sul prato come a calcio. A un certo punto diciamo loro di tornare indietro, in un mondo in cui gli impianti non sono mai arrivati, come gli ufo, (è distopico). Varrebbe la pena riflettere sul ruolo centrale degli sport nella formazione.
Si ringrazia per avere autorizzato la pubblicazione dell’editoriale.