di Claudio Beccalossi Redazione Panathlon Verona 1954
Philippe Leroy-Beaulieu (come attore solo Leroy, Parigi, 15 ottobre 1930), dalla luminosa carriera cinematografica e televisiva. È scomparso il 1° giugno 2024 a Roma, a 93 anni, dopo una lunga malattia.
Era noto al pubblico italiano soprattutto per i suoi ruoli in sceneggiati a puntate della Rai: di Leonardo da Vinci nella biografia del genio trasmessa nel 1971 (scritta e diretta da Renato Castellani su elementi tratti da “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori” di Giorgio Vasari) e di Yanez de Gomera in “Sandokan” del 1976 (ispirato al filone indo-malese dello scrittore veronese Emilio Salgari, diretto da Sergio Sollima, con Kabir Bedi interprete della Tigre di Mompracem).
Nato da Paul e Marie-Thérèse Delphine Yvonne Cécile de Gailhard-Bancel, in un blasonato ambito familiare e parentale di militari, magistrati e legali, Leroy fece dell’avventura parte essenziale del proprio esistere giovanile.
Dopo aver soggiornato per circa una anno negli Stati Uniti (dove vi era arrivato nel 1947 come mozzo su un transatlantico), nel 1953 s’arruolò e combatté in Indocina nella Legione straniera col grado di sottotenente nel 2e Régiment étranger de parachutistes (2° Reggimento straniero di paracadutisti). In seguito, da tenente paracadutista della riserva, nel 1958 prese parte alla guerra d’Algeria (o guerra d’indipendenza algerina) e si congedò, infine, come capitano venendo insignito di importanti riconoscimenti per il proprio stato di servizio nei due conflitti.
Il suo debutto nel cinema avvenne nella pellicola drammatico-minimalista “Il buco” (Le trou) del regista Jacques Becker (1960). Fu l’inizio d’un inanellarsi di pellicole per il grande schermo, di films, serie e miniserie per la tivù e di interpretazioni teatrali.
Ebbe una figlia (Philippine Leroy-Beaulieu, Roma, 25 aprile 1963, a sua volta attrice) con la modella Françoise Laurent. Il 1° settembre 1990 sposò la giornalista Silvia Tortora (Roma, 14 novembre 1962 – Roma, 10 gennaio 2022, figlia di Enzo, giornalista, autore, conduttore televisivo e politico) che le diede due figli, Philippe e Michelle.
Nonostante fosse stato in gioventù tenente paracadutista nella Legione straniera, rispolverò i lanci dall’aereo a 56 anni d’età, arrivando a farne più di duemila. E fu proprio per soddisfare questa sua passione che, a fine 1988, capitò anche all’Aeroclub “Ettore Arduino” di Verona, a Boscomantico.
“Nuove Rotte”, il trimestrale dell’organismo scaligero di patiti del volo di cui sono stato direttore responsabile dal “battesimo” nel 1985 alla chiusura nel 1991, sintetizzò il fatto nel numero di gennaio 1989, con l’attore ripreso appena uscito dall’aereo.
Philippe Leroy ospite dell’Aeroclub
Il buon nome dell’Aeroclub scaligero ha attirato, poco tempo fa, un nome certo più famoso perché reso familiare da anni di interpretazioni cinematografiche, televisive e teatrali.
“Approdato” sulle sponde gardesane per girare l’ennesimo film, Philippe Leroy, accompagnato dalla moglie Silvia Tortora, ha lasciato il set per raggiungere Boscomantico. Lo scopo? Constatare di persona la consistenza del club ed approfittare dell’occasione per lanciarsi su Verona dimostrando la propria capacità paracadutistica irrobustita da centinaia di cadute nel vuoto.
Gli onori di casa e le foto dell’evento da… rotocalco rosa sono stati fatti dal “solito” Luigi De Monti (autore d’una miriade di suggestive immagini di paracadutisti in caduta, detentore per oltre vent’anni del record di lancio d’alta quota, da 10.500 m, n.d.t.), fotoreporter in cielo d’un lancio dall’inconfondibile accento francese…